venerdì, novembre 30, 2007

L'Italia paralizzata dai privilegi e i sindacati che condannano i giovani.
L'Italia è economicamente bloccata dallo statalismo di questa Sinistra, ma soprattutto da un potere non legato al succedersi dei governi: quello atavico e arrogante dei sindacati, sempre pronti a difendere sacche di privilegi insopportabili e a dimenticare i giovani, per non parlare del futuro della Nazione più in generale.
Poichè il nostro Paese non ha un riformatore coraggioso come Sarkozy, capace di imporsi e resistere con successo alle antistoriche pressioni della piazza, la situazione pare difficilmente risolvibile.
Ancora una volta il sistema migliore, il più equilibrato, quello più ricco di buon senso, viene da oltreoceano, dagli USA, dove i sindacati non hanno come obiettivo il mantenimento di trattamenti di favore o di assetti lavorativi ormai incompatibili col mercato, ma semplicemente la doverosa tutela minima di ogni lavoratore. Tutto ciò grazie ad una legge che limita il potere dei sindacati ed impedisce loro di ricattare l'intero Paese con scioperi selvaggi o pressioni che sanno più di minaccia che di dialogo.
Ancora una volta, l'Italia ha qualcosa da imparare.
Salo

giovedì, novembre 29, 2007

La Chiesa che non fa notizia.
Trascorrendo un periodo in Honduras come “giovani missionari”, al servizio degli ultimi, un gruppo di universitari dell’Ateneo di Parma, per buona parte dell’anno ospiti presso il Collegio Salesiano San Benedetto, guidati da don Matteo Cassinotti, si sono confrontati la scorsa estate col mondo reale, quello lontano dai libri e dalle teorie, quello immerso nella polvere e, spesso, nel dolore, dove si sono impegnati nella costruzione di due case per altrettante povere famiglie e per sostenere, all’interno del progetto “Istruzione per tutti”, la realizzazione di una scuola elementare modello.
I giovani hanno precisato che il desiderio di fare un’esperienza in quella nazione è nato dalla simpatia che hanno avuto nei confronti dell’operato del cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, arcivescovo della capitale honduregna Tegucigalpa e presidente di Caritas Internationalis, che hanno incontrato prima ad Urbino e poi a Forlì nei mesi invernali. La sua testimonianza di fede e di carità, la sua grande speranza che le cose possano andare meglio, il suo impegno al servizio dei più poveri del mondo, la sua profonda umanità hanno contagiato questi giovani ed animato il progetto di una vacanza alternativa di lavoro. I soldi delle vacanze, anziché spenderli in divertimento e svago, nei posti più rinomati, hanno deciso di spenderli ugualmente, ma in opere buone, sporcandosi le mani al servizio degli ultimi, facendosi poi voce di chi non ha voce.
Attraversare mezzo globo, approdare su un continente diverso dal proprio, amare il prossimo che soffre, e la cui ricompensa più disarmante è spesso un dolce sorriso. Tutto questo può rappresentare la goccia di bene nel mare d’ingiustizia e d’ineguaglianza che sommerge il mondo, ma può essere anche di più: la svolta di una vita, la conquista di una fede operosa, che non resti solo “sulla carta”, la rinascita della speranza, l’utilizzo doveroso dei nostri talenti.
Hanno incontrato una dignità ancor più sorprendente, giacché immersa nel dolore. Proprio il dolore sembra essere parola tabù, nel nostro mondo materialista, che vive di banalità e relativizza ogni valore. Allora la scelta di questi ragazzi appare ancora più coraggiosa e carica di significato, più densa di carità, più radicale.
Il successo e la ricchezza interiore portati da questa esperienza hanno incoraggiato i preparativi per una seconda spedizione, che sia in continuità con la prima, ma che rappresenti pure un’avventura di carità per i cuori di un nuovo gruppo di ragazzi.
Salo

venerdì, novembre 23, 2007

Amara sconfitta, ma mossa necessaria.






Dopo la mossa a sorpresa di Berlusconi tutti si sono affannati a dare giudizi, a criticare, a disegnare futuri incerti. Ho preferito aspettare almeno qualche giorno prima di trattare l’argomento, perché lo ritengo un evento storico nella vita dell’Italia, come storica fu la discesa in campo del ’94, quando Silvio guastò all’ultimo momento i piani del duo PCI-Magistratura. E la Storia va meditata, non buttata giù come fosse una pillola. Ora sono pronto.
Secondo me la fine di Forza Italia, lo scioglimento della CDL e la nascita del Popolo delle Libertà costituiscono prima di tutto una sconfitta. Termina il sogno (mio, ma anche di Berlusconi) del bipolarismo maturo, cioè quello con due grandi partiti moderati, entrambi antifascisti, entrambi anticomunisti, uno conservatore-liberale e l’altro liberal-democratico. E’ un brusco risveglio: l’Italia non è pronta, né storicamente né culturalmente, ad adeguarsi al sistema politico migliore del mondo, cioè quello della tradizione anglosassone.
Il terremoto di questi giorni però è anche una decisione realistica e, quindi, doverosa. Berlusconi si è reso conto che i suoi alleati il partito unico non lo volevano e che la federazione la volevano, ma solo a parole: preso atto di ciò, per un partito come Forza Italia il bipolarismo restava una strada bellissima, lunga, ma senza quello che doveva essere il suo naturale sbocco finale. Quindi molto meglio mettersi l’anima in pace ed iniziare a pensare a sé stessi, magari con l’appoggio del neonato PD, altro partito che di alleati rissosi ne sa qualcosa: sfoltire la rosa di partiti e ricominciare dal sistema proporzionale, ecco gli unici argomenti da condividere con Veltroni.
In questo modo Forza Italia, o il nuovo soggetto suo diretto erede, sgranocchierà una fetta di voti ad AN e un’altra all’UDC, per non parlare dei partiti minori che saranno inglobati.
Sotto questa luce, in questo seconda chiave di lettura, l’evento di Piazza San Babila mi appare non solo accettabile, ma necessario. E soprattutto geniale.

Sconfitta da una parte, mossa realista dall’altra: questo è il mio giudizio sulla decisione di Berlusconi.
Casini paga il suo narcisismo suicida, Fini il suo nervosismo congenito.

Chi vivrà vedrà il vincitore.










Salo








domenica, novembre 18, 2007

Esercizio 1: EQUIVALENZA.

"Dal 1945 la Sinistra in Francia si è impadronita del potere culturale, ha riscritto la storia nazionale, ha occupato la scuola e l'università, ha ridisegnato l'arcipelago dell'informazione."
Eric Brunet
Sostituire alla parola "Francia" la parola "Italia": la frase vale ugualmente.
Salo

venerdì, novembre 16, 2007

Licenza di satira? no: licenza di oltraggio.




Dal giorno in cui si è autoproclamato re della satira si permette di dire qualsiasi cosa. Ciò sarebbe corretto, in nome della libertà di satira appunto, e chi gli ha messo i bastoni fra le ruote (da Berlusconi a D'Alema) ha secondo me commesso un errore.

Tuttavia la libertà di satira, concetto certo nobile, non può essere usato come una forma di autoindulgenza che copra qualsiasi frase, anche la più terribile. La libertà di satira è una cosa, la licenza di calpestare la dignità dei morti un'altra.

Il soggetto di tutto questo discorso è l'omino della foto, il pagliaccio ribelle, simpatico fino ad un certo punto, infantile per molti aspetti, maleducato di sovente, disgustosamente criminale in qualche eccesso.

Ed è proprio dell'ultimo imperdonabile eccesso che vorrei parlare. Nell'ultima puntata della sua trasmissione su La7, Luttazzi si è permesso (come sempre) volgarità a ripetizione e (come sempre) dispetti a 360°. Purtroppo però è anche inciampato in una delle sue cadute di stile, in una delle sue bastardate, in una delle sue assurdità che, poichè colpiscono i morti ammazzati, risultano inaccettabili e vomitevoli. L'eroe della satira ha iniziato con una serie di banali e stereotipate battutine contro gli Stati Uniti, dalla guerra all'Irak al Kosovo dimenticando casualmente le Torri Gemelle e il nucleare dell'Iran nazislamico (un po' di antiamericanismo fa sempre comodo per alzare gli ascolti di un pubblico in media abbastanza ignorante e in assoluto dalla riconoscenza e dalla memoria corte): fin qui tutto prevedibile e tutto lecito, anche se criticabile. Il problema sorge subito dopo, quando Luttazzi si permette di sparare un'assurdità non solo imbarazzante per quanto è falsa, ma soprattutto (e questo è grave) vergognosa perchè calpesta il sangue di vittime innocenti: dice il simpaticone che in Serbia Milosevic fece duemila vittime mentre la Nato diecimila! Ora, a parte la stupidità intrinseca nella polemica dell'affermazione (se la Nato non fosse intervenuta le conseguenze sarebbero state infernali e Milosevic avrebbe portato a termine completamente la pulizia etnica, forse questo a Luttazzi sfugge...), ciò che mi indigna è la falsità palese del dato numerico, un dato strettamente legato a vite umane spezzate!
Questa non è satira, ma bestialità verbale. Questa non è ironia, ma mancanza del più elementare dei rispetti: quello per chi è morto, a maggior ragione se vittima di violenza. Questa non è genialità, ma spazio mediatico sfruttato per indottrinare all'odio per l'Occidente sabotando la realtà storica. Questa non è cultura, ma offesa ad un dramma umano operata ignorando volutamente i fatti.
Mentre lui blatera e mentre i nostri media come sempre tacciono, in Somalia si sono riaccese le violenze e nell'ultima settimana gli sfollati sono stati più di 100mila, mentre i morti non si contano più. Una tragedia umanitaria che la Comunità Internazionale non riesce a risolvere.
Ma forse tra qualche anno Luttazzi sarà così "geniale" da cucirci sopra qualche battutina, cambiando due cifre là e altre due qua: una bella risata sul sangue africano, come se l'è appena fatta su quello della guerra in Serbia, inventando cifre pur di infangare la Nato (che casomai se ebbe una colpa fu quella d'intervenire tardi)! perchè no? Del resto a lui tutto è concesso!
Autoindulgenza personale.
Salo

domenica, novembre 11, 2007

Lo spazio di riflessione dei giovani conservatori liberali fondato da Andrea Pelfini, l' "IDEA", ha appena pubblicato un mio nuovo articolo. Il tema che ho scelto questa volta è la Libertà e mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni sul punto di vista che ho cercato di esprimere.
Qui il link per chi vuole leggere e provare a rimettere in discussione le malata concezione di libertà che questa società postmoderna ci ha inculcato.
Salo

giovedì, novembre 08, 2007

"Ho sempre pensato che non bisogna aver paura del Male che c'è nel mondo, ma del Bene che manca."


Don Oreste Benzi

domenica, novembre 04, 2007

VITTORIA

Il 4 Novembre del 1918 entrò in vigore l'armistizio con cui gli austriaci si arrendevano all'Italia: l'Impero Austroungarico era allo stremo e la grande offensiva di Vittorio Veneto era stata il colpo di grazia.

L'Italia si scopriva vittoriosa, la guerra diveniva un successo e la nostra Patria fu per un istante baciata dalla Gloria.

All'orizzonte i più avveduti già scorgevano la prossima delusione portata dalla conferenza di Versailles (la celebre "vittoria mutilata" che tanta spinta diede poi alla nascita del Fascismo).

Perchè celebrare questo giorno oggi? Perchè il nostro Paese è in costante crisi identitaria ha un incolmabile vuoto di sano patriottismo! Inutile lamentarsi della carenza di onestà, di spirito di comunità, di senso dello Stato, di rispetto per la legalità, se poi non facciamo nulla per far nascere nei cuori della gente un minimo di amore per la Patria e di orgoglio per la Bandiera!

Oggi ogni strada di ogni città dovrebbe essere attraversata dal nostro Esercito in festa e in ogni paesino dovrebbero assaporare il vento centinaia di Tricolori.

Un giovane che dimentica il 4 Novembre dimentica da dove viene la sua Libertà, da qual sacrificio è nata la sua Nazione. Purtroppo anche questo accade oggi: che l'ignoranza, la superficialità e l'apparenza insabbiano la Gloria eterna di chi è morto al servizio dell'Italia.

Salo

venerdì, novembre 02, 2007

Chiaro e sintetico, Alfredo Mantovano in questo articolo che consiglio a tutti spiega le ipocrisie e le colpe del governo riguardo ai temi della sicurezza e dell'immigrazione.
Salo

giovedì, novembre 01, 2007

Italia: paradiso dei delinquenti.
Gli ennesimi episodi violenti di questi giorni sono solo la conferma di una sconcertante situazione di insicurezza in cui si trova il nostro Paese. La soluzione pare lontana non solo per l'incapacità di questo governo debole e terzomondista di assicurare una risposta forte e sensata, ma anche e soprattutto per il più generale clima sociale che si vive in Italia, dove da sempre il delinquente viene visto con buonismo e la vittima non riceve mai giustizia.
Prodi si impegna molto per far abolire la pena di morte, intromettendosi in questioni interne ad altri Paesi, e nel frattempo le strade della nostra capitale, amministrate dal re del PD Veltroni, pullulano di ladri e assassini, mentre la gente per bene deve rinunciare ad una buona fetta delle proprie sacrosante libertà pur di sentirsi un minimo meno a rischio coltellata. Lo stesso Veltroni del resto ha usato soldi dei cittadini per costruire case poi assegnate non ai poveri romani, ma ai Rom (che tra l'altro le hanno semidistrutte e le usano solo come magazzino per merce rubate!). Siamo alla follia più totale.
Da mesi si attendeva una risposta dell'esecutivo sul tema sicurezza e oggi si può dire che è anche a causa delle ripetute divisioni nel Consiglio dei Ministri se una donna è morta, stuprata da una bestia che sul nostro suolo non avrebbe nemmeno dovuto metterci piede (nel suo Paese, la Romania, è infatti stato condannato a scontare anni di carcere che ha evitato scappando qui da noi).
Il clima surreale cui accennavo sopra è quello che consente ad un decelebrato come Russo Spena di ergersi in queste ore a difesa dei delinquenti e dei clandestini, secondo lui trattati troppo duramente dal "pacchetto sicurezza". Ah già, perchè dimenticavoi di dirvi che finalmente, dopo mesi e mesi di parto soffertissimo (e dopo svariati altri stupri, omicidi e Dio solo sa quante rapine), il governo si è deciso ad approvare delle norme più severe. Il problema però è che andando a leggere nel dettaglio tutta questa severità diventa barzelletta: tanto per fare un esempio, si espelleranno i clandestini...ma essi avranno un mese di tempo per andarsene (e quindi per far perdere le proprie tracce!!!).
Le assurdità si susseguono, in un testo che non ha nè capo nè coda e che per non offendere troppo i comunisti (eroici difensori del diritto incontestabile dei clandestini allo stupro e alla rapina degli autoctoni) evita ancora una volta di recepire quella direttiva europea che, se applicata risolverebbe il problema alla radice, giacchè prevede la possibilità di espellere tutti gli stranieri senza un lavoro certo. E dato che i Rom per cultura propria si rifiutano di lavorare...
Salo
"Quando Prodi e il suo governo hanno preso il timone del paese sapevamo che non ci sarebbero piaciuti. Conoscevamo in anticipo il sapore della zuppa che ci avrebbero somministrato: tasse, prediche anti-evasione, una politica estera irenista e codina, un po’ di zapaterismo de’ noantri, sindacalismo a iosa e una buona dose di revanchismo anti-berlusconiano come condimento.

Quello che non potevamo aspettarci a un anno e mezzo dalle elezioni è invece il completo stato confusionale del governo e delle forze che lo sostengono, la sensazione di una compagine allo sbando, arresa al peggio e senza alcuna capacità di recupero.
Gli italiani che hanno votato per l’Unione, magari in fuga dall’improvvisazione e dalla poca dimestichezza del centro-destra, oggi non credono ai loro occhi e i 5 anni di Berlusconi trasfigurano nella memoria come un culmine di buon governo."
Giancarlo Loquenzi