La Chiesa che non fa notizia.
Trascorrendo un periodo in Honduras come “giovani missionari”, al servizio degli ultimi, un gruppo di universitari dell’Ateneo di Parma, per buona parte dell’anno ospiti presso il Collegio Salesiano San Benedetto, guidati da don Matteo Cassinotti, si sono confrontati la scorsa estate col mondo reale, quello lontano dai libri e dalle teorie, quello immerso nella polvere e, spesso, nel dolore, dove si sono impegnati nella costruzione di due case per altrettante povere famiglie e per sostenere, all’interno del progetto “Istruzione per tutti”, la realizzazione di una scuola elementare modello.
I giovani hanno precisato che il desiderio di fare un’esperienza in quella nazione è nato dalla simpatia che hanno avuto nei confronti dell’operato del cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, arcivescovo della capitale honduregna Tegucigalpa e presidente di Caritas Internationalis, che hanno incontrato prima ad Urbino e poi a Forlì nei mesi invernali. La sua testimonianza di fede e di carità, la sua grande speranza che le cose possano andare meglio, il suo impegno al servizio dei più poveri del mondo, la sua profonda umanità hanno contagiato questi giovani ed animato il progetto di una vacanza alternativa di lavoro. I soldi delle vacanze, anziché spenderli in divertimento e svago, nei posti più rinomati, hanno deciso di spenderli ugualmente, ma in opere buone, sporcandosi le mani al servizio degli ultimi, facendosi poi voce di chi non ha voce.
Attraversare mezzo globo, approdare su un continente diverso dal proprio, amare il prossimo che soffre, e la cui ricompensa più disarmante è spesso un dolce sorriso. Tutto questo può rappresentare la goccia di bene nel mare d’ingiustizia e d’ineguaglianza che sommerge il mondo, ma può essere anche di più: la svolta di una vita, la conquista di una fede operosa, che non resti solo “sulla carta”, la rinascita della speranza, l’utilizzo doveroso dei nostri talenti.
Hanno incontrato una dignità ancor più sorprendente, giacché immersa nel dolore. Proprio il dolore sembra essere parola tabù, nel nostro mondo materialista, che vive di banalità e relativizza ogni valore. Allora la scelta di questi ragazzi appare ancora più coraggiosa e carica di significato, più densa di carità, più radicale.
Il successo e la ricchezza interiore portati da questa esperienza hanno incoraggiato i preparativi per una seconda spedizione, che sia in continuità con la prima, ma che rappresenti pure un’avventura di carità per i cuori di un nuovo gruppo di ragazzi.
I giovani hanno precisato che il desiderio di fare un’esperienza in quella nazione è nato dalla simpatia che hanno avuto nei confronti dell’operato del cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, arcivescovo della capitale honduregna Tegucigalpa e presidente di Caritas Internationalis, che hanno incontrato prima ad Urbino e poi a Forlì nei mesi invernali. La sua testimonianza di fede e di carità, la sua grande speranza che le cose possano andare meglio, il suo impegno al servizio dei più poveri del mondo, la sua profonda umanità hanno contagiato questi giovani ed animato il progetto di una vacanza alternativa di lavoro. I soldi delle vacanze, anziché spenderli in divertimento e svago, nei posti più rinomati, hanno deciso di spenderli ugualmente, ma in opere buone, sporcandosi le mani al servizio degli ultimi, facendosi poi voce di chi non ha voce.
Attraversare mezzo globo, approdare su un continente diverso dal proprio, amare il prossimo che soffre, e la cui ricompensa più disarmante è spesso un dolce sorriso. Tutto questo può rappresentare la goccia di bene nel mare d’ingiustizia e d’ineguaglianza che sommerge il mondo, ma può essere anche di più: la svolta di una vita, la conquista di una fede operosa, che non resti solo “sulla carta”, la rinascita della speranza, l’utilizzo doveroso dei nostri talenti.
Hanno incontrato una dignità ancor più sorprendente, giacché immersa nel dolore. Proprio il dolore sembra essere parola tabù, nel nostro mondo materialista, che vive di banalità e relativizza ogni valore. Allora la scelta di questi ragazzi appare ancora più coraggiosa e carica di significato, più densa di carità, più radicale.
Il successo e la ricchezza interiore portati da questa esperienza hanno incoraggiato i preparativi per una seconda spedizione, che sia in continuità con la prima, ma che rappresenti pure un’avventura di carità per i cuori di un nuovo gruppo di ragazzi.
Salo
6 Commenti:
è vero, di questo tipo di Chiesa non parla mai nessuno. o si dà per scontato che essa svolga "almeno" quel genere di attività, oppure si sottace il tutto, perché infastidisce ammettere che essere cristiani e uomini di Chiesa significa essere al servizio di Gesù e del prossimo. detto questo, rimane il fatto che non sono i favori del mondo che i cristiani cercano. sono sempre più convinto che segno di Verità del cristianesimo è proprio l'odio da parte del mondo.
ciao
etendard
Ave...
Bello, bello, bellissimo post, complimenti.
questa è la Chiesa. peccato che quasi nessuno lo dica più ormai.
grande salo
Etendard, infatti Gesù stesso aveva avvisato i discepoli: siamo destinati ad essere perseguitati, oltraggiati, ed offesi a causa del suo nome. E questo è un onore.
Vito, grazie.
Andrea, il Bene fatto nel silenzio è la risposta più straordinaria e provocatoria al tempo esibizionista e vuoto in cui viviamo.
è incredibile che ci sia gente che ancora non vuole riconoscere l'enorme contributo che la Chiesa dà alla società...Nonostante centinaia di esempi come questo perennemente sotto il naso!
Caro Bobo, purtroppo la Chiasa dà fastidio a molti, e alcuni di questi hanno i mezzi economici politici e mediatici per oltraggiarla e infangarla costantemente.
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