Presidenziali USA verso le primarie. Per i conservatori la nuova speranza è Huckabee.
Mentre in Italia la democrazia sembra sempre più malata ed il governo si regge ormai esclusivamente grazie al voto di senatori a vita non eletti dal popolo, dall’altra parte dell’Atlantico si è messa in moto la grande macchina elettorale americana. Il partito Repubblicano e quello Democratico dovranno prima di tutto eleggere al loro interno il rispettivo candidato ufficiale, con delle elezioni primarie che suscitano in questi mesi dibattiti, approfondimenti, prese di posizione molto interessanti: questa scrematura infatti dà la possibilità ai vari candidati di spiegare più in dettaglio i loro convincimenti e i loro programmi, poiché in questa fase hanno la necessità di distinguersi da personaggi del loro stesso partito, della loro stessa area politica e quindi sono costretti a scoprirsi di più, a spiegarsi meglio, a dire in faccia agli elettori quello che pensano riguardo i problemi reali della Nazione. E’ davvero uno straordinario spettacolo di democrazia e civiltà, che sfrutta le sempre maggiori risorse offerte dalla tecnologia per mettere in contatto candidati ed elettori: nell’ultima puntata della CNN in cui si sono scontrati tutti i candidati repubblicani, ad esempio, sono stati utilizzati alcuni filmati di youtube, inviati direttamente dai comuni cittadini che desideravano porre specifiche domande su temi scottanti. Insomma, tutta un’altra cosa rispetto al doppio scontro Berlusconi-Prodi del 2006, ingessato da regole assurde imposte dall’Unione, pena la minaccia di far saltare tutto (in un momento in cui era la CdL ad aver bisogno del confronto per cercare di rimontare). Così come saranno tutta un’altra cosa le primarie americane rispetto alla buffonata delle primarie del PD italiano, quelle in cui invece che scegliere il capo gli elettori di Sinistra l’hanno semplicemente incoronato (visto che non avevano alternative, poiché tutti i possibili avversari credibili e pericolosi di Veltroni, da D’Alema a Bersani, da Rutelli a Prodi, non si erano candidati).
Siccome le primarie statunitensi inizieranno (il 3 gennaio) dall’Iowa, tutta l’attenzione dei media è concentrata sui sondaggi di questo stato: infatti chi vincerà la prima battaglia qui potrebbe già mettersi in tasca metà nomination.
I democratici sceglieranno uno tra Edwards (quello più a sinistra), Obama (messo meglio proprio in Iowa rispetto al resto del Paese) e la Clinton (che è grande favorita, anche se in Iowa deve recuperare).
I repubblicani eleggeranno uno tra Giuliani (il favorito, in testa a livello nazionale, ma traballante in Iowa), Romney (che ha da pochi giorni ricevuto il prestigioso endorsement della rivista National Review), McCain (il reduce del Vietnam che punta tutto sulla guerra al terrorismo, ma che voci fondate danno in grosse difficoltà economiche), Thompson (la vecchia stella di Hollywood, ma già senatore) e Huckabee (che mette Fede e Famiglia in cima ai suoi valori).
I democratici americani appartengono alla famiglia politica liberaldemocratica; i repubblicani sono invece figli del pensiero conservatore liberale. Ovvio quindi che io mi senta più affine ai secondi: qualsiasi candidato repubblicano sarà meglio di qualsiasi candidato democratico. Detto questo però, ribadisco l’ammirazione che provo per l’intero sistema politico anglosassone, dove tradizionalmente si scontrano due partiti entrambi realmente democratici, entrambi liberali, entrambi moderni.
E intanto noi italiani siamo ancora qui a lottare contro chi non si vergogna a definirsi comunista…
Tra i candidati repubblicani, avevo già lodato Thompson, che scendendo in campo è andato a colmare una grossa lacuna: l’esigenza di avere un rappresentante dell’elettorato più conservatore. Tuttavia nell’ultimo mese è nata un’altra stella autenticamente conservatrice: l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, che sta clamorosamente rimontando in tutti i sondaggi e ormai è arrivato non solo ad insediare il secondo posto di Romney, ma anche a far sentire il fiato sul collo al favorito Giuliani, il “sindaco d’America”.
Huckabee, che evidentemente ha risvegliato la base repubblicana (in particolare quella degli stati del Sud) molto meglio di quanto non sia riuscito a fare Fred Thompson, è conservatore non solo sui temi etici, ma anche su quelli economici. Infatti, rispetto per esempio a Bush, è molto più aderente alla dottrina del “Conservatorismo compassionevole”, tanto da aver dichiarato di sentirsi maggiormente vicino agli operai e agli agricoltori che non agli industriali del NordEst. E infatti non a caso Huckabee ha raccolto pochi fondi per la sua campagna: egli è malvisto dai grandi finanziatori del partito, mentre incontra sempre più il consenso della base. La sua ascesa è dovuta certamente anche allo scontro televisivo di fine novembre, di cui è risultato il vincitore sia per la decisione e la chiarezza delle sue risposte sia per un paio di battute geniali, come quella su Gesù e la politica. Io stesso, dopo aver visto l’intera trasmissione (disponibile divisa in 14 spezzoni su youtube), sono rimasto positivamente impressionato dalle parole di Huckabee, che mi è sembrato l’unico all’altezza di Giuliani: troppo aggressivo e litigioso Romney, troppo timido ed impacciato Thompson, troppo marmoreo McCain (anche se si vede che è una vecchia volpe).
Siccome le primarie statunitensi inizieranno (il 3 gennaio) dall’Iowa, tutta l’attenzione dei media è concentrata sui sondaggi di questo stato: infatti chi vincerà la prima battaglia qui potrebbe già mettersi in tasca metà nomination.
I democratici sceglieranno uno tra Edwards (quello più a sinistra), Obama (messo meglio proprio in Iowa rispetto al resto del Paese) e la Clinton (che è grande favorita, anche se in Iowa deve recuperare).
I repubblicani eleggeranno uno tra Giuliani (il favorito, in testa a livello nazionale, ma traballante in Iowa), Romney (che ha da pochi giorni ricevuto il prestigioso endorsement della rivista National Review), McCain (il reduce del Vietnam che punta tutto sulla guerra al terrorismo, ma che voci fondate danno in grosse difficoltà economiche), Thompson (la vecchia stella di Hollywood, ma già senatore) e Huckabee (che mette Fede e Famiglia in cima ai suoi valori).
I democratici americani appartengono alla famiglia politica liberaldemocratica; i repubblicani sono invece figli del pensiero conservatore liberale. Ovvio quindi che io mi senta più affine ai secondi: qualsiasi candidato repubblicano sarà meglio di qualsiasi candidato democratico. Detto questo però, ribadisco l’ammirazione che provo per l’intero sistema politico anglosassone, dove tradizionalmente si scontrano due partiti entrambi realmente democratici, entrambi liberali, entrambi moderni.
E intanto noi italiani siamo ancora qui a lottare contro chi non si vergogna a definirsi comunista…
Tra i candidati repubblicani, avevo già lodato Thompson, che scendendo in campo è andato a colmare una grossa lacuna: l’esigenza di avere un rappresentante dell’elettorato più conservatore. Tuttavia nell’ultimo mese è nata un’altra stella autenticamente conservatrice: l’ex governatore dell’Arkansas Mike Huckabee, che sta clamorosamente rimontando in tutti i sondaggi e ormai è arrivato non solo ad insediare il secondo posto di Romney, ma anche a far sentire il fiato sul collo al favorito Giuliani, il “sindaco d’America”.
Huckabee, che evidentemente ha risvegliato la base repubblicana (in particolare quella degli stati del Sud) molto meglio di quanto non sia riuscito a fare Fred Thompson, è conservatore non solo sui temi etici, ma anche su quelli economici. Infatti, rispetto per esempio a Bush, è molto più aderente alla dottrina del “Conservatorismo compassionevole”, tanto da aver dichiarato di sentirsi maggiormente vicino agli operai e agli agricoltori che non agli industriali del NordEst. E infatti non a caso Huckabee ha raccolto pochi fondi per la sua campagna: egli è malvisto dai grandi finanziatori del partito, mentre incontra sempre più il consenso della base. La sua ascesa è dovuta certamente anche allo scontro televisivo di fine novembre, di cui è risultato il vincitore sia per la decisione e la chiarezza delle sue risposte sia per un paio di battute geniali, come quella su Gesù e la politica. Io stesso, dopo aver visto l’intera trasmissione (disponibile divisa in 14 spezzoni su youtube), sono rimasto positivamente impressionato dalle parole di Huckabee, che mi è sembrato l’unico all’altezza di Giuliani: troppo aggressivo e litigioso Romney, troppo timido ed impacciato Thompson, troppo marmoreo McCain (anche se si vede che è una vecchia volpe).
Huckabee, in ascesa nei sondaggi
Comunque andranno a finire queste primarie, sia le repubblicane sia le democratiche, sarà un piacere seguirle fino in fondo e sarà fondamentale capire attraverso di esse i punti forti e quelli deboli dei due personaggi che andranno poi a costituire la coppia finale di sfidanti, per le presidenziali del 2008. Un evento di democrazia fondamentale per gli USA, ma importante anche per tutto il resto del mondo.
GOD BLESS AMERICA
GOD BLESS AMERICA
Old Whig
26 Commenti:
ho già da tempo fatto il mio endorsment per huckabee..
inizialmente simpatizzavo per fred thomspon, ma mi è sembrato impacciato e pigro in campagna elettorale e nei confronti tv.
giuliani piace agli indusriali e ha tantissimi fondi per la sua campagna: ma alla fine al voto ci va anche la gente comune (che è la maggioranza). e huckabee deve puntare su questa base. se lo farà (come sembra che sia) potrebbe anche vincere.
Posso azzardare un'ipotesi? Se la Clinton entrerà in crisi, allora anche la candidatura di Giuliani sarà in serio pericolo. Soltanto Giuliani può battere Hillary, ma se i democratici dovessero dimostrare di preferire qualcun altro? Davvero divertenti queste primarie: almeno 8 contendenti (3 democratici e 5 gop) hanno la possibilità di diventare presidente!altro che le primarie italiane! ;-)
Andrea, ammetto che ascoltandolo nei confronti tv mi è sembrato un politico di altissimo livello. E inoltre alcune sue scelte nette e craggiose, come quella contro l'aborto, lo rendono simile a Sarkozy (che in Francia ha avuto il coraggio di demolire in campagna elettorale il falso mito del '68).
Bobo, la tua ipotesi non è azzardata e se dovesse avverarsi mi piacerebbe parecchio... ;)
Eh sì queste sono primarie vere, non incoronazioni senza storia...
Sono elezioni importanti..non solo per l'America ma per il mondo intero, verissimo. Ciaoo ^_^
Saranno elezioni importanti..Il momento non è facile per il mondo, meno che meno per gli USA impegnati su vari fronti di guerra.
Bacioni!!
- Dolcelei -
Per gli USA saranno elezioni importanti, ci sono vari fronti di guerra aperti..Sarà una scelta importante per tutto il mondo quella del nuovo presidente.
Bacioni ^_^
Dolcelei, sarà una scelta che, come sempre quando si parla di USA, toccherà il destino dell'umanità. Fino ad ora gli americani hanno sbagliato solo una volta (quando hanno eletto Carter). Spero continuino a scegliere bene...
A presto
Non so, Old, a me Giuliani continua a piacere parecchio.
Hillary è in forte discesa, se dai un'occhiata al blog di M.Luisa Rossi Hawkins, ci sono diverse informazioni interessanti sulla sig.ra Clinton: ci si potrebbe scrivere un libro...
Buona domenica.
Luca.
Beh Luca, ovviamente se Giuliani vincesse le primarie, in un ipotetico scontro finale con Billary tiferei per lui. Però Huckabee e Thompson sono ancor più coincidenti con il mio politico ideale, dal punto di vista dei valori.
Bello l'articolo.
E poi tanto di cappello per il fatto di aver sottolineato che i valori liberali sono patrimonio comune dei 2 partiti.
Complimenti con questo lavoro avremo più familiarità con il panorama politico Usa.
P.s: Ti ho linkato già da qualche giorno.
Spero che tu faccia la stesa cosa con me.
Ciao Pensiero liberale!
Ti ringrazio. Per il link provvedo subito ;)
Io fondamentalmnte sono tranquillo perchè penso quello più a sinistra che può vincere è Berack Obama e Obama su alcuni aspetti fondamentali è tipicamente americano:
1)Ha iniziiao l'ultimo discorso ringraziando Dio per la bella giornata,
2)ritiene che l'America debba mantenere il suo ruolo nel mondo,e continuare a combattere contro il terrorismo.
Per valori anch'io sono più vicino a Fred Thompson o Huchabbe, però essendo italiano ho interesse soprattutto alla politica estera e sia Giuliani sia Hillary hanno a capo dei loro staff di consiglieri in politica estera dei neocon.
Mentre temo che Huchabee non sia adeguato a essere un comandante in campo.
Condivido la tua analisi su Carter, insieme a Bush senior il peggior presidente americano del dopoguerra.Non a caso Carter piace agli eeuropei e ai terzomondisti e ha preso il nobel per la pace
Neoconservatore
http://pensieroneoconservatore.ilcannocchiale.it/
Neocon, ormai il Nobel, quando lo danno a politici, premia solo terzomondisti con scheletri nell'armadio (come quella trippona messicana...com'è che si chiamava?), deficenti (come Carter) o viscidi ballisti di professione (come Al Gore...).
tra i "peggiori" non hai nominato Nixon,poi non ho mai fatto segreto che secondo me Reagan sia tra i "peggiori" che gli USA abbiano mai eletto
Chris, su Nixon ho avuto un lapsus e ti do ragione.
Ma Reagan per me è stato uno dei migliori (quarto dopo, Lincoln, Adams e Wilson), e non a caso resta uno dei più amati dal popolo americano.
Old whig, secondo me tra i primi due deve esserci anche Thomas Jefferson.
condivido quello che disse Kennedy quando a una cena alla Casa Bianca invitò degli illustri scienziati: "solo una volta in questa stanza c'è stata una concentrazione d'intelligenza maggiore di quella che c'è stasera: quando Jeffeson cenava qua da solo."
Reagan è stato un grande presidente
no, se vogliamo essere sinceri il presidente peggiore degli ultimi sessant'anni non l'avete nominato, anzi avete nominato qualcuno tra i migliori (Reagan!): il peggior presidente della storia americana recente è stato a mio modesto parere JFK!!!con buona pace di Veltroni...
ciao Matteo.
da quanto so, lo danno ancora come outsider. Giuliani sempre davanti a tutti e McLain in ascesa
Ciao Matteo, ti invito su l'idea per leggere il pezzo di Silvia De Carli sulle primarie Usa, un pezzo di cronaca per fare un po' di chiarezza, come hai fatto tu.
http://digilander.libero.it/idea.ap/
Andrea
Neoconservatore, è uno di quei casi in cui ogni esclusione risulta dolorosa... :)
Bobo, su Reagan andiamo d'accordo ;)
Stonato, Giuliani è davanti a tutti, ma a livello nazionale; invece in Iowa la sfida è aperta...e chi vince in Iowa può approfittarne per avere maggiore spinta mediatica ed economica...
Grazie Andrea! Vado a leggere ed invito tutti a visitare l'Idea.
Caro Bobo, concordo con te che JFK è stato il peggiore presidente Usa degli ultimi anni. Per le nominations stiamo attenti che tutto può ancora succedere e l'Iowa conta come pre sondaggio indiativo per se stesso più che dei reali andamenti del paese. Comunque temo chei l fronte conservatore possa dividersi regalando la Casa Bianca ai democrats,come già successe nel 1992. E temo che solo Thompson,se si svegliasse, potrebbe scongiurare un simile eventualità. Ad ogni modo anche il ticket Giuliani Huckbee potrebbe spuntarla. Molto dipenderà dagli effetti della crisi dei mutui subprime, è bene non dimenticarlo.
Tolomeo, in effetti il ticket Giuliani-Huckabee porterebbe al voto tutte le anime del Partito Repubblicano e sarebbe molto positivo per questo.
Ma per noi conservatori il sogno proibito (?) resta un ticket Thompson-Huckabee.
Probabilmente sono molto più democratici di noi perché, oltre ad avere una tradizione più lunga, non hanno mai avuto un regime fascista o comunista. I nostri schieramenti invece risentono ancora del nostro passato (basta vedere Berlusconi & Storace, Fini che fa il saluto fascista alle manifestazioni, la Lega fortemente razzista e D'Alema e Bertinotti che dicono le stesse cose di 25 anni fa, quando c'era ancora il Muro di Berlino) e non riescono a distaccarsene.
Esperimento sono d'accordo, anche se ritengo l'antistoricità della nostra Sinistra molto più grave di quella del nostro Centrodestra. Fini ha rinnegato il ventennio e ha definito il fascismo un male assoluto, Berlusconi si è sempre definito liberale e non ha mai preso nessun provvedimeto governativo contrario a tale ideale, la Lega non è razzista in sesno stretto, ma solo esagerata nel proporre alcune risposte a problemi comunque reali e che comunque solo lei ha il coraggio di portare in primo piani nel dibattito pubblico.
Al contrario la Sinistra resta davvero legata ad un'ideologia di morte che non è mai stata palesemente condannata (anzi, due partiti si richiamano ancora ad essa con orgoglio!!!).
Old, qualche buon libro sulla politica estera americana (di autori americani) me lo consigli?
Stonato, è appena uscito questo libro di Bolton, ex ambasciatore USA presso l'ONU: http://www.aei.org/books/bookID.911,filter.all/
book_detail.asp
Il problema è che non è tradotto, si trova solo in inglese. Non so, magari per te non è un problema; in tal caso te lo consiglio, perchè fa luce su molti aspetti interessanti dell'ultimo ventennio.
Un altro libro, questo davvero stupendo, che ti consiglio è "Libertà per l’America latina. Come porre fine a cinquecento anni di oppressione dello Stato", di Alvaro Vargas Llosa, edito da Rubbettino e Facco, in vendita al prezzo di 15 euro, pp. 318. Te lo consiglio anche se va un po' fuori tema rispetto a ciò che mi hai chiesto: non parla della politica estera USA, ma della situazione dell'America Latina, abbattendo molti falsi miti antiamericani e sottolineando le responsabilità dei sudamericani stessi nell'aver sempre avuto un debole per regimi autoritari (di destra e sinistra).
Comunque, se c'è un libro che ti consiglio in assoluto per la sua sconvolgente lucidità e per la sua originalità intellettuale, è sicuramente "Senza Radici", di Ratzinger e Pera: un breve volumetto che distrugge tutti i falsi miti del politically correct di oggi, a partire dal maledetto relativismo.
Spero di esserti stato utile.
A presto
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