lunedì, dicembre 31, 2007
UN 2008 DI VERA LIBERTA'.
Che anno sarà il 2008?
Il 2007 ci lascia con molte domande aperte e con molte questioni gravi da risolvere, in Italia e nel mondo.
Certo l'elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America sarà un evento importante, che influenzerà, come sempre, la Storia dell'umanità tutta.
Così come importante sarà l'evoluzione della situazione politica in Pakistan, un Paese oggi nuovamente vittima delle violenze del fondamentalismo islamico, che rigetta ogni passo di avvicinamento alla democrazia e alla laicità.
Poi non posso non ricordare i popoli oppressi di ogni parte del globo: che anno sarà per i birmani? e per la Corea del Nord? e per il Tibet? sarà un altro anno sprecato, nell'indifferenza dei più, oppure l'anno della svolta?
E i poveri, saranno accantonati ancora una volta? L'Africa saprà far sentire la sua voce? l'America Latina abbandonerà il vizio del suo storico debole per i piccoli dittatori alla Chavez?
E l'Italia, la nostra amata e sfortunata Italia, riuscirà a risollevarsi economicamente e socialmente?
E infine l'Europa, questo oggetto misterioso, riscoprirà finalmente la propria identità?
Lo scopriremo vivendo, lo decideremo lottando.
Auguro a tutti un 2008 pieno di Speranza e ricco di amore.
Old Whig
domenica, dicembre 30, 2007
La faccia tosta del prode Romano.
Prodi è la facciata tranquillizzante, o meglio narcotizzante, di una coalizione sotto sotto comunista, massimalista, antistorica, ideologica, estremista.
Dovrebbe starsene il più tranquillo possibile di fronte alle telecamere e ciò gli riesce davvero bene, visto che per dire una frase impiega in media due minuti, tra sbadigli, qualunquismi, grugniti, banalità e pause di riflessione. Il problema, suo e degli alleati, nasce quando a volte prende iniziative: ne combiana di ogni, come quando per la sicurezza internazionale del Papa sbottò che ci dovevano pensare le guardie svizzere! (forse immaginando un'epico scontro tra kalashnikov ed esplosivi maomettani da una parte e picche ed alabarde cinquecentesche dall'altra...mah...)
Così, pochi giorni dopo una conferenza stampa di fine anno a tratti sconvolgente (l'Italia sembrava Disneyland) e nel complesso così ridicola da essere presa in giro con il titolo in prima pagina perfino dal Manifesto (!!!), il prode Romano, rispondendo seccato ai giornalisti nella sua amata Bologna (del resto a lui Roma non piace e appena può scappa, vi ricordate? lo disse pure in campagna elettorale...eh, lui sì che vuole unire l'Italia, "insieme", "con serietà", "con coesione", e bla bla bla...), ne combia un'altra, affermando che: “Un governo dura solo se fa”.
E certo! Come no! Ma ecco che la domanda mi sorge spontanea: e il governo Berlusconi??? Allora quello, che è durato cinque anni, doveva essere il governo perfetto! Eppure io mi ricordo una campagna elettorale passata a mistificare i risultati del Centrodestra, a dipingere un'Italia sull'orlo dell'Inferno, a proclamare ai quattro venti che il governo della CDL in cinque anni non aveva fatto nulla per il Paese! Strano...allora come si conciliano le due cose? Come possono non essere in contraddizione i due Romano-pensieri?
Secondo me sarebbe il Presidente del Consiglio perfetto per Fantasia, dove tutto è possibile e anche le bugie più strampalate si avverano...a sognare è bravo, ma per governare l'Italia servirebbe altro.
Old Whig
venerdì, dicembre 28, 2007
Hanno ucciso la Bhutto, martire per la democrazia.
"Una strage annunciata. Benazir Bhutto era stata condannata a morte da Ayman al Zawahiri, lo stratega di Al Qaida, insieme ai dirigenti sunniti dell'Irak che collaborano con il governo democratico, ai politici libanesi che vogliono disarmare le milizie fondamentaliste, ai dirigenti palestinesi che rifiutano la dittatura di Hamas. Ma attenzione: Benazir è stata assassinata a pochi giorni dalle elezioni non per il suo passato socialista e laico ma perché si avviava a vincere dopo avere aperto un dialogo con l'islam non fondamentalista. Nell'ultima intervista rilasciata prima di morire Benazir proclamava la sua fede islamica, su cui annunciava un prossimo libro dove avrebbe proposto un'alternativa al fondamentalismo, esprimendo perfino apprezzamento per Benedetto XVI e per il suo appello a un islam che sappia riannodare le fila di un dialogo fra fede e ragione.
E su un programma che coniugava modernità, alleanza con l'Occidente e identità islamica la Bhutto stava raccogliendo i consensi della maggioranza dei pakistani.
Dal Libano all'Irak al Pakistan il terrorismo colpisce perché non sta vincendo, ma perdendo. Sul terreno militare principale, l'Irak, ha subito durissimi colpi. Ma anche altrove - in Libano, in Algeria, nello stesso Pakistan - la gente ne ha abbastanza delle bombe, e la popolarità degli ultra-fondamentalisti è ai minimi storici.
Benazir è morta, ma la democrazia nel mondo islamico non può e non deve morire."
Massimo Introvigne
"Era amata e rispettata da inglesi e americani, e già per questo guardata con sospetto tra gli europei un po' politically correct e un po' sottomessi all'Islam. Era stata sempre odiata dai fondamentalisti, perchè era un simbolo di democrazia rispettosa della fede religiosa, ma laica.
L'esilio l'aveva resa più determinata e più liberale, convinta stavolta di poter cambiare le cose se rieletta.
Onore ad una grande donna e leader. Guai a chi non capisce che è morta anche per noi, che era una di noi."
Maria Giovanna Maglie
lunedì, dicembre 24, 2007
Ci avviciniamo al giorno che segna simbolicamente la nascita di Gesù e che rappresenta dunque il momento della Speranza che si fa carne.
Come possono i nostri cuori restare gelidi di fronte ad un Dio che ci ama così tanto da scendere tra noi, farsi bambino, e nascere povero? Come possiamo restare indifferenti?
Il mio pensiero va a tutti gli amici e i parenti che hanno accantonato la religione ancor prima di prenderla in considerazione, che hanno scacciato Dio dalla loro vita senza nemmeno pensarci, che hanno rifiutato la parola di amore del Vangelo senza nemmeno averlo letto. Che i cuori di queste persone a cui voglio davvero molto bene possano aprirsi alla Verità, oltre la cortina di luccicante nulla che questo mondo moderno ha posto tra noi ed il cielo. E che il mio stesso cuore possa rinnovarsi nella conversione, approfittando del S. Natale per limitare i miei difetti, le mie debolezze, i miei troppi peccati.
Bambin bel bambin soave,
del mio cuor ti do la chiave:
apri e chiudi a tuo piacere
e di me fa il tuo volere.
Auguro a tutti di essere riempiti dalla Pace del Natale e di poter vivere un lieto 2008.
Come possono i nostri cuori restare gelidi di fronte ad un Dio che ci ama così tanto da scendere tra noi, farsi bambino, e nascere povero? Come possiamo restare indifferenti?
Il mio pensiero va a tutti gli amici e i parenti che hanno accantonato la religione ancor prima di prenderla in considerazione, che hanno scacciato Dio dalla loro vita senza nemmeno pensarci, che hanno rifiutato la parola di amore del Vangelo senza nemmeno averlo letto. Che i cuori di queste persone a cui voglio davvero molto bene possano aprirsi alla Verità, oltre la cortina di luccicante nulla che questo mondo moderno ha posto tra noi ed il cielo. E che il mio stesso cuore possa rinnovarsi nella conversione, approfittando del S. Natale per limitare i miei difetti, le mie debolezze, i miei troppi peccati.
Bambin bel bambin soave,
del mio cuor ti do la chiave:
apri e chiudi a tuo piacere
e di me fa il tuo volere.
Auguro a tutti di essere riempiti dalla Pace del Natale e di poter vivere un lieto 2008.
Old Whig
venerdì, dicembre 21, 2007
The Knack
Spesso mi capita di riscoprire vecchi pezzi del passato e ho pensato di condividere con voi i miei vari, eterogenei, folli gusti musicali.
Questa canzone è la prima che vi propongo: davvero fantastica, godetevela!
Old Whig
giovedì, dicembre 20, 2007
Famiglia: tesoro al servizio di tutti.
"La famiglia in Italia è ancora solida, e non soltanto in crisi, come si è soliti dire. Questa solidità appare chiaramente sul versante economico, dove la solidarietà familiare è ancora grandissima, ma la mia impressione è che anche sul piano dei valori morali e comportamentali la famiglia riesca a trasmettere di più di quel che spesso si pensa e si dice. Ciò che invece manca, o è troppo debole, è invece il riconoscimento nella cultura pubblica del valore sociale dei ruoli familiari, e quindi la plausibilità sociale della missione educativa della famiglia. Una simile mancanza è causata tra l'altro dall'industria dei consumi, che è al contempo industria della cultura, e ha la tendenza ad escludere la memoria del passato, a livellare e a sradicare. Questa mancanza pesa molto e compromette la trasmissione dei valori da una generazione all'altra."
Card. Camillo Ruini,
in "Chiesa Contestata", ed. PIEMME (2007), pag. 74
Questa citazione potrebbe essere il punto di arrivo per una riflessione sulla nostra società contemporanea, così vuota di valori e schiava del relativismo da arrivare a mettere in pericolo la più fondamentale delle sue cellule: la famiglia appunto.
Ma tale citazione potrebbe essere anche il punto di partenza per riconsiderare e riscoprire il compito straordinario che ogni famiglia svolge al servizio della comunità.
Certo Ruini non è personaggio con cui io mi sia sentito sempre in sintonia, soprattutto nella prima parte della sua attività, quando prese un clamoroso abbaglio fidandosi dei cattolici adult(erat)i. Tuttavia ho voluto riportare queste parole proprio perchè mi interessa più il loro soggetto, la famiglia, oggi sotto assedio e svilita, e molto meno il loro autore.
Old Whig
venerdì, dicembre 14, 2007
Presidenziali USA verso le primarie. Per i conservatori la nuova speranza è Huckabee.
Mentre in Italia la democrazia sembra sempre più malata ed il governo si regge ormai esclusivamente grazie al voto di senatori a vita non eletti dal popolo, dall’altra parte dell’Atlantico si è messa in moto la grande macchina elettorale americana. Il partito Repubblicano e quello Democratico dovranno prima di tutto eleggere al loro interno il rispettivo candidato ufficiale, con delle elezioni primarie che suscitano in questi mesi dibattiti, approfondimenti, prese di posizione molto interessanti: questa scrematura infatti dà la possibilità ai vari candidati di spiegare più in dettaglio i loro convincimenti e i loro programmi, poiché in questa fase hanno la necessità di distinguersi da personaggi del loro stesso partito, della loro stessa area politica e quindi sono costretti a scoprirsi di più, a spiegarsi meglio, a dire in faccia agli elettori quello che pensano riguardo i problemi reali della Nazione. E’ davvero uno straordinario spettacolo di democrazia e civiltà, che sfrutta le sempre maggiori risorse offerte dalla tecnologia per mettere in contatto candidati ed elettori: nell’ultima puntata della CNN in cui si sono scontrati tutti i candidati repubblicani, ad esempio, sono stati utilizzati alcuni filmati di youtube, inviati direttamente dai comuni cittadini che desideravano porre specifiche domande su temi scottanti. Insomma, tutta un’altra cosa rispetto al doppio scontro Berlusconi-Prodi del 2006, ingessato da regole assurde imposte dall’Unione, pena la minaccia di far saltare tutto (in un momento in cui era la CdL ad aver bisogno del confronto per cercare di rimontare). Così come saranno tutta un’altra cosa le primarie americane rispetto alla buffonata delle primarie del PD italiano, quelle in cui invece che scegliere il capo gli elettori di Sinistra l’hanno semplicemente incoronato (visto che non avevano alternative, poiché tutti i possibili avversari credibili e pericolosi di Veltroni, da D’Alema a Bersani, da Rutelli a Prodi, non si erano candidati).
Siccome le primarie statunitensi inizieranno (il 3 gennaio) dall’Iowa, tutta l’attenzione dei media è concentrata sui sondaggi di questo stato: infatti chi vincerà la prima battaglia qui potrebbe già mettersi in tasca metà nomination.
I democratici sceglieranno uno tra Edwards (quello più a sinistra), Obama (messo meglio proprio in Iowa rispetto al resto del Paese) e la Clinton (che è grande favorita, anche se in Iowa deve recuperare).
I repubblicani eleggeranno uno tra Giuliani (il favorito, in testa a livello nazionale, ma traballante in Iowa), Romney (che ha da pochi giorni ricevuto il prestigioso endorsement della rivista National Review), McCain (il reduce del Vietnam che punta tutto sulla guerra al terrorismo, ma che voci fondate danno in grosse difficoltà economiche), Thompson (la vecchia stella di Hollywood, ma già senatore) e Huckabee (che mette Fede e Famiglia in cima ai suoi valori).
I democratici americani appartengono alla famiglia politica liberaldemocratica; i repubblicani sono invece figli del pensiero conservatore liberale. Ovvio quindi che io mi senta più affine ai secondi: qualsiasi candidato repubblicano sarà meglio di qualsiasi candidato democratico. Detto questo però, ribadisco l’ammirazione che provo per l’intero sistema politico anglosassone, dove tradizionalmente si scontrano due partiti entrambi realmente democratici, entrambi liberali, entrambi moderni.
E intanto noi italiani siamo ancora qui a lottare contro chi non si vergogna a definirsi comunista…
Tra i candidati repubblicani, avevo già lodato Thompson, che scendendo in campo è andato a colmare una grossa lacuna: l’esigenza di avere un rappresentante dell’elettorato più conservatore. Tuttavia nell’ultimo mese è nata un’altra stella autenticamente conservatrice: l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, che sta clamorosamente rimontando in tutti i sondaggi e ormai è arrivato non solo ad insediare il secondo posto di Romney, ma anche a far sentire il fiato sul collo al favorito Giuliani, il “sindaco d’America”.
Huckabee, che evidentemente ha risvegliato la base repubblicana (in particolare quella degli stati del Sud) molto meglio di quanto non sia riuscito a fare Fred Thompson, è conservatore non solo sui temi etici, ma anche su quelli economici. Infatti, rispetto per esempio a Bush, è molto più aderente alla dottrina del “Conservatorismo compassionevole”, tanto da aver dichiarato di sentirsi maggiormente vicino agli operai e agli agricoltori che non agli industriali del NordEst. E infatti non a caso Huckabee ha raccolto pochi fondi per la sua campagna: egli è malvisto dai grandi finanziatori del partito, mentre incontra sempre più il consenso della base. La sua ascesa è dovuta certamente anche allo scontro televisivo di fine novembre, di cui è risultato il vincitore sia per la decisione e la chiarezza delle sue risposte sia per un paio di battute geniali, come quella su Gesù e la politica. Io stesso, dopo aver visto l’intera trasmissione (disponibile divisa in 14 spezzoni su youtube), sono rimasto positivamente impressionato dalle parole di Huckabee, che mi è sembrato l’unico all’altezza di Giuliani: troppo aggressivo e litigioso Romney, troppo timido ed impacciato Thompson, troppo marmoreo McCain (anche se si vede che è una vecchia volpe).
Siccome le primarie statunitensi inizieranno (il 3 gennaio) dall’Iowa, tutta l’attenzione dei media è concentrata sui sondaggi di questo stato: infatti chi vincerà la prima battaglia qui potrebbe già mettersi in tasca metà nomination.
I democratici sceglieranno uno tra Edwards (quello più a sinistra), Obama (messo meglio proprio in Iowa rispetto al resto del Paese) e la Clinton (che è grande favorita, anche se in Iowa deve recuperare).
I repubblicani eleggeranno uno tra Giuliani (il favorito, in testa a livello nazionale, ma traballante in Iowa), Romney (che ha da pochi giorni ricevuto il prestigioso endorsement della rivista National Review), McCain (il reduce del Vietnam che punta tutto sulla guerra al terrorismo, ma che voci fondate danno in grosse difficoltà economiche), Thompson (la vecchia stella di Hollywood, ma già senatore) e Huckabee (che mette Fede e Famiglia in cima ai suoi valori).
I democratici americani appartengono alla famiglia politica liberaldemocratica; i repubblicani sono invece figli del pensiero conservatore liberale. Ovvio quindi che io mi senta più affine ai secondi: qualsiasi candidato repubblicano sarà meglio di qualsiasi candidato democratico. Detto questo però, ribadisco l’ammirazione che provo per l’intero sistema politico anglosassone, dove tradizionalmente si scontrano due partiti entrambi realmente democratici, entrambi liberali, entrambi moderni.
E intanto noi italiani siamo ancora qui a lottare contro chi non si vergogna a definirsi comunista…
Tra i candidati repubblicani, avevo già lodato Thompson, che scendendo in campo è andato a colmare una grossa lacuna: l’esigenza di avere un rappresentante dell’elettorato più conservatore. Tuttavia nell’ultimo mese è nata un’altra stella autenticamente conservatrice: l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, che sta clamorosamente rimontando in tutti i sondaggi e ormai è arrivato non solo ad insediare il secondo posto di Romney, ma anche a far sentire il fiato sul collo al favorito Giuliani, il “sindaco d’America”.
Huckabee, che evidentemente ha risvegliato la base repubblicana (in particolare quella degli stati del Sud) molto meglio di quanto non sia riuscito a fare Fred Thompson, è conservatore non solo sui temi etici, ma anche su quelli economici. Infatti, rispetto per esempio a Bush, è molto più aderente alla dottrina del “Conservatorismo compassionevole”, tanto da aver dichiarato di sentirsi maggiormente vicino agli operai e agli agricoltori che non agli industriali del NordEst. E infatti non a caso Huckabee ha raccolto pochi fondi per la sua campagna: egli è malvisto dai grandi finanziatori del partito, mentre incontra sempre più il consenso della base. La sua ascesa è dovuta certamente anche allo scontro televisivo di fine novembre, di cui è risultato il vincitore sia per la decisione e la chiarezza delle sue risposte sia per un paio di battute geniali, come quella su Gesù e la politica. Io stesso, dopo aver visto l’intera trasmissione (disponibile divisa in 14 spezzoni su youtube), sono rimasto positivamente impressionato dalle parole di Huckabee, che mi è sembrato l’unico all’altezza di Giuliani: troppo aggressivo e litigioso Romney, troppo timido ed impacciato Thompson, troppo marmoreo McCain (anche se si vede che è una vecchia volpe).
Huckabee, in ascesa nei sondaggi
Comunque andranno a finire queste primarie, sia le repubblicane sia le democratiche, sarà un piacere seguirle fino in fondo e sarà fondamentale capire attraverso di esse i punti forti e quelli deboli dei due personaggi che andranno poi a costituire la coppia finale di sfidanti, per le presidenziali del 2008. Un evento di democrazia fondamentale per gli USA, ma importante anche per tutto il resto del mondo.
GOD BLESS AMERICA
GOD BLESS AMERICA
Old Whig
Jessica Alba aspetta un figlio...
Dopo la ex donna più bella del mondo (secondo me), ora anche la attuale donna più bella del mondo (sempre secondo i miei personalissimi gusti) dichiara di essere in dolce attesa.
Che lo spettacolo e la famiglia siano conciliabili? Evidentemente sì, a parte che per qualche pazzoide come Britney...
Old Whig
ANIMALI SCHIFOSI!
I Talebani confermano la loro follia disumana, questa volta addirittura su un bimbo di sette anni!
E pensare che molti esponenti della Sinistra italiana volevano invitare questi assassini al tavolo di pace per l'Afghanistan...
Old Whig
giovedì, dicembre 13, 2007
Un compito nobile per ogni uomo: ricercare la Verità. Sempre.
"Chi va alla ricerca della verità sa bene che non potrà mai impossessarsene totalmente, ma ciò non di meno sa che la verità esiste e che, poichè gli uomini possono - a seconda delle circostanze - avvicinarsi più o meno ad essa, ricercarla è il massimo impegno morale che gli uomini possano assumersi."
Francesco D'Agostino
mercoledì, dicembre 12, 2007
Cambio nome.
Da oggi il mio nick name, quello con cui mi firmerò e quello con cui commenterò nel resto della blogosfera non sarà più Salo.
Ho deciso di abbandonare questo soprannome, che deriva da una parte del mio cognome, per due motivi. Il primo è che molti comunistelli con cui mi trovo a discutere non si accorgono della mancanza dell’accento sulla o e mi danno del fascista, mentre io sono antifascista. Lo so sono degli imbecilli, ma la mancanza di argomenti li porta a questo… (qui un piccolo esempio)
Il secondo motivo è il desiderio di avere un nome che mi identifichi, che sia ricco di storia, che possegga un retroterra culturale, che abbia una nota politicofilosofica, che possa suonare conservatore e liberale allo stesso tempo, pur essendo ovviamente breve.
Ho finalmente trovato questo nick name: da oggi sarò OLD WHIG.
Molti di voi sanno che tra i miei punti di riferimento culturali c’è Edmund Burke, che considero il fondatore del pensiero politico Conservatore Liberale. Egli apparteneva alla sinistra inglese, i Whig, ovvero i liberali, che si opponevano tradizionalmente alla destra, i Tories, ovvero i monarchici. Infatti, da liberale convinto, Burke difese i diritti delle popolazioni colonizzate e condannò le prepotenze dei governatori inglesi (celebre la sua accusa ad Hastings, colpevole di aver abusato del suo potere sugli indiani). Ancora, da liberale modello, si schierò a favore dei coloni americani, contro il dispotismo politico e fiscale che la Corona pretendeva di esercitare oltreoceano.
Poi, allo scoppio della Rivoluzione Francese, la svolta: Burke comprese il pericolo mortale portato alla civiltà occidentale dalla follia ideologica della tabula rasa, e quindi attaccò duramente gli illuministi, i giacobini, i regicidi. Nelle sue “Riflessioni sulla Rivoluzione Francese”, Burke espresse in maniera sferzante ed orgogliosa tutta la differenza che correva tra la nobile, moderata, costituzionale Gloriosa Rivoluzione inglese di un secolo prima e la sciagurata, violenta, astratta Rivoluzione Francese di quegli anni.
La sua posizione provocò una rottura in seno al partito Whig: la sinistra si trovò infatti divisa nella fazione antirivoluzionaria, stretta attorno a Burke, e in quella solidale con i rivoltosi d’oltremanica, stretta attorno a Fox. Da questa divisione nacque il Conservatorismo Liberale. E lo stesso Burke battezzò i propri seguaci “Old Whigs”, in contrapposizione ai “New Whig” francofili.
La Storia ha dato ragione a Burke.
Ho deciso di abbandonare questo soprannome, che deriva da una parte del mio cognome, per due motivi. Il primo è che molti comunistelli con cui mi trovo a discutere non si accorgono della mancanza dell’accento sulla o e mi danno del fascista, mentre io sono antifascista. Lo so sono degli imbecilli, ma la mancanza di argomenti li porta a questo… (qui un piccolo esempio)
Il secondo motivo è il desiderio di avere un nome che mi identifichi, che sia ricco di storia, che possegga un retroterra culturale, che abbia una nota politicofilosofica, che possa suonare conservatore e liberale allo stesso tempo, pur essendo ovviamente breve.
Ho finalmente trovato questo nick name: da oggi sarò OLD WHIG.
Molti di voi sanno che tra i miei punti di riferimento culturali c’è Edmund Burke, che considero il fondatore del pensiero politico Conservatore Liberale. Egli apparteneva alla sinistra inglese, i Whig, ovvero i liberali, che si opponevano tradizionalmente alla destra, i Tories, ovvero i monarchici. Infatti, da liberale convinto, Burke difese i diritti delle popolazioni colonizzate e condannò le prepotenze dei governatori inglesi (celebre la sua accusa ad Hastings, colpevole di aver abusato del suo potere sugli indiani). Ancora, da liberale modello, si schierò a favore dei coloni americani, contro il dispotismo politico e fiscale che la Corona pretendeva di esercitare oltreoceano.
Poi, allo scoppio della Rivoluzione Francese, la svolta: Burke comprese il pericolo mortale portato alla civiltà occidentale dalla follia ideologica della tabula rasa, e quindi attaccò duramente gli illuministi, i giacobini, i regicidi. Nelle sue “Riflessioni sulla Rivoluzione Francese”, Burke espresse in maniera sferzante ed orgogliosa tutta la differenza che correva tra la nobile, moderata, costituzionale Gloriosa Rivoluzione inglese di un secolo prima e la sciagurata, violenta, astratta Rivoluzione Francese di quegli anni.
La sua posizione provocò una rottura in seno al partito Whig: la sinistra si trovò infatti divisa nella fazione antirivoluzionaria, stretta attorno a Burke, e in quella solidale con i rivoltosi d’oltremanica, stretta attorno a Fox. Da questa divisione nacque il Conservatorismo Liberale. E lo stesso Burke battezzò i propri seguaci “Old Whigs”, in contrapposizione ai “New Whig” francofili.
La Storia ha dato ragione a Burke.
Old Whig
martedì, dicembre 11, 2007
In Italia Bush è idiota anche quando ha ragione.
Il lavoro più difficile è l’onestà. E continua a rivelarsi impossibile per i nostri giornalisti, negli scorsi anni tanto impegnati a dileggiare la figura di Bush e ad attaccare gli USA, ammettere ora che in gran parte si sbagliavano e fornire al pubblico italiano ciò a cui avrebbe diritto: un’informazione completa.
Così nessuno nel nostro Paese ha ritenuto degna di nota la risalita nei sondaggi di gradimento da parte del Presidente americano presso gli elettori, nessuno ha ritenuto interessante il successo della sua riforma scolastica, e soprattutto nessuno ha ritenuto opportuno dirci la verità su quel che sta accadendo in Iraq, da quando il comando è stato assunto dal Generale Petreus e da quando il numero complessivo di truppe è aumentato: la capitale è pacificata (in due mesi gli omicidi sono calati di più del 70%); nelle regioni un tempo più pericolose calano costantemente gli attentati; perfino Al-Queda ha ammesso in un recente video la sconfitta; e sempre più solide sembrano le milizie irakene addestrate per garantire autonomamente la sicurezza al proprio Paese nel futuro.
Non vorrei sembrare fissato con Luttazzi, ma visto che in questi giorni non si parla d’altro come posso non citare la puntata di Decameron del 1° dicembre, completamente tesa a fare propaganda antiamericana con i soliti luoghi comuni che sentiamo ripetere da cinque anni? Luttazzi, che tra un’infelice citazione biblica ovviamente anticattolica (che gli serve per paragonare le aragoste alla famiglia,come se fossero la stessa cosa e avessero lo stesso posto nella scala di valori che serve per interpretare i testi sacri), e il celeberrimo oltraggio a Ferrara, trova il tempo (lo riconosco) anche per qualche battuta geniale, è il classico esempio dell’uomo di spettacolo italiano: ideologico, cavalca l’onda del suo pubblico (antiamericanismo, pacifismo, banalità senza alcun sostegno empirico) e si schiera decisamente, totalmente, unilateralmente (ma guarda tu le coincidenze con l’odiato avversario a stelle e strisce…) a Sinistra. E l’italiano medio che fa? Ride. Sì perché il nostro concittadino classico preferisce ingurgitare le notizie (chiamiamole così…) mentre Luttazzi ingoia la cacca per fare satira (?): il nostro sinistroide della porta accanto è uno che preferisce continuare a credere che gli USA siano il male del mondo, piuttosto che ricordarsi che prima dell’11 settembre non c’era nessuna guerra; preferisce addirittura non escludere il complotto per le Torri Gemelle, piuttosto che ricordarsi che poi Al-Queda si è ripetuta a Londra, a Madrid, a Beslan, e in mille altri luoghi; preferisce continuare a credere che in Iraq va tutto male, che Bush è il cattivo e che il nostro esercito fa molto molto male a mantenere l’ordine, proteggere il governo democratico, prestare cure mediche alla popolazione e costruire scuole in Afghanistan.
Questo preferisce fare l’italico spettatore: non controllare i fatti, non pensare, ma subire la propaganda (e badate che ho citato Luttazzi, ma sul tema avrei potuto chiamare in causa un centinaio di altre persone)…sennò poi come fa a ridere?
Salo
lunedì, dicembre 10, 2007
Ferrara difende Luttazzi, e attacca il "Manifesto".
Dopo la sospensione del programma Decameron, decisa usando come scusa una delle mille battute di Luttazzi contro di lui, Giuliano Ferrara ha deciso giustamente di intervenire. Il giornalista di La7 e direttore del "Foglio" a sorpresa difende Luttazzi e definisce satira le esternazioni incriminate.
Tuttavia attacca gli intellettualoidi comunisti che difendono la libertà di satira solo quando essa colpisce la destra o uomini di destra... La critica ironica è rivolta in particolare al quotidiano marxista "Il Manifesto".
Riporto un passaggio in particolare dell'intervento di Ferrara:
"Se il mio editore televisivo fissa nella responsabilità televisiva un limite alla libertà di satira, io sono contento, mi spiace solo che per farlo si debba ricorrere al canone secondo cui quella di Luttazzi non e' satira, il che non è vero. Se la sospensione del programma serve a discutere, io sono contento. Se Luttazzi torna in onda su La7, io sono contento. Se lui e Campo Dell'Orto volessero venire a parlarne a “8 e mezzo” quando desiderino, sarei contento.
Sono contento anche della passione che il Manifesto, quotidiano comunista quindi tribuna satirica fin nella testata, mette nella alta trattazione culturale del caso Ferrara-Luttazzi & Cacca. Sarei anche molto contento, ancora più contento, se accettasse l'idea che si deve ridere del patriarcalismo autoritario degli islamici o imbastisse nelle sue dense pagine difese così sofisticate della libertà di satira nel caso in cui un comico di destra prendesse Rossana Rossanda, la mettesse in una latrina e la trattasse come sono stato satiricamente trattato io.
Non dubito che i colleghi comunisti sarebbero inflessibilmente coerenti con i loro principi."
Salo
domenica, dicembre 09, 2007
Giustizia?
Dagli anni '90 almeno assisitiamo al perenne scontro tra Magistratura e politica: una guerra senza esclusione di colpi, che ha toccato momenti in cui la nostra intera democrazia è parsa in pericolo.
Il problema della giustizia in Italia nasce secondo me da due anomalie.
La prima consiste nell'arroganza di una Magistratura che non paga mai i propri errori e che si oppone a qualsiasi riforma tesa ad abbattere i privilegi di cui gode.
La seconda consiste nell'uso politico della Magistratura da parte della Sinistra, che scredita avversari ed oppositori a colpi di accuse da scoop, che si concludono poi regolarmente dopo decenni in assoluzioni da ritaglio in quinta pagina...
Questa stessa Sinistra poi si scopre incapace di sostenere accuse fondate, come quella inerente ad Unipol, ed isterica nelle forzature istituzionali che utilizza per mettere a tacere il suo scomodo ex alleato in toga di turno.
In una recente intervista, lo stesso parlamentare del PD Peppino Caldarola ammette con ingenuità che le toghe rosse esistono e che le toghe normali è meglio che non indaghino sugli affari della Sinistra...altrimenti poi non vengano a lamentarsi se vengono silurate!
Che discorso democratico!...
Salo
sabato, dicembre 08, 2007
MEGLIO TARDI CHE MAI (per fermare la volgarità gratuita)!
Ma...ho un dubbio...(sulle VERE motivazioni di La7)
Avevo già parlato di Luttazzi, cercando di far notare come il fatto di autoproclamarsi satirico non lo autorizzasse a dire atroci falsità e ad insultare persone senza diritto di replica.
Ora pare che se ne siano accorti pure i capoccia della rete (La7) che ospitava la sua ultima trasmissione, i quali hanno deciso di sospendere il programma e di sondare il terreno per procedere legalmente. La causa del cambiamento di rotta sarebbe la battuta offensiva (oltre che semplicemente penosa, nel senso che proprio non fa ridere) contro il giornalista e direttore Ferrara (collaboratore della stessa La7), che in realtà è solo l'ultima di una lunga serie.
La nota ufficiale dell'emittente definisce l'esternazione di Luttazzi "palesemente in contrasto con la satira". E bella scoperta: un terzo delle battute luttazziane sono da sempre di una volgarità gratuita ed oltreggiosa, spesso anche verso i morti!!! E quelli di La7 se ne sono accorti solo adesso???
Mah...resto perplesso... E mi viene un dubbio...forse Luttazzi guarda dalla parte sbagliata: forse dovrebbe smetterla di attaccare Berlusconi e rendersi conto, cosa che se fosse un buon satirico avrebbe già fatto da tempo, che al governo non c'è più lui, ma Prodi! La dirigenza e la proprietà di La7 sono di Sinistra; e come a Silvio non piacevano certi costanti bombardamenti mediatici, D'Alema non sopporta di essere oggetto di un più raro ma comunque fastidioso umorismo...
Salo
venerdì, dicembre 07, 2007
mercoledì, dicembre 05, 2007
Rabbia, sconforto, paura.
Io non auguro a Prodi nessun malanno fisico particolare. Io gli auguro solo di sperimentare sulla propria pelle ciò che è successo in un anno circa (cioè guardacaso durante il suo governo di sinistra) a mio padre, che viaggia molto per lavoro, tra Roma, Milano, Verona: ha subito due rapine in centro città (a Milano e a Roma) ed un furto con scasso a Monza. Nei primi due casi evidentemente i delinquenti li ha visti bene in faccia (ed erano immigrati), nel terzo caso non li ha visti, ma credo che il pronostico sia facile da azzeccare.
Ora, io non sono razzista e da buon cristiano amo il prossimo, qualsiasi sia il colore della sua pelle; e infatti non ce l'ho con chi viene qui alla ricerca di un futuro migliore (il che esclude però dalla lista i Rom, visto che questi ultimi rifiutano per "cultura" i concetti di lavoro e di casa), ma ce l'ho con chi li illude e li fa entrare in quantità enormi e senza alcun controllo, ce l'ho con chi (come Amato) fa il corrucciato di fronte alle telecamere dopo un delitto e poi nel buio del suo ufficio verga circolari ai prefetti in cui ordina di chiudere entrambi gli occhi di fronte all'immigrazione illegale, ce l'ho con chi da Bruxelles impone a popoli non consultati di accogliere senza alcun controllo tutti gli immigrati dell'est Europa, ce l'ho con chi quotidianamente scambia l'accoglienza per coglionaggine ed il dialogo per l'abbandono della propria identità, ce l'ho con chi non ha protetto nè mio padre (che poteva benissimo essere accoltellato in due casi su tre, e nel terzo no solo perchè non era presente) nè la sua proprietà, ce l'ho con quei politici di destra (come Fini) che fanno proclami fascisti qualche mese dopo aver sostenuto che bisogna dare il voto agli immigrati, ce l'ho con quei politici di sinistra che perennemente mettono in contrapposizione solidarietà e sicurezza. Ce l'ho con tutta questa gente, ma con Prodi soprattutto, che ha accelerato la deriva di illegalità e ha lasciato mano libera ai comunisti-terzomondisti!
Quando stamattina mia mamma mi ha detto cos'era successo, che per l'ennesima volta papà era stato vittima di un furto, che avevano sfasciato i vetri dell'auto e rubato i cellulari (danno economico, ma soprattutto effettivo, visto che nei telefoni c'erano i numeri di tutti i contatti di lavoro), ho provato una rabbia indescrivibile, e mi è tornata in mente una frase che diceva sempre mio nonno: "Quando c'erà Mussolini si poteva sempre dormire tranquilli con la porta di casa aperta".
E mio nonno non era un politico.
Ma al di là di frasi (forse) esagerate e che comunque non cambiano la situazione, resta lo sconforto per uno stato assente, per una legge permissivista, per una politica lontana. E resta la paura per una criminalità che non è più al telegiornale, ma che può entrare nella tua vita e toccare i tuoi cari.
E intanto Prodi ride...
Salo
martedì, dicembre 04, 2007
lunedì, dicembre 03, 2007
Inattesa civiltà.
E' stata una sopresa davvero piacevole lo spettacolo a cui abbiamo assistito domenica, a Firenze. Il nostro calcio malato, il nostro tifo violento, la nostra società suicida dovrebbero iniziare a risanarsi da qui.
Gli episodi belli sono stati almeno tre. Prima di tutto un'intera città si è stretta attorno ad un uomo e lo ha fatto sentire meno solo, nel gravissimo dolore che l'ha colpito. Prandelli, dopo la scomparsa della moglie, è stato accolto da fiori, applausi, cori, abbracci, lacrime sincere. E' stata la prova di come lo sport abbia grandi potenzialità, che vanno oltre il divertimento e lo svago.
In secondo luogo, per una volta, il minuto di silenzio è stato rispettato: senza fischi, senza applausi, senza brusii. Solo quel silenzio solidale di chi ha nel cuore una pietà cristiana verso un fratello che soffre.
Infine è stato bellissimo l'esordio nel nostro calcio del "terzo tempo", cioè dell'usanza per cui la squadra di casa, al termine del match, attende all'uscita gli ospiti per stringere loro la mano, abbracciarli e, in questo caso, congratularsi.
Il "terzo tempo" sembra un gesto inutile, ma in realtà è bello da vedere e può essere uno dei primi mattoncini su cui costruire quello spirito civile che troppo spesso nel mondo dello sport, e del calcio italiano in particolare, latita.
Un esempio di fair play e di educazione, di rispetto per l'avversario e di amicizia, che potrebbe essere presto seguito da altre società, o magari (perchè no?) inserito nel regolamento. A tal proposito sono state positive le reazioni di moltissimi presidenti, come Ghirardi, del Parma, che ha dichiarato: "Tutto quello che e' positivo può essere istituzionalizzato. Sarebbe costruttivo prendere esempio da sport come il rugby, discipline che hanno valori sportivi superiori ai nostri."
La mentalità di una società e di un mondo come quello degli stadi non si cambia in un attimo, ma forse abbiamo assisitito al primo passo verso la normalità. Speriamo.
Salo