venerdì, aprile 25, 2008


Riflessioni fuori dal coro sul 25 aprile.




Pensando al 25 aprile, mi vengono sempre in mente due domande.
Prima di tutto: perché festeggiare una sconfitta? Fino a prova contraria il Secondo Conflitto mondiale per noi è stato questo: una figuraccia ed un disastro militare.
Allora io mi chiedo: perché celebrare tutto ciò mentre si manda nel dimenticatoio il 4 novembre, data della nostra vittoria sugli austro-ungarici e momento chiave della nascita stessa del nostro Paese?

Seconda domanda: vogliamo ricordare il 25 aprile come data non della sconfitta, ma della Liberazione? Bene, ma mi duole comunicarvi che così non è!
Così non è, perché nessuno ricorda a dovere i grandi protagonisti della Liberazione europea: gli Stati Uniti d’America, che pagarono un tributo di sangue enorme per soccorrerci.
E così non è, perché pure tutta la verità storica sulla Resistenza è stata storpiata: si esaltano i partigiani rossi, dimenticando sia che commisero delle atrocità sulla popolazione sia che al loro fianco combatterono anche e soprattutto partigiani anticomunisti (liberali, cattolici, ecc…).
L’operazione di sabotaggio della Storia ad uso e consumo del PCI è evidente, e già preoccupava negli anni ’50 chi aveva combattuto il Fascismo senza essere comunista.

In un editoriale di ieri sul Giornale, Massimo Teodori portava proprio l’esempio di Croce e Pannunzio, un cattolico ed un liberale, che già notavano la mistificazione storica in atto da parte degli intellettuali targati PCI, nel 1950.
Questo passaggio in particolare dell’articolo di Teodori mi sembra significativo: “La storiografia della sinistra comunista e la pratica politica dei suoi rappresentanti hanno accreditato per sessant'anni versioni più o meno settarie dell'antifascismo e della Resistenza-Liberazione che spesso hanno avuto poco a che fare con la realtà. Si è ridotto l'antifascismo ad una categoria metafisica sostanzialmente equivalente alla democrazia secondo la declinazione data dal Pci. Secondo l'intellettualità della sinistra frontista non si poteva essere, al tempo stesso, antifascisti e anticomunisti, perché i due termini erano considerati contraddittori. In tal modo si delegittimava l'intera storia degli antifascismi cattolico, liberale, democratico e socialista riformista che, in quanto distinti e spesso divergenti dall'antifascismo comunista, non potevano avere memoria storica né diritto di cittadinanza politica.
Lo stesso discorso vale per l'interpretazione della Resistenza. Quello che fu un capitolo storico, peraltro limitato ad alcune regioni del centro-nord che videro l'insurrezione partigiana negli ultimi giorni dopo che gli Alleati anglo-americani avevano fatto il grosso della guerra anti-nazifascista, divenne nel corso del tempo una specie di mitologia astorica, da cui furono espulsi i contributi dei partigiani delle formazioni non comuniste e dei corpi dell'esercito italiano che pagarono contributi non indifferenti di sangue.


E allora mi pare di poter trarre due conclusioni: se ancora il 25 aprile è una festa che divide, non che unisce, è perché sulla base storica che dovrebbe sorreggere tale ricorrenza si è fatta luce solo a metà; inoltre se la Sinistra ancora oggi vuole essere gelosa erede esclusiva delle cerimonie del 25 aprile (salvo poi fingersi scandalizzata se qualcuno non vi partecipa), mi viene il sospetto che sia per il timore che qualcuno vi introduca quello che dovrebbe esserne, Storia vera alla mano, il tema dominante: l’incontro del sacrificio italiano con quello statunitense per un comune obiettivo, la riaffermazione della Libertà e della democrazia.





Old Whig






E per fortuna non sono il solo a pensarla così: consiglio di leggere il bellissimo post dell'amico Luca.

24 Commenti:

Blogger Luca Zerbato ha detto...

Vero Matteo, se qualche sindaco o assessore (meglio se di cdx, quindi fascista e razzista...) si permette di mancare l'ennesima commemorazione rossa giustificandosi con le medesime affermazioni che facciamo noi nei nostri post, gli si risponde con le facce sconvolte e infastidite dei superstiti della resistenza e dei loro eredi.
Figuriamoci se ci si azzarda a parlare di guerra civile...

Anche il tuo post mi piace molto e ora lo controlinko da me.

Saluti.
Luca.

1:21 PM  
Blogger articolo21 ha detto...

Pacificazione.

2:11 PM  
Blogger faber ha detto...

25 APRILE: PER UNA MEMORIA ACCETTATA E RISPETTATA

Urge ritrovare la memoria, che non potrà essere condivisa,
ma almeno accettata e rispettata reciprocamente. Serve favorirla ricordando con rispetto tutti i caduti della guerra civile.
Con un’iniziativa che rischia di incontrare l’ostilità di entrambe le parti in causa: attraverso le testimonianze scritte dalle due parti in lotta,
rendendo così onore a chi ha lottato ed è caduto in nome delle proprie idee.

NEL BLOG http://faber2008.blogspot.com

3:57 PM  
Blogger Horatio ha detto...

Caro Old Whig,
lo so che c'è un banner a stella e strisce che campeggia nel tuo blog affianco alla Statua della Libertà, ma non furono solo gli alleati americani a liberare la penisola italiana.
Le forze armate britanniche, del Commonwealth e tutti gli altri che parteciparono all'Alleanza sotto il comando britannico, come i polacchi e gli ebrei, hanno contribuito a sconfiggere l'Italia e gli italiani alleata del nazismo.
E' vero, l'influenza americana fu alla fine prevalse, se si pensa che l'Italia è oggi una repubblica e non una monarchia.
Ma quando Churchill sosteneva l'idea di un nuovo regno italiano, non lo faceva semplicemente per l'abitudine a pensare ad una nazione europea governata da una monarchia, ma per la constatazione che il popolo italiano sarebbe stata al suo interno diviso e debole di fronte alla minaccia sovietica.

Per fortuna, (o Provvidenza? ;-) ) l'Italia ebbe il re di riserva... il Papa di Roma.

In Germania oggi la democrazia non è l'esclusiva di un partito che rivendica una superiorità morale.

Anzi, essa è un valore condiviso da tutte le forze politiche che ha la sua espressione nel PARLAMENTARISMO.

In Italia, purtroppo, il Parlamento è sempre troppo debole...

Io lancio la proposta: perchè non si dedica un giorno al Parlamento e al suo valore vitale e dinamico per il popolo italiano?
Dopo i risultati di queste elezioni io direi che bisognerebbe proprio farlo!

4:13 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

tutto sommato non la pensiamo tanto diversamente, per cui non commento la seconda parte del post. sulla prima invece penso che tu sbagli: il 25 aprile (parlo del concetto, non di ciò che è diventato, purtroppo) non vuole celebrare la vittoria nè la sconfitta di uno stato, ma la vittoria di un principio, quello della democrazia, contrapposto alla dittatura che aveva insanguinato l'europa.

il 25 aprile non rappresenta una sconfitta dell'italia nemmeno come nazione, perchè se proprio uno volesse parlare di sconfitta ci si dovrebbe rivolgere all'8 settembre, semmai. ma l'8 settembre è a mio avviso più una sconfitta ed una vergogna per la casa regnante ed il governo badoglio, incapaci di salvaguardare il loro popolo ed i soldati italiani, almeno con una decisione netta.
la vera sconfitta dell'italia, della quale vergognarsi, fu l'entrata in guerra, quella dichiarazione di guerra portata ad uno stato già sconfitto, emblema della vigliaccheria e dell'inconsistenza del regime fascista e del suo capo.

4:25 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Caro OW, perché festeggiare una sconfitta? Perchè ad essere sconfitta furono un'odiosa dittatura ed un crudele esercito invasore che si rese colpevole di innumerevoli stragi nei confronti di inermi ed incolpevoli civili. Ecco perchè è giusto ricordare e festeggiare.
Il 4 Novembre si festeggia sempre e quella guerra (in cui trovarono la morte migliaia di decine giovani italiani)fu sostenuta da governi democratici. Cosa che non fu per l'immane tragedia dei conflitti imposti al paese dal fascismo.
I partigiani, furono rossi, socialisti,cattolici e liberali e uniti da un unico obiettivo: aiutare gli eserciti alleati a sconfiggere il nazifascismo.
"Siamo ormai abituati, anche se faremmo bene a non esserlo mai: ogni anno, puntualmente, ci sono esponenti politici che chiedono di abolire la ricorrenza del 25 aprile o che pur ricoprendo incarichi istituzionali preferiscono disertare appuntamenti ufficiali e cerimonie pubbliche. Senza salire fino ai gradini più alti la scala delle responsabilità politiche, cosa che pure si potrebbe facilmente fare, ricordo bene le parole con cui un autorevole dirigente di Alleanza Nazionale annunciò che avrebbe disertato la manifestazione per celebrare a Milano il sessantesimo anniversario della Liberazione. “Ho di meglio da fare”, disse, aggiungendo poi: “Del resto non è mica un obbligo. La libertà e la democrazia consentono di fare queste scelte”. Ecco, questa l’unica cosa esatta detta quel giorno da quell’esponente della destra italiana. Oggi la libertà e la democrazia consentono di prendere anche decisioni sbagliate, consentono di presentare anche disegni di legge gravi, come quello sulla qualifica di militari belligeranti a quanti prestarono servizio nelle file della Repubblica Sociale Italiana. Ma se è così, sarebbe bene allora non dimenticare mai da dove arrivano, questa libertà e questa democrazia. E grazie a chi. È qualcosa che dobbiamo ai ragazzi che scelsero di rischiare la propria vita per l’Italia, che dobbiamo ai partigiani di ogni colore, a chi lottò per un’Europa democratica, civile e solidale. Non lo dobbiamo certo a chi era dall’altra parte, a chi stava a fianco della Germania hitleriana che massacrava i nostri soldati a Cefalonia, a chi scelse di difendere i principi antidemocratici e antisemiti contenuti nella Carta di Verona, a chi collaborò a rappresaglie ed eccidi, a chi condivise la tremenda responsabilità di quanto avvenne nel Ghetto di Roma, a Marzabotto, a Sant’Anna di Stazzema. Furono gli uni, e non gli altri, a riportare libertà e democrazia in un Paese che da più di vent’anni le aveva perse, smarrite nel buio della dittatura. Perché sia detto per inciso e con chiarezza: per fare i conti fino in fondo con il fascismo non basta individuare la data del 1938 e condannare la vergogna, l’infamia assoluta, delle leggi razziali. Da quel momento il regime diede il suo orribile contributo alla Shoah, allo sterminio del popolo ebraico, ma il crimine nei confronti di tutti gli italiani, del loro diritto a dire quel che pensavano, a riunirsi ed associarsi liberamente, a stampare quel che volevano senza finire in carcere o al confino, era stato compiuto ben prima. È una verità storica che non può essere negata, che non può essere affogata nel mare di una generica indifferenza. È giusto guardare alle vicende che sono alla base delle istituzioni repubblicane con uno sguardo aperto e sereno, sgombro dalle vecchie ideologie, dai pregiudizi che a volte hanno reso più difficile la comprensione delle cose. “Deideologizzare” il passato, riconoscere ad esempio la memoria dei vinti, rispettare le morti di ogni parte di quella che fu anche una guerra civile, fatta da italiani contro altri italiani, va bene, è anzi doveroso. Ma sbaglia chi pensa che questo possa significare fine di ogni distinzione o una sorta di oblio della memoria. Non si può in alcun modo equiparare Salò e la Resistenza, il fascismo e l’antifascismo."
A giornale di parte...
Un saluto

4:56 PM  
Blogger DR ha detto...

Sottoscrivo al 100%. oggi qui c'era il corteo. Accanto ai vessilli di comune, Avis e Aido c'erano le bandiere di partiti morti come Sinistra Arcobaleno e Rifondazione Comunista. Gli alpini si guardavano tutti con imbarazzo, i bersaglieri anche.

5:26 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Luca, purtroppo è così. Grazie per il controlink.


Articlo21, solo la Verità rende liberi. E secondo me fino a quando non sarà detta tutta la verità sulla Liberazione, non saremo nè liberi nè pacificati.


Faber, magari accadesse un confronto di memorie come quello che proponi.


Horatio, ricordo bene inglesi e polacchi. Nel descrivere il silenzio sui veri protagonisti della Liberazione (cioè gli Alleati), ho voluto sottolineare il ruolo degli USA perchè chi dovrebbe ringraziarli e non lo fa è quella stessa parte politica che in altri momenti li insulta e manifesta contro di loro a prescindere. E le due cose sospetto siano legate... ;)


Raser, credo che siamo quasi totalmente d'accordo. La prima osservazione infatti mi serviva più che altro come introduzione al vero discorso: cioè, vogliamo celebrare non un evento militare, ma una ritrovata Libertà? Benissimo, allora partiamo dal riconoscere sia chi questa Libertà ce l'ha data (USA e Gran Bretagna) sia che i partigiani non erano (per fortuna) solo rossi.


PierPaolo, credo che tu non abbia bene inteso la mia riflessione. Nè io nè Luca vogliamo "equiparare Salò e la Resistenza, il fascismo e l’antifascismo". Dovresti commentare il mio post e neanche una parola del mio post mira a difendere il nazifascismo (osbaglio?). Vogliamo semplicemente proporre un 25 che sia DAVVERO figlio di una riflessione storica completa: è una comica veder festeggiare i comitati di sinistra in celebrazioni che paiono una mascherata. E' una comica, perchè per odio ideologico non si citano mai i maggiori protagonisti di quella Liberazione per ringraziarli: gli USA. Ed è una mascherata, perchè gli unici ad aver combattutto e ad esser morti per la Resistenza sembrano essere i comunisti, mentre in realtà come dici tu ci furono "rossi, socialisti,cattolici e liberali".
E' inutile girare intorno a questo problema amico: nessuno vuol scalfire la disumana crudeltà del nazifascismo (quanto meno spero tu non abbia dubbi sulla mia buona fede!), ma casomai vorremmo che si chiarissero e si ammettessero i crimini pure dei partigiani comunisti, e vorremmo che si chiarissero e si ammettessero i meriti dei partigiani anticomunisti (cattolici, liberali,...), e vorremmo vedere una bella bandiera a stelle e strisce in ogni manifestazione ufficiale del 25 aprile.
Solo così finalmente guarderemo tutta la Storia in faccia, solo così la festa sarà di tutti. Perchè oggi io, antifascista, mi sento escluso.

6:32 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Caro DR, ciò che descrivi è l'appropriazione indebita di una ricorrenza operata da una parte politica. Sembra che si possa essere antifascisti solo se si è combattutto per portare lo stalinismo in Italia. Al contrario, la maggior parte dei patrioti antifascisti morti per la Libertà erano anticomunisti.
Questa mistificazione storica, questo furto di memoria, è evidente anche in una semplicissima osservazione che si può fare: quante vie sono intitolate a Gramsci? e quante a Gobetti???
Ecco, appunto....

6:37 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Sulle bandiere USA credo che dovrai aspettare..ma davvero solo i partigiani comunisti perseguitarono chi si era schierato con i tedeschi? Solo loro perseguitarono chi aveva contribuito a spedire migliaia di ebrei italiani in Germania, magari al prezzo di 5 mila lire l'uno?
Sono giustificabili? No non lo sono. La vendetta non è mai buona.
Ma dimmi, come mai Sarkozy partecipa alle celebrazioni della liberazione in Francia (dove i partigiani comunisti erano ben di più) mentre il silviaccio gozzoviglia con Ciarrapico (noto nullatenente - con giornali - già condannato) che poche settimane fa faceva apologia di fascismo che è ancora reato?
Non c'entra?
C'entra perché se vogliamo andare oltre tutti devono collaborare..

9:25 PM  
Blogger gabbianourlante ha detto...

Caro OW il comunismo non si è MAI battuto per la libertà o la democrazia, ma solo per affermare SE STESSO.
un caro saluto

11:05 AM  
Blogger Horatio ha detto...

pierpaolosoncin ha domandato:"come mai Sarkozy partecipa alle celebrazioni della liberazione in Francia (dove i partigiani comunisti erano ben di più) mentre il silviaccio gozzoviglia con Ciarrapico (noto nullatenente - con giornali - già condannato) che poche settimane fa faceva apologia di fascismo che è ancora reato?"


La Francia, anche se curiosamente, ha vinto la guerra. Il generale De Gaulle ha dato un senso nazionale alla lotta di Resistenza. Anzi il gaullismo è esso stesso il simbolo della resistenza francese all'occupazione, riconosciuta da tutti i francesi.
In Italia proprio no, anzi è usato strumentalemnte, dato che il mito della resistenza è iniziato solo nel 1960.

Ma Ciarrapico non è un carissimo amico di Veltroni e compagnia bella?

Questo moralismo che non sta in piedi se lo possono tenere.

12:34 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

In effetti Ciarrapico era amico di quelli di sinistra fino all'altroieri, e nessuno ha gridato allo scandalo.

Gabbiano, in effetti è così, anche se poi in Italia non tutti i partigiani rossi avevano una preparazione ideologica tale da comprendere pienamente a cosa puntassero i capi.
A presto

6:51 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

"Prima di tutto: perché festeggiare una sconfitta? Fino a prova contraria il Secondo Conflitto mondiale per noi è stato questo: una figuraccia ed un disastro militare"

Matteo,veramente te la potevi risparmiare questa introduzione,degna di un...vabbè,lasciamo perdere questo aspetto.

Forse non ti rendi conto che se avessimo festeggiato una vittoria in senso militare,lo avremmo fatto insieme ai nazisti nostri alleati grazie a mussolini.cio' avrebbe significato la vittoria del nazismo sulle forze democratiche e guardacaso anche sui tuoi amati americani.
mi ricordi quel tale che si taglio' le palle per fare un dispetto alla moglie!
ma vuoi uscire da questo personaggio dell'ingenuo revisionista,si o no?
guarda che io a te ti credo pure,i credo al fatto che vuoi dividere il primato con gli usa,ma ti assicuro che sei in pessima compagnia di chi vuole la rivincita invece della verità

3:28 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

andrea, mi pare di aver già abbondantemente chiarito il fatto che quella prima osservazione serviva da introduzione al discorso.
E comunque riconoscere un'evidenza, cioè che la Seconda Guerra Mondiale noi l'abbiamo persa, non comporta certo come seguente passo quello che cerchi di attribuirmi tu, cioè l'esser dispiaciuti per non averla vinta al fianco dei Nazisti.
Mi pare che ti sia sfuggito tutto il senso della mia riflessione.

3:55 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

peccato che l'osservazione introduttiva faccia il paio con un'altra osservazione introduttiva circa la vittoria del 4 novembre.
tu dici che riconosce l'evidenza di una sconfitta e che quindi c'è poco da festeggiare?anche cio' che dico io riconosce una semplice evidenza...se quella guerra l'avessimo vinta,sarebbe successo a fianco dei tedeschi.
sempre del parere che ci sia poco da festeggiare?
io lo ho capito il senso della tua riflessione,semplicemente non lo condivido.

5:14 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Va bene andrea, se sei convinto di aver capito sei libero di non condividere.
Sono stufo di correre dietro a chi non sa o non vuole leggere.

7:10 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

certo,come no?tecnica berlusconiana:"non mi avete capito"

9:28 AM  
Blogger Old Whig ha detto...

andrea, ok sai meglio di me che ho scritto cosa volevo dire.

8:39 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

Croce e Pannunzio....un liberale e un liberale please! piantiamola con la buffala del Croce cattolico. Tenetevi Padre Pio e Volontè e lasciate ai Liberali quel che è liberale

11:55 AM  
Blogger Old Whig ha detto...

Anonimo, posto che non era certo questo il cuore del discorso, comunque la tua precisazione, opinabile, è legittima.
Solo non capisco nè il tuo tono d'astio, nè il tuo rivolgereti a me con un "voi" dispregiativo e misterioso. Chi saremmo "noi"???
Per tua informazione io sia sono cattolico sia mi sento appartenente alla grande famiglia liberale. Quindi per quanto mi riguarda il contrasto non esiste.

4:30 PM  
Blogger lorenzo ha detto...

La quasi totalità degli storici sono concordi nell'affermare che la prima causa della seconda guerra è stata la prima e la pace che ne è seguita.

Nella seconda guerra sono morti 495 mila americani,in gran parte nel pacifico e poco meno di 20 milioni di russi.

Direi 15 mila russi al giorno,dal giugno '41 all'aprile '45.

Tutti sanno che il nocciolo della guerra era a est.

Negli ultimi anni sono usciti diversi lavori su Giustizia e Libertà e il Partito D'Azione.

Concordo sul tentativo di parte della sinistra di appropriarsi della resistenza.

ps: Nessuno ha mai sostenuto che la resistenza ha liberato l'Italia,concorderai spero che sacrifici del tipo divisone Acqui a Cefalonia siano serviti moralmente davanti agli alleati.

Il 25 Aprile si festeggia non la vittoria ma la liberazione dai tedeschi e fascisti.

12:11 PM  
Blogger Old Whig ha detto...

Lorenzo, sono d'accordo. Infatti il mio post vuole proprio affermare la necessità, per rendere il 25 aprile una festa di tutti e con basi storiche (non politico-mitologiche), di rivalutare la Resistenza per ciò che fu (importante ma non fondamentale, positiva ma non tutta buona) e gli Alleati per ciò che furono (i primi veri fondamentali protagonisti della Liberazione, per cui un festeggiamento senza bandiera americana e senza ringraziamento al sangue di chi è venuto qui per liberarci diventa festeggiamento mutilo ed assurdo).

2:26 PM  
Anonymous Anonimo ha detto...

mettere la bandiera americana alle commemorazioni del 25 aprile mi sembra riduttivo, quando in realtà a "liberarci" furono: francesi, inglesi, americani, brasiliani, polacchi, indiani, neozelandesi maori, australiani, senegalesi, algerini, marocchini, tunisini, canadesi... e di sicuro ne dimentico qualcuno.
se penso a un povero indiano che viene portato a migliaia di chilometri di distanza per morire in una guerra non sua mi viene la pelle d'oca.

9:31 PM  

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