L'Italia paralizzata dai privilegi e i sindacati che condannano i giovani.
L'Italia è economicamente bloccata dallo statalismo di questa Sinistra, ma soprattutto da un potere non legato al succedersi dei governi: quello atavico e arrogante dei sindacati, sempre pronti a difendere sacche di privilegi insopportabili e a dimenticare i giovani, per non parlare del futuro della Nazione più in generale.
Poichè il nostro Paese non ha un riformatore coraggioso come Sarkozy, capace di imporsi e resistere con successo alle antistoriche pressioni della piazza, la situazione pare difficilmente risolvibile.
Ancora una volta il sistema migliore, il più equilibrato, quello più ricco di buon senso, viene da oltreoceano, dagli USA, dove i sindacati non hanno come obiettivo il mantenimento di trattamenti di favore o di assetti lavorativi ormai incompatibili col mercato, ma semplicemente la doverosa tutela minima di ogni lavoratore. Tutto ciò grazie ad una legge che limita il potere dei sindacati ed impedisce loro di ricattare l'intero Paese con scioperi selvaggi o pressioni che sanno più di minaccia che di dialogo.
Ancora una volta, l'Italia ha qualcosa da imparare.
Salo
11 Commenti:
non si può parlare sempre degli usa senza conoscerne il contesto.
gli stati uniti sono un paese dove il concetto di "raccomandazione" non esiste, in campo professionale. in italia la politica delle carriera tramite lettere e agganci è considerata una cosa "di destra" perché è molto più "di sinistra" arrangiarsi: ovviamente ciò non vuol dire che opporsi alla cosa implichi essere di sinistra, e vice versa. negli stati uniti l'unico tipo "raccomandazione professionale" è il modello accademico di "ehi, questo ragazzo è bravo, ha fatto un sacco di cose, ha pubblicato un sacco di cose, te lo raccomando" ( mentre quello italiano, non c'è bisogno di dirlo è "ehi, questo ragazzo è mio nipote, te lo raccomando" ).
questa è una cosa, ma ce ne sono molte altre. ad esempio, so di persone che hanno mollato stipendi dell'ordine del milione di dollari in società grosse per mettersi in proprio perché lì ce lo si può permettere.
sono tante altre cose che l'america ha in più di noi, ma saremmo degli idioti a dire che hanno solo quello in più. ad esempio, il tasso di analfabetismo sta aumentando vertiginosamente per colpa delle politiche repubblicane di impoverimento della scuola pubblica e gli insegnamenti scadenti ( non si può insegnare il creazionismo ai bambini poveri e "la verità" a quelli ricchi ) mirati proprio ad una formazione di una classe intera di "carne da macello", che è il prezzo da pagare per berkeley, princeton, harvard e i vari atenei che in italia ci si sogna, nonostante ti possa garantire che la formazione universitaria italiana ( almeno dal lato scientifico ) non sia messa affatto male, anzi.
dopo questa lunga premessa mi riallaccio al discorso: il blocco economico da parte della sinistra è pura mitologia, in altri paesi il socialismo ha portato molti vantaggi, basti pensare anche alle politiche di delanoë a parigi che in italia ci sognamo. lo stesso delanoë ha criticato aspramente le politiche fasciste di sarkozy ( chiamiamole col loro nome ) che dimostra giorno dopo giorno di non saper fare riforme senza ricorrere al pugno di ferro, tanto che sta passando lo stesso periodo buio di berlusconi alla berlina della stampa estera. fortunatamente però la francia l'opposizione ce l'ha e chi sa fare i discorsi c'è.
per quanto riguarda i "sindacati" il discorso non é così semplice come ci si ostina a fare. io sono sempre stato critico nei confronti della politica sindacale italiana media perché il sistema del welfare è ben poco meritocratico e vuoi per colpa di una nostalgia del "livellamento" e vuoi per colpa del cattolicissimo "a tutti gli stessi diritti" non c'è nessun trattamento favorevole dal basso per chi ha una testa.
quello che tu non riesci a mettere a fuoco è che come in italia si ha una tutela del "lavoratore" troppo presente, la stessa presenza la si ha da confindustria e confcommercio. la politica confindustriale italiana è forse la peggiore in europa: in nessun paese civile un callisto tanzi sarebbe rimasto a piede libero, così come in nessun paese civile un silvio berlusconi sarebbe mai entrato in politica. persino george w. bush ha ( apparentemente ) venduto una buona parte dei suoi possedimenti per le normative sul conflitto di interessi. per non parlare ovviamente delle feroci ( e infondate, lo sappiamo tutti ) arringhe contro la magistratura: in un paese civile il capo del governo non tenta di soggiogare il potere giudiziario, e questo lo diceva persino montesquieu un bel po' di tempo fa.
come vedi, abbiamo tanto da imparare, ma proprio tanto.
E' un blocco sistematico, direi. Blocco fisico, grazie ai sindacati, e blocco ideologico, grazie alle politiche ottocentesche della sinistra.
No, non siamo un Paese normale.
errore mio, ho sopravvalutato il mio interlocutore.
Siro, ciò che più mi spaventa è l'impossibilità di trovare una soluzione: sono radicatissimi nel nostro sistema troppo democratico per loro, vivono di burocrazia e negano ogni crescita economica al sistema Italia.
Marco, io invece no.
Del resto uno che dà del fascista ad un capo di stato democraticamente eletto e che democraticamente fino ad ora sta governando tanto a posto di testa non deve essere...abbassa le arie e ripassa quando sarai pronto a discutere seriamente.
Caro Salo, il buon Sarko sta cominciando a capire che le società complesse non sono come il giardino di casa propria e difatti tratterà. A volte il decisionismo viene confuso con l'uso della forza. Ma non è così. E' un po' come democrazia e populismo.
Strano poi questo fatto che se parli degli effetti delle politiche neocon sul sistema dell'istruzione conceti periodi medio lunghi, mentre tutto il male dell'Italia sembra causato da questo governo che è in carica da 18 mesi. Doppiopesismo.
Infine a proposito di scioperi e proteste indecenti, com'è che tutto il cdx è sceso in strada a difendere gli indifendibili taxisti?
Un saluto
Tilt, i tempi medio lunghi valgono per alcune ambiti, mi pare ovvio. Per quello economico ad esempio, tanto che la crescita inaspettata degli introiti nelle casse dello stato, merito del governo Berlusconi (o meglio della riforma Tremonti) è solo iniziato negli ultimi mesi dello stesso, per poi proseguire più massiccia nei primissimi di quello Prodi.
Non tutti i mali dell'Italia sono attribuibili a questo governo, tanto che nel post me la prendo con un potere spropositato che nel nostro Paese è nelle mani dei sindacati da sempre, a prescindere dall'ospite di Palazzo Chigi.
Riguardo alla tua ultima domanda, prima di tutto le mie opinioni non combaciano sempre con quelle del Centrodestra; e in secondo luogo il mio era un discorso generale, non riferito ai taxisti in particolare (che tuttavia sono stati effettivamente vittime di alcune decisioni di Bersani).
salo,non farti prendere dall'ideologia.una cosa è vincere le elezioni,un'altra è governare..e sarko se ne accorgerà.io non vedrei tutto il buono dell'america nella legge che limita i sindacati.c'è dell'altro,nel profondo dell'animo,che è diverso.sono società diverse,imparagonabili e le ricette americane non sono esportabili tout court.almeno fosse solo colpa del sindacato,almeno fosse....
Andrea, Marco ha dato del fascista a Sarkozy, io ho fatto notare che egli è stato eletto democraticamente e democraticamente sta governando, nel rispetto pieno non solo della Costituzione, ma anche del programma. Non capisco dove mi sarei fatto prendere dall'ideologia.
Mah, secondo me l'Italia è bloccata da anni, forse anche da decenni. Finora mi sembra che nessuno abbia fatto qualcosa se non peggiorare le cose: aumentare le tasse, diminuire stipendi e posti di lavoro, la gente "normale" sempre più povera e i politici e i disonesti sempre più ricchi (e arroganti)
Esperimento, sono d'accordo, ma secondo me in tutto questo blocco i sindacati hanno un ruolo importante. Del resto sono loro a difendere i privilegi più antistorici e ad avanzare le pretese più assurde: si ostinano a portare avanti battaglie che forse potevano andar bene vent'anni fa, ma che ora sono ridicole e fuori da ogni logica. Il mercato si è evoluto, il mondo del lavoro è cambiato, e loro invece sono sempre lì ad impostare campagne e scoperi su scelte ideologiche e parziali, che mai tengono conto dei giovani (vedi pensioni) e che raramente partono dai dati di fatto (vedi lavoro precario, che esiste da sempre, ma voglion farci credere che sia un problema inventato da Berlusconi o chissà da chi).
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