venerdì, maggio 02, 2008

Sta vincendo il nulla. Pagano i giovani.
Siamo nel mondo del benessere ad ogni costo: abbandonata la felicità che costa, la posta è più bassa, facile, commerciale.
Tutti hanno diritti, tutti sgomitano al tavolo dell'egoismo, sempre più stretto e vile.
Mentre di doveri non si sente più parlare, mentre anche i cani presto avranno un sindacato e un matrimonio tutto loro, l'Europa trema, perchè sotto scopre di non avere nulla: la Fede polverizzata dall'arroganza e dal materialismo, la Storia dimenticata per timore di offendere chi non ce l'ha, la Tradizione calpestata per vendere di più e far riflettere di meno.
Il risultato è uno spettacolo rivoltante di preti incapaci, professori svogliati, genitori assenti. La Famiglia, che dovrebbe essere il primo luogo di educazione e il primo rifugio di ogni essere umano, è stata anch'essa contagiata dalla moderna logica del benessere, per cui si sta insieme solo se e finchè ognuno ne trae profitto individualmente. I figli sono abbandonati a loro stessi, e gli esempi di padri e madri con la capacità e la volontà di educare, di seguire, di ascoltare sono sempre meno, rare gemme di normalità divenuta eroica.
Così la nostra società finisce col punire per i propri peccati gli esseri più innocenti e deboli: quei bambini che vediamo crescere così rapidamente e così male. Così soli e vuoti dentro, come vuoto è ciò che ci circonda, come vuoti sono molti cuori e troppi cervelli.
Sessantottini buonisti e bestie del mercato hanno abbattutto ogni regola, distrutto un mondo, seppellito il buon senso: hanno terminato l'opera assassina della tabula rasa illuminista.
Poi sono venuti genitori proccupati del proprio divertimento, del fitness e dell'estetista, che hanno generato figli o viziati o incazzati (giustamente) col mondo: in entrambi i casi, deboli.
E sono proprio questi figli del caos, catapultati nel mondo del godimento senza Bene, a ritrovarsi facilmente nel Male puro, nel vicolo dell'esistere, nel contrappasso della modernità senza idee: nella droga.
Mi ha fatto molto riflettere il seguente passaggio di un articolo di Andrea Muccioli, che ho recentemente letto sul giornale della comunità di San Patrignano:
"Tra gli ultimi 300 giovani entrati a San Patrignano, il 60% aveva meno di 22 anni d'età.
Sono cresciuti privi di qualsiasi modello educativo, perchè oggi educare non è più un valore. Qualsiasi contenuto etico è considerato soggettivo, discutibile, contrattabile. E di tutto ciò politica e politici sono rappresentazione. Il distillato deteriore della nostra società: un guazzabuglio di materialismo, nichilismo, consumismo."
Sono questi i giorni tristi in cui viviamo, dopo aver deriso ogni guida, dopo aver seppellito ogni onore, dopo aver accolto il vizio, dopo aver esaltato l'incoscienza, dopo aver inventato il relativismo, dopo aver sostituito al Bene il benessere personale.
Siamo una società che si vanta di essere senza Dio, ma che è piena idoli.
Siamo una società che esalta l'indipendenza del singolo, e dimentica il calore di un abbraccio, la forza della Famiglia, il valore dell'amicizia.
Sarebbe miracoloso riuscire anche solo a trovare il coraggio di vergognarci.
Old Whig

30 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

Caro OW, analisi interessante che suscita almeno due interrogativi.
Primo: di chi è la colpa?
Secondo: cosa si può fare?
Non ti piacerà, ma la progressiva individualizzazione della società, dove il valore unico è la competizione (modello verticale)ci viene proprio dai tuoi amati USA. Il modello Europeo (orizzontale) propone una società dove chi non può o non vuole competere può comunque contare su una rete protettiva di welfare.
Solo riproponendo modelli di sostegno solidale e collettivo in cui il valore è l'aiuto e non la competizione, si può ritornare a condividere e non a lottare solamente.
E mi fermo, perché mi sa che sto andando in una direzione "pericolosa"..
Un saluto

10:50 PM  
Blogger Giovanni.M ha detto...

Veramente un bell'articolo. Complimenti!

@ PierpaoloSoncin: E' vero che il modello competitivo liberale degli USA può sembrare simile a quello che ci circonda. Tuttavia bisogna, a mio avviso, separare il lato economico da quello sociale. Il confine tra i due è labile perché uno influenza l'altro, ma tuttavia penso che Old Whig stesse analizzando la cosa dal lato sociale. Questo libertarismo sfrenato sta devastando il vecchio continente. Niente più ideali, niente più sacrifici, si vuole tutto e subito. Tutti vittime del benessere assoluto. Gli "adulti" si sposano e divorziano in meno di 5 anni. Citerei a riguardo una ricerca di Ferro-Salvini sulla situazione familiare in italia: Questa Dove le figure 2 a pagina 9 e 6 a pagina 14 facciano già capire la tendenza del fenomeno e la sua gravità.

Di chi è quindi la colpa? Beh, più che dare la colpa ad un sistema capitalistico preferisco pensare, come dice Old Whig, che le persone -oggi viziate dal troppo benessere- cedano all'egoismo anteponendo l'Io a tutto, perfino alla felicità dei propri figli.

10:44 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Old Whig,
(poi mi spiegherai il perchè di questo nome) complimenti vivissimi per questo post che tocca le profondità del cuore. Non credevo che un giovane della tua età (ma a dire il vero, con mio vivo stupore ho trovato tanti altri blogger come te), un giovane che vive in questo "genere" di mondo, potesse arrivare ad esprimere tali profondità d'animo. Complimenti. A me hai toccato il cuore e mi hai fatto sprofondare, rivedendomi, a quando, nei primi anni settanta avevo più o meno la tua età ed ero "riuscito ad uscire indenne" dall'esperienza sessantottina che tanti dicono "esaltante" (come ad esempio Mario Capanna, fattosi milionario cavalcando quel periodo. Alla faccia dell'ideologia!) ma che io considero un periodo stupido che ha generato la violenza degli anni settanta, con tutti gli strascichi di morte e di dolore che hanno portato "e lasciato". A quelle conquiste si poteva arrivare benissimo col "dialogo vero". Altrochè sessantottini dell'Isola di Wight.
Tornando a te, spero ti possa imbattere in tanti giovani come te, in modo che possiate creare le premesse per un mondo "veramente" migliore. Quel mondo migliore che vai anelando nei tuoi scritti.
Ciao.
Marshall
(ecopolfinanza.blogspot)

11:30 AM  
Blogger Old Whig ha detto...

Caro PierPaolo, le cause sono più culturali e sociali che non economiche, tanto che secondo me proprio l'Europa se la passa peggio degli USA. Dall'altra parte dell'Atlantico il libertinismo ha attecchito meno, l'individualismo è ancora temperato dalla religione, e la parola Patria vale ancora qualcosa, così come la Tradizione resta un serbatorio fecondo di valori.



Giovanni, hai colto perfettamente il problema che volevo toccare: tutto parte dal materialismo e dalla logica del benessere, che dopo le tabule rase a cui siamo stati sottoposti (a più riprese a partire dalla Rivoluzione francese) rappresentano al meglio il vuoto di valori e la mancanza di spirito di sacrificio degli stessi genitori verso quei figli che dovrebbero seguire, educare, amare. Il risultato sono generazioni di viziati e sbandati (in entrambi i casi, di deboli).



Marshall, ti ringrazio moltissimo per i complimenti. In effetti il '68 ha rappresentato l'ultima grossa tappa del processo di disfacimento dei nostri valori e delle nostre strutture sociali. Il guaio è che, come chi tagliò la testa al re e ai nobili non aveva alcun modello stabile da sostituire all'Antico Regime (e infatti seguirono decenni di terrore, colpi di stato e guerre), così allo stesso modo chi ha tagliato i legami familiari ed affossato ogni disciplina non ha sostituito questo patrimonio con nulla. Lo stesso nulla che oggi uccide i giovani.
Per quanto riguarda il mio nome da blogger, le motivazioni che mi hanno spinto a sceglierlo sono brevemente esposte in questo post del 12 dicembre scorso:

http://isalodelpensiero.blogspot.com/2007/12/da-oggi-il-mio-nick-name-quello-con-cui.html

Grazie ancora e a presto

11:54 AM  
Blogger marshall ha detto...

Old W.,
ora ricordo d'aver già letto il significato del tuo nome da blogger, ma vado a rileggere per rinfrescarmi la memoria.

12:44 PM  
Blogger Francesco Candeliere ha detto...

Caro Old Whig hai espresso in maniera profonda e chiara il decadentismo che vive la nostra società in cui spesso come dici tu le vere vittime sono i giovanissimi e i bambini.
"Sono questi i giorni tristi in cui viviamo, dopo aver deriso ogni guida, dopo aver seppellito ogni onore, dopo aver accolto il vizio, dopo aver esaltato l'incoscienza, dopo aver inventato il relativismo, dopo aver sostituito al Bene il benessere personale".
Con simili parole quotidianamente cerco di far capire ai miei amici e coetanei che bisogna adorare la vita,questo grande dono che Dio ci ha fatto senza sperperarla e bruciarla in nome di chissà quale mito.
Complimenti di cuore per la profondità d'animo con cui affronti le cose,dimostri di amare la vita e te stesso.
A presto.

3:59 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

si stava così bene nel Medioevo, quando prima del maledetto illuminismo uno sapeva che Dio era Dio, la Patria era la Patria, il Re era la Patria, e bastava avere il culo di nascere aristocratico che eri certo di fare carriera o nell'esercito o nel clero, zero fatica e tanto onore. certo, c'era il rischio di nascer plebe, ma sono danni collaterali

4:16 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Francesco, grazie per i complimenti, ma ultimamente scivolo sempre più nel pessimismo.
La via che abbiamo preso purtroppo mi sembra irreversibile.


Raser, il Medioevo per molti aspetti era di gran lunga preferibile ai giorni d'oggi.
Comunque, a parte questa inutile polemica, io non ho mai detto che il mondo prima dell'Illuminismo fosse perfetto e che non adava cambiato. Dico semplicemente che per estirpare qualche erbaccia i pensatori illuministi hanno bruciato un'intero bosco. Dico semplicemente che bastava riformare, migliorare, ed invece si è buttato via tutto: un intero mondo spazzato via da qualche scribacchino esaltato e da qualche pazzo fomentatore (ha commesso più delitti l'illuminatissimo Robespierre in pochi mesi che tutti i nobili di Francia del XVIII secolo messi insieme). Dico semplicemente che lassismo morale, ateismo, laicismo, individualismo, menefreghismo e vizio sono dilagati grazie a chi ha voluto con arroganza senza pari nella Storia dell'uomo polverizzare il passato, annullare rapporti umani tradizionali, per sostituirvi qualche vuoto pezzo di carta e bei giri di parole intorno al nulla.

5:56 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

probabilmente leggiamo libri di storia molto diversi, perchè a me non risulta che l'illuminismo abbia "voluto con arroganza senza pari nella Storia dell'uomo polverizzare il passato, annullare rapporti umani tradizionali, per sostituirvi qualche vuoto pezzo di carta e bei giri di parole intorno al nulla"

io condivido il tuo sfogo sulla società attuale, ma sinceramente il punto a cui siamo mi sembra più responsabilità del modello capitalista e consumista, quello che "guai se il pil non cresce", quello che non si rende conto che l'economia non può crescere all'infinito e le risorse non sono infinite, quello che ha costruito il benessere occidentale sulla pelle del resto del mondo ed ora si sorprende se il resto del mondo è incazzato.

6:54 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

scusa l'ignoranza. ma la società borghese (ovvero il capitalismo, basato sul reinvestimento dei capitali) non è forse nato sulle ceneri della vecchia società aristocratica (basata sull'accumulazione dei beni)? la rivoluzione francese segna simbolicamente il passaggio tra queste due grandi epoche economiche, ed è stata il preludio (avendo permesso la nascita di una vasta classe di imprenditori, che è andata a sostituirsi alla ristretta casta dei nobili) dell'avvento della rivoluzione industriale, ovvero della moderna economia di mercato. al di là delle ideologie, questo mi pare il succo. il capitalismo ha significato più merci, più ricchezza, e più progresso: meno merci, più produzione. era ovvio che, per permettere una rivoluzione economica di questo tenore, la vecchia classe dirigente (con le sue regole, i suoi costumi, i suoi modi di produrre), dovesse venir sostituita: è la dialettica della storia. lo diceva già macchiavelli...
ciao
davide

7:44 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Caro Raser, "guai se il pil non cresce" è materialismo. Ora, fino a prova contraria, chi esaltava il materialismo era un certo D'Holbach, capo della cricca illuminista parigina!
Ma la mia preoccupazione, la mia analisi è soprattutto sociale, morale, culturale, non economica: ci sono una crisi di valori ed un'emergenza educativa spaventose. Ed io ravviso le cause di tutto ciò nella dissoluzione dei vecchi legami e dei vecchi modelli, che non sono stati sostituiti con nulla. C'è stata solo furia distruttrice, zero realismo, zero rispetto per ciò che di buono c'era nel vecchio mondo. Tale furia ideologica è evidente nella tabula rasa operata dai rivoluzionari francesi, sospinti in questo dai teorici di un certo illuminismo. L'opera distruttrice non la attribuisco solo ai Robespierre, certo, anzi arriva fino al '68 e ai suoi infausti strascichi.
Allo stesso modo non ce l'ho solo ed integralmente con l'Illuminismo, ma piuttosto attacco la sua parte arrogante, insana, radicale. Per fare un esempio, si tende a porre sotto la generica definizione di illuminista sia un Montesquieu sia un Seyes; ma questo è assurdo, perchè mentre il primo prospettava riforme e miglioramenti sociali lenti e moderati, rispettosi e cauti, al contrario il secondo ha spinto al regicidio, alla caccia al nobile, alle stragi nelle carceri e nelle campagne, alla radicale distruzione istituzionale, il tutto per accontentare il suo vezzo di poter applicare il suo gioiellino, la sua costituzione perfetta (così perfetta da durare meno di due anni). Come se una Nazione fosse un tavolo da gioco che si può azzerare in un istante, mentre al contrario è un albero con profondissime radici.
Non è un caso che il sistema inglese, riformato con la moderata Gloriosa Rivoluzione, abbia superato senza scosse nè violenze interne più di due secoli; mentre la Francia, dopo aver devastato il passato, ha navigato alla cieca tra guerre, colpi di stato, violenze ed autoritarismi quasi fino a metà del '900.
Ora questo modo di intendere le Nazioni come fossero giochi è legato al modo di intendere gli uomini come fossero figurine, individui singoli e tutti uguali, slegati. Ecco il sorgere dell'individualismo, ecco il materialismo, la fine dei legami, dei valori, il progressivo svilimento dell'educazione dei giovani.
Spero di essermi spiegato meglio.

8:02 PM  
Blogger Giovanni.M ha detto...

Sulle parole di francesco, mi ricordo che una volta un mio amico mi disse una cosa che mi colpì moltissimo. Eravamo in un ristorante ed eravamo finiti circa su questo discorso.
Disse: "Lo so che è brutto da dire, ma a volte penso che una bella dittatura servirebbe. Il fatto essere consci che potresti morire solo mettendo il naso fuori dalla porta cambia le cose"

Ora, questo è un discorso molto estremista, ma mette in risalto il valore della vita, il valore della paura di morire. Oggi affogati nel benessere ci chiediamo se la macchina è meglio TurboDiesel o Benzina. Ci sono stati giorni in cui ti chiedevi se saresti arrivato a fine giornata. Queste cose fanno riflettere.

Ps. Nel post precedente ho sbagliato un verbo: facciano al posto che fanno. Chiedo scusa..

8:05 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

quello che non condivido nella tua impostazione è che tu sembri auspicare un ordine superiore che faccia fa collante alla società, un ordine che può essere un Dio, o un monarca (che non per niente si faceva "investire" da Dio).
in entrambi i casi ci si rifà a una entità non verificabile e ciò porta inevitabilmente al sopruso utilizzando la credulità popolare, proponendo il sistema di regole esistente come giusto in quanto stabilito dall'autorità. sembri quasi concordare con d'alema nel considerare un peccato che la democrazia dia stesso valore al voto di ciascuno.
ovvio che dall'illuminismo siano nate storture, questo non lo discuto, ma se non ci fosse stato l'illuminismo cosa avremmo? ancora una società basata su classi determinate dal diritto di nascita.
emergenza educativa? se non oltro ora ognuno ha la possibilità di istruirsi, e di istruirsi con più fonti. erano forse più educati quando a tutti era trasmesso lo stesso sapere?
la società attuale, e mi riferisco principalmente a quella italiana, non è nata in seguito a una rivoluzione radicale, ma con una lenta e "cauta" crescita negli ultimi 50 anni.
io, francamente, preferisco vivere ora che quando mio padre aveva la mia età attuale.

8:39 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Davide, benvenuto e grazie per l'osservazione che esponi nel commento, perchè mi permette di sfatare un falso mito.
La visione più diffusa della Rivoluzione francese è quella da te esposta: esplose anche e soprattutto per abbattere un certo sistema economico e sostituire ad esso quello industriale. Questo però non è vero, e ti consiglio di leggere a questo proposito un libro breve (meno di 150 pagine) ma documentatissimo scritto dallo storico inglese Alfred Cobban: s'intitola "La Rivoluzione francese" ed è pubblicato in italiano dalla casda editrice Bonacci.
Il Prof. Cobban ribalta completamente la prospettiva e prova come la carica della Rivoluzione fosse molto più ideologica che non economica. Ma soprattutto risulta chiaro che la Rivoluzione fu contro e non a favore dell'industrializzazione.

8:54 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

caro matteo,sono d'accordo con te quando dici che viviamo in una società fondata sul materialismo,sulla mancanza di idee e valori,sul puro interesse economico.Ma mi chiedo se una alta autorità morale,come la Chiesa cattolica non concorra all'affermarsi di una cultura che vede al centro il commercio,il valore materiale del danaro.Voglio dire,più concretamente,che trovo repellente l'idea della esposizione del corpo di S.Padre Pio dove non riesco a vedere,al di là di una pura operazione commerciale, cosa ci possa essere di sacro,quali convinzioni di fede e di valori religiosi possano trovarsi.Anche Gesù cacciò i mercanti dal Tempio.
Un carissimo saluto,clem

11:01 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

caro ow,
il fatto che cobban abbia avuto una sua visione, e che l'abbia esposta in 150 documentatissime pagine, non significa automaticamente che la sua visione sia quella giusta. e poi permettimi questa domanda: se è vero che la rivoluzione francese andava contro l'industrializzazione (ed essere più reazionari della vandea, credimi, non doveva essere molto semplice), se è vero ciò, quale forza ha permesso nel giro di due decenni di passare da un'europa ancora feudale (che venerava il re come un dio) all'europa borghese della rivoluzione industriale? quale è stato il capovolgimento epocale che ha permesso tutto questo? io dico la rivoluzione francese e l'illuminismo, tu e cobban che dite?
davide

11:57 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

bellissimo post OW, complimenti

Intervengo sul paragone America Europa...
Gli Stati Uniti hanno al loro interno due culture: quella giusnaturalista e quella positivista ma quest'ultima è fondamntalmente una controcultura che ha periodi di splendore ma viene riassorbita.
L'America per le sue origini per la sua storia è un paese giusnaturalista cristiano.
L'Europa è un continente in cui il mainstream è positivista e la controcultura è giusnaturalista cristiana.
In altre parole, l'America rimane "a free nation under God".
L'Europa an "equal nation under the Human Law".
Le leggi in Europa (almeno quella continentale) su alcuni temi etici, per il giusto freno della chiesa, hanno difficoltà ad essere realizzate..ma una volta passate diventano dei dogmi, delle conquiste indiscutibili degli esempi di progresso, in America saranno sempre messe in discussione
Lo stato in america non assegna i diritti( quelli vengono da Dio) li garantisce e basta...

L'individualismo in America è temperato dall'etica religiosa, in Europa relativista, che vuole cancellare Dio degenera in egoismo, in arbitrio in nichilismo.

12:14 PM  
Blogger Bobo ha detto...

Ciao OW! Io non la vedo così grigia, anche se sicuramente citi dei gravissimi problemi. Che esista un'emergenza educativa non si discute: basta parlare con gli insegnanti delle scuole medie. Che esista una propensione forse eccessiva all'edonismo e al consumismo è altrettanto vero. Mi sembra però che abbiate tutti sbagliato bersaglio (parlo anche di chi ha scritto i commenti).
1) c'è chi accusa il modello di vita Occidentale, o + specificatamente USA. Ma tale modello non esclude automaticamente la possibilità di condurre una vita con dei canoni morali. Non diventi più cattivo se hai 4 televisioni in casa invece che uno, checchè ne dicano i novelli pauperisti. Lo diventi se basi la tua vita soltanto sul consumo di beni, anche perchè così eviti di investire risorse nei beni "intangibili" come l'educazione dei figli. Ma il consumatore evoluto ha ormai superato la fase dell'"investire sulla quantità", ed inizia ad "investire sulla qualità". Un consumismo maturo è perfettamente compatibile con una visione etica della vita.
2) Avete accusato l'Illuminismo e Rivoluzione Francese. Se permettete, c'è Illuminismo e Illuminismo. Se parliamo di Kant, Diderot, Beccaria, e (perchè no?) di Voltaire, allora io posso dire con certezza che il mondo sarebbe peggiore se loro non ci fossero stati. Però l'Illuminismo è anche D'Holbach, De Sade, e soprattutto Rosseau. E' proprio Rosseau che ci ha lasciato in regalo parecchi frutti avvelenati.Purtroppo, fu proprio avendo in mente Rosseau (e non Voltaire) che i rivoluzionari francesi fecero quel che fecero. A proposito, mi sembra assurdo parlare di rivoluzione francese come molla per la rivoluzione industriale. La Francia non fu mai in prima fila nello sviluppo industriale, per tutto l''800.
3) In generale, credo che i problemi denunciati da OW (che ripeto esistono e sono gravissimi) possono essere risolti anche senza il ripristino di un'autorità religiosa universalmente condivisa (se uno è ateo non puoi chiedergli di appoggiarsi alla Chiesa). Bisogna puntare tutto sulla ragionevolezza dei singoli, e sulla loro capacità di discernere ciò che è meglio per loro stessi e per la loro comunità (è in fondo il pensiero di Benedetto xvi: vi ricordate quando invitò gli atei a vivere veluti si deus daretur?)

4:37 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

A che serve all'uomo possedere il mondo se poi perde la sua anima??

Leggiamo il Vangelo, è la linfa della nostra cultura.

un saluto

11:17 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Caro Clem, la Chiesa ha sicuramente le sue colpe, anche se credo siano più profonde che la semplice commercializzazione di un santo di cui tu l'accusi.
Anche nel caso della Chiesa, il cancro è partito dal rigetto della Tradizione, cioè da quella piega progressista presa da chi ha tratto le somme del Concilio Vaticano II...
Un caro saluto


Davide, non ho mai scritto che la visione di Cobban deve essere necessariamente quella giusta: semplicemente rispondevo alla tua obiezione citando una fonte autorevole.
Sulla domanda che poni, credo ti abia già risposto in parte Bobo: la Francia degli anni della Rivoluzione non era certo industriale, nè lo fu subito dopo ai livelli dell'Inghilterra. Proprio nell'isola britannica, antirivoluzionaria e moderata, nacque il capitalismo e si affermò il modello di produzione industtriale.
Da allora la Francia iniziò a seguire affannata.


Neoconservatore, non aggiungo nulla al tuo intervento sull'America, che mi pare perfetto.
A presto


Caro Bobo, sul punto 1 ti seguo in toto, ma sugli altri non sono d'accordo.
Anch'io ho distinto qualche commento fa tra Illuminismo buono ed Illuminismo marcio. Tuttavia la tua ripartizione non mi convince: in particolare, scambierei i posti a Voltaire, ateo, materialista e difensore dell'edonismo e a Rousseau, sul quale grava una scuola d'interpretazione che, se mi permetti, non c'ha capito nulla. Rousseau era preso a modello dai rivoluzionari? Bene, ma questo non vuol dire che essi avessero ragione, anzi per me furono i primi a non comprenderlo. Come si può collocare Rousseau tra gli illuministi estremisti se egli era contro il materialismo? Come si può collocare Rousseau tra i costruttori di questa modernità atea e laicista se egli era l'unico tra gli illuministi a difendere la Fede? La frattura tra Rousseau e gli altri iluministi era profondissima, tanto che ancora prima di litigare con gli enciclopedisti egli era da questi emarginato (basta pensare che all'opera egli collaboro solo nella voce "musica", dove non poteva risultare imbarazzante per questa cricca di fondamentalisti del nulla); la frattura emerge con una chiarezza enorme soprattutto se si legge il "Discorso sulle scienze e sulle arti", che è un vero e proprio manifesto contro lo scientismo (altro frutto avvelenato che dobbiamo a D'Holbach e gli altri illuministi estremisti).
Per ciò che riguarda inverce il tuo punto 3, non sono d'accordo quando chiami in causa la "ragionevolezza dei singoli": proprio qui è il cancro da estirpare, proprio da qui sono nati tutti i mali! Già Burke aveva previsto la degenerazione della società che sarebbe nata dall'abbandono della RAGIONE COLLETTIVA, operato dagli illuministi per far spazio a quella individuale.
Come se si potesse paragonare la luce di una candela a quella di un faro tenuto acceso da secoli di generazioni...


Michelangelo, purtroppo ci sono molti che guardano il Vangelo e i credenti dall'alto in basso. Manca loro l'umiltà per confontarsi con la Parola di Dio.
A presto

1:17 PM  
Blogger Bobo ha detto...

Allora, permettimi di spiegare meglio.
Su Rosseau, sapevo di andare a toccare un nervo scoperto. Io di Rosseau non ho letto tutto, solo il Discorso sull'inuguaglianza, e l'Emilio. Però questi due trattati mettono in luce alcuni degli aspetti più deteriori del suo pensiero. Il primo fa riferimento ad un mitico "stato di natura", in cui gli uomini potevano vivere liberi e uguali. (a proposito:anche Napoleone era, da giovane, un fan di Rosseau. Ma quando andò in Egitto e vide di cosa erano capaci gli abitanti della valle del Nilo, lo rigettò completamente. E nel suo diario scrisse: Rosseau aveva torto. Il buon selvaggio è una bestia.).Questo stato di natura sarebbe stato infranto dalla nascita del Male Assoluto, la proprietà privata. Quelle belve di proprietari avrebbero creato leggi e norme di civile convivenza solo per proteggere i loro privilegi. Il tutto scritto con toni, se permetti, non certo "dialoganti". Un discorso simile ha fatto molto comodo alla plebaglia parigina, perchè poteva essere usato per giustificare l'utilizzo della forza bruta ("stiamo distruggendo un mondo marcio per erigerne uno nuovo"). Inoltre, diciamola tutta: Rosseau non era sicuramente amato dagli altri illuministi, ma non puoi dire che "era da questi emarginato ". Diciamo che a lui piaceva parecchio emarginarsi di per sè, sdegnoso del mondo e senza la più pallida intenzione di sporcarsi le mani (anche "L'Emilio", non è altro che un trattato per fabbricare spostati antisociali, con tutte quelle storie sulla vita solitaria e sulla maggiore importanza del "sentimento" rispetto alla ragione). Prendi Voltaire invece, che passava la sua vita a dare consigli ai capi di stato. Lui era, con tutti i suoi difetti, un autentico riformista. Sarebbe stato difficile spargere sangue in nome dei suoi scritti. E infine, il tema religioso: il fatto che Rosseau difendesse la fede (la fede sua personale, non certo la Fede della Chiesa) non vuol dire molto. Anche perchè qui mi cadi un po' in contraddizione: prima difendi Rosseau, che si era creato una Fede fai-da-te in netto contrasto con la Chiesa Cattolica, e poi mi dici che bisogna ripristinare la Ragione Collettiva contro la Ragione dei singoli. Ora, io questa cosa della Ragione Collettiva l'ho già sentita (ne parlò una volta Messori, per dirne uno, quando venne a Bologna), ma non mi ha mai convinto fino in fondo. Perchè io ho bisogno di riferimenti concreti. Cos'è la Ragione Collettiva? Ciò che nasce dall'insegnamento della Chiesa Cattolica? Ma siamo in un paese con una fortissima componente atea, che non accetterà tanto facilmente tale insegnamento (e se un ateo lo accetta, lo accetta grazie alla mediazione della sua propria ragione, quindi siamo daccapo).Altre autorità? Re e Principi non ci sono più. Gli Stati Nazionali sono in pieno dissolvimento, stretti tra la nascita di "piccole patrie" e di grosse entità sovrastatali. Questi sono discorsi ovvi, ma necessari. Al contrario che al tempo di Burke, oggi l'uomo deve sottostare soltanto alle leggi del paese che lo ospita (anzi, in Italia spesso manco a quelle) e alla propria Ragione personale (o Coscienza se preferisci). E stop. Si può discutere che questo sia bello o brutto, ma questa è l'innegabile realtà. Poi uno potrà far riferimento ad una miriade di altre cose. Per esempio al liceo io ho studiato un po' la saggezza antica, ovvero cosa pensavano il signor Virgilio e il signor Seneca. E questo mi ha arricchito moltissimo. Ma mi ha arricchito perchè IO HO VOLUTO FARMI ARRICCHIRE. Altrimenti, avrei potuto fregarmene, studiarli quel tanto che bastava per prendere 6, e subito dopo dimenticarmene. Comunque la si giri, oggi è l'individuo che sceglie se diventare o meno una persona morale, e in che misura diventarlo.
Insomma,io non vedo alcun modo per cui debba risorgere questa "Ragione Collettiva", se escludiamo, ovviamente, una ferrea limitazione della libertà individuale. Ma questo penso (spero) che nessuno lo auspichi...

3:50 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Caro Bobo, la tua risposta in parte (su Rousseau) me l'aspettavo, in parte (sulla ragione collettiva) no, e qui mi hai un po' deluso. ;)
Partiamo da Rousseau: io credo che egli sia stato uno dei più grandi pensatori di tutta l'umanità, e proprio per questo il suo pensiero sfugge alle facili interpretazioni. Più volte, leggendo i suoi scritti numerosissimi, ci si trova di fronte ad affermazioni contrastanti, se non addirittura opposte. Ho letto il "Discorso sull'origine della diseguaglianza", ma non gli ho dato la tua interpretazione: certo si parla di uno stato di natura e certo la proprietà privata è vista come una delle cause della diseguaglianza, ma non è l'unica! Ci sono ad esempio le volontà personali di apparire, di distinguersi. Inoltre ci sono pagine stupende in cui si elogia la nascita della famiglia come prima istituzione della civiltà umana, culla d'affetti (e qui si è molto lontani dal comunismo sia di Platone che di Marx).
Prendendo in mano un altro scritto di Rousseau ("Discorso sull'economia politica") si scopre che egli nel mondo moderno ritiene legittima la proprietà privata, e la giudica addirittura fondamentale per motivare il lavoro umano. Risulta così chiaro il mal costume degli scrittori di libri di testo scolastici italiani (per la maggior parte schierati a sinistra), che per decenni hanno avuto l'uso di risolvere la "faccenda Rousseau" scrivendo in grassetto il famoso incipit sul primo uomo che mise paletti in un campo: peccato che Rousseau abbia scritto altro (anche nella stessa opera da cui è tratta la semplicistica citazione che tanto piace ai sinistri).
Allora vedi che non è semplice il discorso.
Anche sullo stato di natura mai ci fu fraintendimento più totale: per Rousseau quello non era un evento storico realmente esistito alle sue spalle, nè qualcosa a cui bisognava necessariamente tendere! Allo stesso modo lo stato del "Contratto Sociale" non doveva essere perseguito necessariamente alla lettera (ricordo una corrispondenza privata di Rousseau con un amico, in cui il filosofo ginevrino arrivava a dire che si era convinto dell'esistenza di due sole possibilità: o la democrazia più genuina o l'hobbesianesimo più duro! e tutte le minuzionse articolazioni del Contratto Sociale? verrebbe da chiedersi che fine fanno...)! Lo stato di natura e lo stato del "Contratto Sociale" erano solo due modelli ideali, NON STORICI, a cui guardare: in particolare il primo modello, quello della vita naturale, era utile per comprendere gli aspetti negativi della storia imboccata dall'uomo! Per Rousseau l'errore non era la Storia (intesa come l'ingresso dell'uomo nella civiltà) di per sè, ma QUESTA Storia in particolare, che l'uomo si era fino ad allora costruito.
Scriveva Mario Einaudi: "L’uomo naturale dello stato di natura rousseauiano non è necessariamente collegato a un uomo particolare che sia esistito o che conosciamo. E’ un punto di partenza da cui dobbiamo muoverci per risolvere i nostri problemi."
Ed Henri Guoier scrive perfettamente: "Rousseau non può sognare un ritorno allo stato di natura; è ugualmente obbligato a mantenere lo status quo? La domanda che si pone non è perciò: stato di natura o storia, ma, questa storia o un’altra?".
E ancora Mario Einaudi delinea un Rousseau molto più simile ad un Burke che ad un D'Holbach quando scrive: "Contro l’Illuminismo, Rousseau considera il patrimonio storico di una nazione una parte essenziale della sua forza. Contro il generico e sradicato cittadino del mondo, egli delinea i tratti del cittadino della comunità che annovera il patriottismo tra le sue virtù principali."
Sulla religione poi, non dico che Rousseau fosse un cattolico provetto (anche perchè anni torinesi a parte fu calvinista tutta la vita), dico solo che egli attribuiva alla Fede un ruolo centrale nella sua vita e vedeva con orrore l'avanzata dell'ateismo.
Per quanto riguarda Voltaire poi, è vero che egli viaggiava molto per corti, ma progettava nazioni fatte con lo stampino, senza Tradizioni proprie e senza sangue: era, egli, l'alienzaione illuministica fatta persona.
Sulla Rivoluzione Francese infine, ricordo una frase di Rousseau che si chiedeva allarmato e disgustato che fine avrebbero fatto tutte le giuste tradizioni francesi se un moto popolare si fosse alzato contro le cattive!
E sulla stupidaggine del Rousseau totalitario (sostenuta soprattutto da Talmon, che per altri contributi intellettuali e di ricerca è invece stato acutissimo ricercatore e pensatore politico), basti questa citazione dal "Contratto Sociale": "Rinunciare alla libertà significa rinunciare alla propria qualità di uomo, ai diritti dell'umanità, anzi ai propri doveri. Non vi è nessun compenso possibile per chi rinunci a tutto. Si vive tranquilli anche nelle carceri, ma basta ciò per trovarcisi bene?" (pag. 15-16)

E veniamo alla questione della Ragione Collettiva. Mi chiedi: cos'è questa Ragione Collettiva?
Ti rispondo con Burke: è la Tradizione di una Nazione; è ciò che la rende non un'isola di arroganza solitaria con intorno il nulla, ma piuttosto una albero con forti e lunghissime radici che affondano nel passato; è un patrimonio che lega le generazioni nel tempo. La Ragione Collettiva è, tanto per fare un esempio, ciò che insegna ancora a noi conservatori (e se fosse ascoltata, recuperata, apprezzata, insegnerebbe a chiunque) cosa è la Famiglia, quale valore essa racchiuda, come vada essa protetta.
Se anche tu, che sei come me conservatore su certi temi, ti abbassi a raccogliere dal fango questo escremento di arroganza che è la presunta autosufficienza della ragione individuale, sei perduto: non potrai lamentarti poi, se qualcuno ti verrà a dire che per sua ragione individuale ritiene giusto far sposare i gay, o abortire, o cancellare da un giorno all'altro la Costituzione, o abolire la democrazia parlamentare!!! Stai attento amico: perchè troppi liberali sono caduti nel trabocchetto della ragione individuale; senza scorgervi le devastanti conseguenze di disgregazione sociale, di individualismo, di lassismo morale, di autoindulgenza, di nichilismo, di relativismo culturale.
Conseguenze che stanno alla base dei problemi che ho affrontato nell'articolo da cui è partita la discussione.

5:00 PM  
Blogger Bobo ha detto...

Ok, su Rosseau mi ritiro in buon ordine, dato che la tua competenza è decisamente più vasta della mia!A proposito complimenti!
Sulla Ragione Collettiva, però, permettimi di insistere. Perchè la tua risposta (la Tradizione) non risolve i miei dubbi.
Voglio dire, noi riconosciamo il valore della Tradizione perchè abbiamo deciso così. Ma chi decide altrimenti? Hanno un bel parlare, Chesterton e Guareschi,
della "democrazia dei morti". Ovvero che la vera democrazia dovrebbe tenere conto anche dell'opinione delle generazioni passate. Ma alla fine poi al seggio ci vai da solo.
Non fraintendermi, io sono il primo ad amare e rispettare il mio passato, ma questo non vale per tutti. Primo, perchè c'è gente che,per pigrizia o malafede, non ci pensa nemmeno a "guardarsi indietro" (ovvero leggere un libro di storia, entrare in una Chiesa antica, etc).
Ma soprattutto, perchè anche gente amante della cultura, se gli parli di Tradizione, ti rispondono irriverentemente :"è vero, si è sempe fatto così. Ma io voglio cambiare". E a quel punto? Anche perchè, te lo dico francamente, tu hai citato la Costituzione. Se parliamo di quella italiana, io sono tra quelli che vorrebbe riscriverla in toto.
(non vedo come dovrebbe rappresentarmi una cosa scritta anche da stalinisti, con i carri armati sovietici alle frontiere italiane). Perciò vedi, anche a persone di destra capita di andare contro a istituzioni , per qualcun altro, venerande. E sicuramente i miei bisnonni, che durante la guerra civile servirono il comunismo, disapproveranno dalla tomba.
Conclusione: io non riesco a vedere, questa Ragione Collettiva che guida (o dovrebbe guidare) i popoli. Certo, nei nostri rapporti interpersonali ci influenziamo spesso l'uno con l'altro, e questo ci rende molto più resistenti all'influsso del mondo esterno (es:media). Questo spesso è un bene. E certo, scuola e famiglia sono i luoghi dove la coscenza dell'individuo si forma e sviluppa.
Ma alla fin fine è sempre e solo il singolo che deve discernere il bene dal male, il ragionevole dall'irragionevole. Noi conservatori non abbiamo nessun merito in più rispetto agli altri, ma abbiamo l'istinto di "sentire cos'hanno da dire gli antenati", prima di prendere una decisione. Questo spesso e volentieri ci da una marcia in più. Ma se uno a quelle voci non vuole dar retta, che ci si può fare?

9:58 AM  
Blogger Old Whig ha detto...

Bobo, su Rousseau il problema interpretativo resta aperto: solo mi fa rabbia vedere che giacobini prima e comunisti poi hanno avuto buon gioco nel tirarlo per la giacca dalla loro parte.
Sulla Ragione Collettiva, capisco la tua perplessità, ma vorrei spiegarmi meglio. Mi citi i nonni comunisti e la Costituzioine italiana; ma io non ho mai detto che TUTTO il passato sia intoccabile a vada bene (soprattutto il discutibilissimo passato recente, quello che segue la Rivoluzione Francese, il Concilio Vaticano II, il '68!). I tuoi nonni non sono nemmeno il passato, ma sono simboli di una scelta politica sbagliata (cioè, in questo caso, incarnano due ragioni individuali, non due ragioni collettive); la Costituzione invece è in parte ragione collettiva, degna di rispetto: ma nessuno ha mai detto che la Tradizione non si possa modificare! Solo c'è modo (tagliando teste, facendo tabula rasa, cancellando tutto da un giorno all'altro) e modo (con pazienza, con prudenza, con rispetto, con lentezza, evitando scock, come insegnano sia Montesquieu sia Burke).
Mi chiedi giustamente: che fare di fronte a chi rifiuta il patrimonio inestimabile della Tradizione?
Io dico che ormai è tardi per tornare indietro: prima della Rivoluzione Francese chiunque faceva riferimento alla Tradizione e a nessuno veniva in mente la follia di calpestarla in toto da un giorno all'altro. Ormai la situazione si è ribaltata, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Io non dico che ci sia una soluzione per convincere gli altri! Io dico casomai che dobbiamo non farci convinvere noi! Io dico che almeno noi conservatori non dobbiamo dimenticvare i morti che dalla terra gridano contro abomini come i matrimoni tra gay e le adozioni di poveri innocenti affidati a questi ultimi!
Cioè io dico che almeno noi conservatori non dobbiamo farci incantare dal fascino vuoto della ragione individuale!
Per questo mi ero stupito del tuo punto 3 nel primo commento che hai lasciato.
Noi conservatori, scrivi giustamente, abbiamo una marcia in più. Io dico: NON PERDIAMOLA!
Scrivi: "alla fine poi al seggio ci vai da solo". Certo, rispondo io, sei non sei uno dei nostri!
Sono d'accordo che "alla fin fine è sempre e solo il singolo che deve discernere il bene dal male, il ragionevole dall'irragionevole", ma ammetterai che avrà un grande vantaggio nel discernere se troverà l'umiltà di guardarsi alle spalle, scoprendo di non essere un granello intorno al nulla, ma piuttosto l'ultimo anello di una catena.
Io non pretendo che tutti ci seguano per questa via di umiltà rispettosa. Pretendo invece che almeno noi restiamo ciò che siamo, senza diventare conservatori annacquati.

Spero di essermi spiegato un pochino meglio, e ti chiedo scusa se ho scritto di foga.

11:33 AM  
Blogger Bobo ha detto...

Ok, adesso ho capito molto meglio il tuo discorso, e direi che siamo sulla stessa lunghezza d'onda! Anche se è molto difficile essere tutti d'accordo su ciò che effettivamente è Tradizione. Per fare solo un esempio, molti a destra considerano "un'attentato alla Tradizione" i prodotti agricoli OGM. A me sembra che mettere un gene di pero nel dna di un melo non sia proprio come abbattere gli altari in Vandea...Bisogna evitare che dietro il paravento della Tradizione alcune persone nascondano i loro pregiudizi, o peggio ancora interessi.E' una delle tante sfide che attendono la destra moderna.

2:37 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Bobo, sottoscrivo. Io penso che la Destra possa essere sempre un passo avanti e guardare in faccia i temi spinosi che riguardano l'uomo. Noi conservatori sappiamo dove trovare le radici storiche della libertà di ogni uomo e le radici naturali della sua dignità.
Insieme possiamo ricostruire gli altari vandeani e scacciare dalle nostre fila i teromondismi e gli interssi.
Un abbraccio e a presto

2:47 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Complimenti per la lucidità e la chiarezza. C'è tento bisogno di persone come te per combattere la giusta battaglia!

11:41 AM  
Blogger Old Whig ha detto...

Grisostomo, benvenuto e grazie a te. E' bello sentirsi un po' meno soli.
A presto

11:46 AM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Ciao,
già ieri ti avevo scritto ma si vede che il commento si è perso nei vicoli del web...:)
Ho letto il tuo post con molta attenzione e sinceramente mi trovo d'accordissimo con tutto ciò che scrivi: complimenti anche per la discussione intavolata segno di come si possa, dialogando, crescere e migliorare tutti insieme...Il dialogo contro l'urlo mi sembra una contrapposizione da affiancare alla bella trattazione che ha visto contrapporsi la Ragione collettiva con quella Individuale.
Posso linkarti sul mio blog?
Ciao

3:06 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Andrzej, ti ringrazio ancora per i complimenti. Il tuo precedente commento è nel post sulla Birmania.
Ovviamente sarò felice se vorrai linkarmi. Purtroppo non ho l'indirizzo del tuo blog: se me lo fornirai sarò felice di passare a trovarti e di linkarti a mia volta!
A presto

3:21 PM  

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