Ciò vale in modo particolare allorquando queste tradizioni, questi costumi, queste norme soddisfano meglio una concezione universale dei diritti della persona.
Abbiamo il diritto e il dovere di ritenere che la tradizione della famiglia occidentale, dal punto di vista dei soggetti più deboli - la donna e i minori -, sia da preferire al matrimonio poligamico. Abbiamo il diritto e il dovere di reclamare la superiorità dello stato di diritto sulla sharia. Così come abbiamo ogni ragione d’essere orgogliosi delle nostre norme di salvaguardia dei lavoratori se confrontate con lo sfruttamento minorile praticato in tante parti dei cosiddetti Paesi emergenti.
Da qui derivano alcune conclusioni agevoli da trarre ma difficilissime da mettere in atto. La prima: per assicurare la convivenza pacifica tra le culture e la loro naturale ibridazione, nessuno può chiedere a chi giunge nel nostro Paese di rinunziare alla propria e tanto meno di convertirsi alla nostra religione. Di contro, sarà nostro dovere fare tutto ciò che è possibile affinché sia messo nelle condizioni di sviluppare la propria vita spirituale anche in una proiezione pubblica. In cambio, però, bisogna non domandare ma pretendere da ogni ospite il rispetto non soltanto della nostra legge ma anche della nostra cultura e delle sue manifestazioni esteriori, con accresciuto rigore nel caso in cui la persona ospitata svolga funzioni pubbliche di carattere civile e/o religioso.
15 Commenti:
Perciò, se uno parla italiano, non ruba , non stupra, non sporca e non fa pipi negli angoli, gli diamo la cittadinanza dopo 6 mesi?
Articolo interessante. In parte condivisibile, a parte l'uscita anti prodiana che non c'entra nulla. Ma scusa non c'è ancora la bossi-fini?
"Perciò, se uno parla italiano, non ruba , non stupra, non sporca e non fa pipi negli angoli, gli diamo la cittadinanza dopo 6 mesi?"
E se ha una vaga idea della nostra Storia dal Risorgimento ad oggi e della nostra Costituzione, sì. Forse ti sorprenderò, ma ti dico di sì e lo dice pure Quagliariello.
"Ma scusa non c'è ancora la bossi-fini?"
Assolutamente no: il governo Prodi l'ha sospesa e smontata con provvedimenti esecutivi e con lettere ai prefetti.
Comunque la stessa Bossi-Fini è per me da rivedere.
Se il riferimento sono la costituzione, il risorgimento e la storia d'Italia, mi sa che la cittadinanza a Borghezio gliela toglieresti.. :-)
LA STORIA PUO’ SENTENZIARE IL ‘VOTO DEGNO’?
In questa campagna elettorale si è sentito di tutto. Prima qualcuno ha parlato di ‘voto utile’, poi di ‘voto disgiunto’. Si è affacciato timidamente anche il ‘voto inutile’. Da anni conosciamo il ‘voto di protesta’ ed il ‘voto di scambio’. Ancora mancava il ‘voto degno’, ma non si è fatto attendere…
NEL BLOG http://faber2008.blogspot.com
Pierpaolo, infatti... ;)
E si a Borghezio andrebbe tolta :)
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E' incredibile. In America c'è il test di Cittadinanza e da noi non insegnano più Educazione Civica a scuola. concordo in pieno con old whig, ma una vaga idea della Costituzione non ce l'hanno anche molti italiani.
Antonio, grazie.
Itomy, infatti quello americano deve essere un modello soprattuo per come interpreta il percorso che porta alla cittadinznza: un percorso culturale e controllato, non un assegnazione automatica per tempo trascorso.
A presto
molto intiresno, grazie
La ringrazio per Blog intiresny
molto intiresno, grazie
imparato molto
quello che stavo cercando, grazie
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