sabato, settembre 29, 2007

Integrazione: il modello americano.


L'integrazione degli immigrati è uno dei temi che più mi interessano e che più ho trattato su questo blog.
La Sinistra italiana, anche in questo caso, mostra di essere attaccata all'ideologia ed incapace di leggere la realtà. Infatti i vari Bertinotti ed Amato sono sostenitori di un sistema definibile come multiculturalismo leggero, che ha già fallito ovunque si sia tentato di applicarlo. La recente proposta del Ministro degli Interni va in questa disastrosa direzione: concedere agli immigrati la cittadinanza dopo soli 5 anni di soggiorno in Italia, senza nessun test, senza nessun controllo, senza nessuna regola!

Oggi arriva dagli Stati Uniti un esempio di approccio diverso e, ne sono convinto, assolutamente migliore. Infatti negli USA chi vuole diventare cittadino deve comprendere bene cosa ciò comporta in termini di rispetto delle regole civili e di doveri verso la comunità, così come di amore verso la bandiera e i valori fondanti della più grande ed antica democrazia liberale del mondo. Per verificare tutto questo, gli americani sottopongono gli aspiranti nuovi cittadini ad una serie di test (sulla lingua, sulla Costituzione, sui valori della società, sulla Storia della Nazione, sulla comprensione politica, ecc. ...), attraverso i quali è possibile verificare il reale livello di integrazione.

Peccato che il Centrodestra in cinque anni di governo abbia ascoltato più l'abbaiare di Bossi che le proposte degli intellettuali come Marcello Pera che guardavano al modello a stelle e strisce.
Peccato che la Sinistra si ostini a non capire che senza regole la convivenza non è possibile e senza integrazione vera l'emarginazione è dietro l'angolo (proprio come è avvenuto a Padova, dove la stessa Sinistra ha costruito un muro per ghettizzare gli immigrati).




Salo


giovedì, settembre 27, 2007

Oggi. Solo oggi.


Una domanda mi sorge spontanea: ma la Birmania esiste da oggi?

Solo oggi i giornalisti ci descrivono la terribile dittatura militare di questo sfortunato stato asiatico. Solo oggi i TG ci mostrano i le abitazioni fatte di rifiuti, le strade di fango e i bambini denutriti. Solo oggi sappiamo della democrazia calpestata, della libertà mai nata, della violenza e della miseria. Solo oggi qualcuno, nelle redazioni che contano, ha deciso che il sangue in Birmania fa notizia.

Eppure già molti mesi fa gli USA portarono le loro rimostranze presso l’ONU. E due mesi fa Laura Bush convocò una conferenza stampa, per richiamare l’attenzione dei media sulla vergognosa prigionia della leader democraticamente eletta Aung San Suu Kyi. E nei primi giorni di settembre la stessa Laura Bush ha telefonato all’insipido Segretario ONU Ban Ki-Moon, per rimproverarlo della sua inattività riguardo al problema.

I giornalisti europei che ora ci ubriacano di informazioni, di filmati e di corrucciati scuotimenti di testa sono gli stessi che fino alla settimana scorsa hanno taciuto tutto questo.

Forse tacevano perché la vita di un loro collega tedesco vale più delle vite di migliaia di birmani.

Forse tacevano per non mettere a rischio l’audience delle prossime olimpiadi di Pechino, visto che proprio la Cina sostiene e protegge a livello internazionale il regime sanguinario della Birmania.

Forse non volevano ammettere che gli unici ad interessarsi del problema erano (e sono) gli Stati Uniti d’America.

Da oggi però, dopo le marce dei monaci, dopo le proteste dei civili, dopo il coraggioso discorso di Bush presso l’ONU, ma forse soprattutto dopo il primo morto con la pelle bianca (e per giunta pure col microfono in mano), ebbene oggi, dopo tutto ciò, i nostri giornalisti sono un po’ costretti un po’ interessati ad affermare che la Birmania esiste!

Solo oggi.

Non è un po’ tardi?

E non è un po’ ipocrita?



Salo




giovedì, settembre 20, 2007

Io sto con Fred!



Sicurezza, unità, prosperità. Tre parole chiave e si è gettato nella mischia. Senza paura, senza pensare ai pronostici o ai sondaggi.
Io ho scelto lui: Fred Thompson.

Molti blog hanno compiuto scelte affrettate, molti si sono accontentati di ciò che passava il convento, molti hanno seguito l'impulso del nome più di moda. Io no, io ho atteso. E ho avuto ragione.
La candidatura di Fred Thompson alle presidenziali americane del 2008 è ciò che tutti i conservatori liberali aspettavano: un vuoto che si va a colmare.
Certo, ci tengo a sottolineare che la politica anglosassone ha il grande pregio, rispetto alla nostra, di non avere a che fare con ideologie assurde dal passato sanguinario: non c'è spazio per i Diliberto negli USA, e nemmeno per i Le Pen! Niente estremismi nella terra della Libertà: solo due grandi partiti, entrambi realmente democratici, entrambi realmente liberali, che lasciano poco tempo ai dibattiti ideologici e si concentrano così molto meglio sui problemi reali della gente, sulle sfide aperte per il futuro.

Quindi una politica sicuramente più sana e moderna della nostra.

Detto questo però, non posso far finta che tutti i candidati siano uguali, perchè non è così.
Nello schieramento dei Democratici, faccio il tifo per Obama, il quale rispetto alla Clinton è molto più coerente riguardo la politica estera e molto più equilibrato sui temi etici.

Nello schieramento dei Repubblicani, al quale sono naturalmente più affine, prima del 6 settembre non potevo fare il tifo per nessuno, non certo pre il ROIN (Repubblican only in name) Giuliani, non certo per il mormone impacciato Romney, non certo per quella volpe a volte troppo insipida a volte troppo eccessiva di McCain (tra l'altro in grossi guai finanziari). Poi, finalmente, la luce della speranza, per me, ma soprattutto per la Right Nation americana: Fred Thompson, la stella di Hollywood, l'ex senatore, il conservatore tutto d'un pezzo!

Ecco la scelta giusta, ecco il momento giusto, ecco un uomo col giusto entusiasmo e il doveroso rispetto per i valori fondanti della più antica democrazia liberale del mondo!
Forza Fred!

e GOD BLESS AMERICA
Salo

mercoledì, settembre 19, 2007


Capita di trovare le parole giuste solo troppo tardi. Capita di svegliarsi e non riuscire a dimenticare un momento di silenzio colpevole.

Capita semplicemente di voler dire qualcosa a una persona importante.


L'amico Angelo mi coinvolge in una catena che c'entra con tutto questo. Del resto il titolo è chiaro: "Le parole che non ti ho detto." Lo ringrazio, perchè non è una delle solite catene, ma ti permette di fare qualcosa e di esprimere emozioni che hai dentro, anche da un bel po'.


Forse le persone destinatarie non leggeranno mai, ma ciò importa poco.


Ho tre cose da dire a tre persone, quindi inizio subito.

Con la prima sarò davvero sintetico:


Victoria, lo so è passato molto tempo, ma tu hai anche sofferto molto, per cui mi sembra doveroso chiederti scusa. SCUSA, perchè mi sono comportato davvero male.



Con la seconda sarò ancora più ermetico, ma decisamente "espressivo":


Alessandra,VAFFANCULO!



Con la terza invece mi dilungherò, ma non troppo:


Papà, ti ringrazio per tutto ciò che sei e per tutto il bene che mi vuoi. Anche se non riesco a dirtelo quanto vorresti e quanto vorrei, sappi che mi accorgo di tutto ciò che fai per me, di tutti i sacrifici e di tutte le buone parole, di tutti i consigli e di tutti i semplici e nobili valori che mi hai trasmesso: per me sei il miglior papà del mondo.

Ti voglio bene.



Ecco, ora mi sento meglio, decisamente meglio...


Ah, mi stavo per dimenticare...devo coinvolgere qualcuno che di sicuro leggerà il post...scelgo AndreaTeocon, ItalianWisher e Tolomeo.





Salo



lunedì, settembre 17, 2007


Lezione di satira.

Da sempre, una delle caratteristiche migliori del popolo statunitense è l'assoluta libertà di opinione, di critica e, quindi, di satira. Una satira che si concentra, in maniera a volte maniacale, proprio sulla stessa società americana! Insomma, al di là dell'Atlantico vanno oltre l'obiettività, si concedono l'esagerazione, ed innalzano continuamente un altare esilarante all'autocritica più cattiva: sanno cioè non solo ridere, ma ridere di se stessi. E' questa una qualità (una delle tante a dire il vero) che ci manca, come europei e come italiani.


Nell'ambito di tale feroce ritratto di se stessi, gli americani hanno partorito una delle serie tv più apprezzate in tutto il mondo e che dipinge con (a volte sadica) ironia, i difetti di una società molto vicina alla nostra: mi riferisco ovviamente ai mitici Simpson. Nessun tipo sociale, nessuna categoria e nessun partito sfuggono all'indagine pungente e spesso esagerata (ma giustamente la satira fa dell'esagerazione da sempre il suo pane quotidiano) di questa serie. Una serie che ora, per la prima volta, debutta sul grande schermo, con un film a tratti irresistibile, a tratti meno, ma comunque sempre impietoso nel ritrarre il nostro mondo.


Non è certo un caso che il personaggio nuovo del film sia un ridicolo ambientalista alla Pecoraro Scanio, un estremista verde potremmo definirlo, che crede di poter risolvere l'inquinamento limitando (fisicamente) la libertà e il progresso dell'uomo. Inequivocabile riferimento all'attualità, che ci ha appena proposto sia un politico raccontaballe che, per risollevare una carriera disastrosa, si fa bello (e ricco) prefigurando catastrofi inesistenti, mentre ha l'abitazione che consuma più energia nel suo stato (Al Gore), sia un popolo di scemi che crede alle sue frottole senza notare che i cambiamenti climatici avvengono da quando il nostro pianeta esiste.

Ma i Simpson, come sempre, se la prendono con tutti, anche quindi con l'altro estremo: cioè quei cittadini menefreghisti che inquinano senza rispetto la Natura. Tra i due estremi, bifolchi inquinatori (ed Homer stranamente c'è dentro...) da una parte e interessati (o scemi per davvero) catastrofisti dall'altra, si gioca tutta l'ironia della trama del film, mentre altre risate ci sono strappate dalle battute isolate o dalle homerate che durano un momento, ma ti sfiancano il diaframma dal divertimento.


Insomma, un film da vedere per tre motivi: imparare dai maestri americani come ridere di se stessi e fare un po' di sana satira; ridere di gusto; riflettere sui folli estremismi ambientalisti, ma anche sul rispetto che effettivamente merita l'ambiente.
Concludo consigliando la lettura di un ottimo articolo in merito, scritto dal direttorie dell' "Occidentale", Giancarlo Loquenzi.
Salo

sabato, settembre 15, 2007

VERGOGNA!

E adesso vengano a dirci che Prodi è un pacifista! E adesso vengano a dirci che abbiamo una politica estera seria!

Ciò che è appena successo è una vergogna per l'Italia a livello internazionale, tanto che già molti sono stati i richiami da parte di parlamentari europei!

Prodi, seguendo i dettami del terzomondismo pacifinto di Rifondazione, ha accolto con tutti gli onori uno dei più sanguinari e feroci dittatori africani! Prodi, seguendo gli ordini della Sinistra radicale filoislamista, ha accolto con tutti gli onori il criminale che da anni attua un genocidio spaventoso contro una parte della sua popolazione! Prodi ha accolto con tutti gli onori il capo del Sudan e l'assassino di mezzo milione di persone della regione del Darfur!

Mentre tutto il mondo si mobilita per salvare il Darfur ed isolare il dittatore del Sudan, Prodi si schiera con la Cina e lo accoglie a braccia aperte!

Altro che politica estera, questa è associazione a delinquere! L'Italia della Sinistra è la vergogna dell'Occidente!

Salo

venerdì, settembre 14, 2007



Dietro al Grillo Strillone.






Mentre un pagliaccio monologhista e ipocrita (badate che tutte e tre le parole che ho scelto sono scelte non per caso) aizzava le folle dei girotondini delusi, tutti si chiedevano: ci saranno risvolti politici reali oppure tutto si concluderà in questa scampagnata inutile e grottesca?


E quando arrivò lo scaricatore di porto che sa far contenti i bimbi di terza media ripetendo trenta volte al giorno parole come "cacca" (oh, c'è chi ride con poco, che ci volete fare...) a criticare e non sostenere l'amico giullare, allora i giornalisti ebbero il risvolto che cercavano, anche se non politico, ma di faida tra presunti comici.




Peccato che tra critiche e applausi, tra risvolti e proiezioni sul futuro, nessuno abbia ritenuto degno di indagine il passato, il retroterra, insomma ciò che sta dietro alla gitarella del V-DAY. Io invece credo che sia utile concentrarci su questo: il fallimento alla nascita del PD! Tutti a dire "malcontento", ma malcontento di chi? e malcontento per cosa?? Tutti a chiedersi se il genovese ex-sfasciaPC ora amante dei blog fonderà un partito, ma non ce ne dovrebbe già essere uno di partito in cantiere a Sinistra? allora se già i girotondini ne vogliono un altro, vuol dire che quello è morto alla nascita! O no?
Perchè è morto alla nascita? Semplice: perchè una fusione a freddo tra Margherita e DS non piace alla base dei due partiti e il non voler escludere nessuno, il non volersi sbilanciare, insomma il non voler dar contenuto al nuovo contenitore ha solo aggravato la rabbia: la rabbia di gente ora chiamata a votare un partito del nulla, senza confini definiti e senza programmi se non le generiche, banali e demagogiche esternazioni del Sindaco part-time della Capitale. I vertici di DS e Margherita hanno fatto davvero poco per far affezionare gli elettori al PD e davvero troppo per farli incazzare.

Ecco perchè è sempre più appropriata la definizione di PD come Partito Defunto.
Così defunto che l'odore di putrefazione ha attirato gli avvoltoi...simili a tozzi grilli parlanti.












Salo






giovedì, settembre 13, 2007



Rai: problema vecchio, con Prodi incubo nuovo.
















La televisione pubblica italiana è una delle tante anomalie irrisolvibili del nostro Paese. Risulta essere da sempre un terreno lottizzato dalle varie forze politiche, privo del pluralismo e del minimo buon senso critico. Lo stesso sistema di spartizione pluralista è in realtà errato, poichè implicitamente ammette faziosità, o meglio una serie di faziosità che poi nel complesso dovrebbero compensarsi. Qualcosa di più semplice tipo l'obiettività e la libertà di opinione no?




Duole dirlo, ma in questo caso a darci una bella lezione non è solo la patria della libera informazione e della libertà di satira ed inchiesta (gli USA), ma anche la maggior parte dei Paesi occidentali.






Nella scorsa legislatura, il governo di Centrodestra aveva ideato un sistema che certo non era perfetto, ma almeno garantiva un minimo di pluralismo e controllo da parte di tutte le parti politiche. Tale sistema prevedeva un Consiglio di Amministrazione con maggioranza filogovernativa ed un Presidente di garanzia eletto tra i personaggi vicini all'opposizione. Così avvenne che un Consiglio di Amministrazione di Centrodestra elesse all'unanimità un Presidente di Centrosinistra.


Ora, con la Sinistra la potere, le cose sono cambiate, e in peggio. Avevamo già parlato delle intenzioni del governo Prodi. Intenzioni antidemocratiche ed ingiustificabili, in questi giorni divenute realtà: una sola parte politica ha sia il controllo del Consiglio di Amministrazione sia un suo uomo come Presidente. In pratica la Sinistra ha occupato la Rai.




Ciò che vorrei fosse chiaro, oltre alla gravità del comportamento del governo Prodi, poco a suo agio con le regole democratiche, è soprattutto la questione che sta sotto: cioè la situazione da sempre malata del servizio televisivo pubblico, che non riesce a scrollarsi di dosso le mani viscide della politica!


Insomma, secondo me, con il governo Prodi il problema diventa emergenza è vero, ma non bisogna dimenticare che esisteva già da prima, e la toppa messa dal Centrodestra non era certo una soluzione idilliaca.


Forse sarebbe ora, in un Paese che vuole essere civile, di interrompere i cambi di bandiera squallidi sui tetti di Rai 1 e Rai 2. Forse sarebbe ora, in un Paese che vuole essere democratico, di abbattere lo storico assurdo dominio della Sinistra su Rai 3, canale che produce la più ridicola e settaria delle disinformazioni pagate a peso d'oro dai contribuenti tutti.




Forse. Ma, vista l'incapacità mostrata dal Centrodestra e vista la mancanza di rispetto per le più semplici regole democratiche mostrata dal Centrosinistra, non mi illudo.









Salo





martedì, settembre 11, 2007

WE WILL NEVER FORGET

L'11 settembre del 2001, il Nazismo islamico ci ha dichiarato guerra, nella maniera più vigliacca e atroce.

Lo scontro di civiltà è già in atto, che noi lo vogliamo o no, e i successivi attacchi a Madrid, Londra, Beslan, ne sono le prove più lampanti; senza dimenticare le prove più piccole, ma non meno gravi, come l'omicidio di Theo Van Ghog e i vari attentati sventati dai servizi segreti di molti stati occidentali.


Quelle tremila vittime di quel maledetto 11 settembre sono state le prime di una guerra terribile, che dobbiamo vincere.


Per la civiltà. Per l'Occidente.
Per la libertà.




Salo

domenica, settembre 09, 2007

Il quotidiano on-line l' "Occidentale" ha pubblicato un mio articolo sulla questione del canone letterario e dell'insegnamento della Letteratura nel nostro Paese.
Potete leggere il mio lavoro qui.
Fatemi sapere cosa ne pensate.



Salo




venerdì, settembre 07, 2007

DOMANDE SCOMODE PER LA SINISTRA.




"Sarebbe interessante chiedere a questa sinistra cosa effettivamente intenda per solidarietà, nel momento in cui la considera minacciata dalla richiesta di legalità.

Che senso può avere il denunciare le attività sociali della Chiesa, per via dell’Ici, se non quello di fiaccare la prima fonte generatrice di solidarietà e di welfare? Che senso ha far proclami di vicinanza agli ultimi, quando un giorno sì e l’altro pure, si attenta all’identità della famiglia e alla sua sopravvivenza? Che senso ha farsi paladini dei miseri, quando sul versante dell’etica, embrione, anziani, malati terminali vengono sacrificati sull’altare dell’efficientismo, come degli oggetti di mercato?"




Bruno Fasani



mercoledì, settembre 05, 2007


ANCORA NOTIZIE SCOMODE REGOLARMENTE OSCURATE...



Ecco l'ultima notizia scomoda che i nostri telegiornali di stato, asserviti al terzomondismo di regime, non dicono: negli USA moltissimi attivisti contrastano la disinformazione e le proteste dei pacifisti.
Già, proprio quegli americani che, secondo i vari stregoni del giornalismo ideologico nostrano, sarebbero tutti stanchi della guerra in Iraq e tutti contro il Presidente Bush, in realtà sono per larga parte consapevoli che la vittoria sul terrorismo non è un opzione, ma un dovere, per difendere la libertà! E questa larga parte di americani ha deciso di farsi sentire, organizzandosi in comitati ed associazioni che supportano le truppe statunitensi e sostengono l'impegno in Afghanistan ed Iraq.
Una di queste associazioni è Freedoms Watch, che da oggi sarà linkata su questo blog, come simbolo del mondo reale, così distante da quello che ci dipingono certe cornacchie antiamericane.




Salo




martedì, settembre 04, 2007

La vera Resistenza: una Storia diversa.




La definizione di Resistenza come bene assoluto indiscutibile è una delle tante falsità figlie di quella dittatura culturale della Sinistra che è nata in Italia con la teorizzazione di Gramsci ed ancora oggi infesta i nostri grezzi, autoreferenziali e provinciali atenei.

In realtà la Resistenza fu fenomeno molto complesso, ricco di sfaccettature ideologiche diverse (quando non opposte) e difficilmente inquadrabile in una sola formuletta. Il movimento popolare che fu la Resistenza diede di volta in volta sfogo a necessità, a sogni, ad alti ideali, o ad interessi poco nobili.

I partigiani non erano tutti uguali, né tutti buoni (come osò far capire tra le righe Cassola).

Quelli delle brigate comuniste si resero protagonisti, molto spesso, di prepotenze, furti, violenze gratuite e crimini impuniti anche contro l’inerme popolazione civile.

Tali delitti sono da sempre coperti da vergognoso silenzio.

Una pubblicazione di questi giorni (“La Piaggio a Pontedera”) prova a ridare memoria e quindi dignità a sei operai, innocenti lavoratori che non erano né soldati né fascisti, trucidati presso Biella nell’Ottobre del ’44 dalle truppe dei partigiani comunisti, che in questo caso si erano addirittura alleate per comuni interessi con i nazisti. Tale ricerca storica, ad opera di Roberto Gremmo e pubblicata da “Storia ribelle”, è certamente lodevole, ma il delitto che fa riemergere non rappresenta che una goccia di quel mare di atrocità commesse da coloro che, per una parziale e quindi menzognera tradizione storiografica dominante, siamo costretti a chiamare eroi.







Salo




domenica, settembre 02, 2007

Laicità è libertà. Laicismo è vuoto e intolleranza.



"Le conseguenze devastanti del laicismo europeo sono, a mio vedere, almeno tre.

Prima. L’Europa non ha più identità. […]

Seconda. L’Europa senza identità non sa accogliere né integrare nessuno, perché non sa cosa insegnare a nessuno. In Italia, si offre gratis la cittadinanza, perché si pensa che sia solo un certificato anagrafico. […]

Terza. L’Europa laicista si separa dall’America ancora religiosa. […]

La laicità è una virtù che l’Europa ha acquistato col tempo e anche a caro prezzo.

Il laicismo è invece un vizio.

La laicità ci lascia liberi di pregare o non pregare e di fondare un ordine politico basato sui principi universali di convivenza, il laicismo ci impone invece di tacere e di arrenderci ad una politica senza valori."



Marcello Pera