giovedì, aprile 26, 2007




Francia al bivio.








La Francia è al bivio. Dopo il primo turno, ora dovrà scegliere tra centrodestra e centrosinistra, tra Sarkozy e Royal, tra futuro e passato.


Prima di tutto gioisco per la sconfitta al primo turno di Le Pen, un neofascista con un programma sinistro e certo poco attuabile all'interno di un Paese democratico come quello dei nostri cugini.


In secondo luogo prendo nota dell'ennesima conferma di un fatto: i piccoli arbusti centristi sono antistorici e, per questo, destinati ad essere spazzati via. Mi riferisco ovviamente a Bayrou, che non ha passato il primo turno, con gran dispiacere di Prodi e Follini (gli unici due italiani che tifavano per lui).


Terza riflessione: sul secondo turno. La candidata socialista, Royal, ha un programma ambiguo, che in parte non piace nemmeno al suo partito, usa l'aggressività retorica per nascondere quei problemi della Francia che non saprebbe risolvere, ed infine, sul tema per me più importante, quello dell'integrazione degli immigrati, ha idee vecchie (cioè già sperimentate e già fallite).


Il candidato del centrodestra, Sarkozy, che ha già rivoluzionato il proprio partito ritornando ai tradizionali valori del conservatorismo liberale, ha tutte le carte in regola per cambiare pure la Francia. Il suo programma dà le giuste risposte anche a livello di politiche sociali (dove di solito è più forte la Sinistra) e prova ne è l'ottimo risultato elettorale presso gli operai (sondaggio di ieri); infine, egli ha una giusta visione del problema dell'integrazione (da una parte evita gli eccessi di Le Pen, dall'altra va oltre i vecchi errori che vorrebbe riproporre la Royal), che sta lacerando la Francia.












Salo














lunedì, aprile 23, 2007

Esperienza formativa straordinaria e di altissimo livello che ho avuto la fortuna di fare l'anno scorso. Sono aperte le iscrizioni per il 2007. La consiglio a tutti i liberali e/o conservatori:
Insomma, unico vero requisito: l'ANTICOMUNISMO!



Salo

domenica, aprile 22, 2007



L'INTER strvince il suo quindicesimo scudetto, alla fine di un Campionato dominato fisicamente e tecnicamente.
Il primo Campionato dopo l'era Moggi, cioè dopo 12 anni di partite pilotate, "errori" sistematici a favore della Juve, squalifiche calcolate, arbitri chiamati al cellulare 30 volte prima di una partita (Racalbuto prima di un Roma-Juve), ecc...
Ora finalmente, dopo 12 anni di mafia, uno scudetto pulito (come quello dell'anno scorso), ma anche pienamente meritato.
E bene hanno fatto i giocatori nerazzurri ad intonare, negli spogliatoi di Siena, il delizioso coretto: "SENZA RUBARE! VINCIAMO SENZA RUBARE! SENZA RUBARE! VINCIAMO SENZA RUBARE!"
Per chiarire ancora una volta che quest'anno lo scudetto è stato conquistato sul campo...non comprato per telefono!

L'unico rammarico è quello di non vedere Moggi dove dovrebbe stare (in carcere).
Per il resto: godiamoci il tricolore!






Salo








venerdì, aprile 20, 2007

ISLAM TAGLIAGOLE E TURCHIA INTOLLERANTE. E L'EUROPA DORME...




Non ho parole. Tre cristiani torturati ed uccisi da fondamentalisti islamici in Turchia.
Un massacro senza senso. Un massacro che conferma un concetto chiaro, chiarissimo: i terroristi fedeli a Maometto non vogliono il dialogo, non sono interessati alla pace, nè alla democrazia: vogliono la nostra morte, la nostra sconfitta, la nostra fine. Non c'è un perchè razionale: c'è solo una forza malata da combattere. C'è una sfida lanciata alla nostra civiltà da vincere. C'è una guerra globale che è stata dichiarata contro l'Occidente da questo nazismo islamico razzista, intollerante e inguaribilmente violento.
E' ora che la sinistra se ne accorga.
E' ora che l'Europa, tutta l'Europa, ne prenda atto.

In Turchia un cristiano non può possedere una chiesa; non può essere assunto per lavori pubblici; non può denunciare un furto; non può scrivere in turco.
Io non voglio che uno stato del genere entri a far parte dell'Unione Europea. E credo che insistere perchè i più elementari diritti di tolleranza siano concessi ai turchi non mussulmani possa essere un messaggio chiaro, una presa di posizione importante nella guerra sopra citata, che non può essere vinta solo con le bombe, ma nemmeno facendoci invadere ed ammazzare senza dire una parola!

Sveglia Europa! Ché il nazismo islamico da una parte e il tuo nichilismo dall'altra ti stanno uccidendo!






Salo

lunedì, aprile 16, 2007


Riporto qui sotto una breve parte dell’intervista che l’americano Bruce Bawer, un liberal, ha recentemente rilasciato al quotidiano “L’Occidentale”.



“L’anti-americanismo europeo risale alla nascita stessa degli Stati Uniti. Allora prese le forme di un forte antagonismo di parte dell’aristocrazia europea verso una moderna democrazia che veniva avvertita come una minaccia per i privilegi di casta e per l’assetto monarchico di molti governi. L’”aristocrazia” di oggi, quella sinistra europea che domina gran parte della politica, dei media, delle università e della burocrazia, ha ereditato quello snobismo di fondo. Proprio come le monarchie del 19° secolo temevano la minaccia della nuova democrazia americana, l’etablishment europeo di oggi teme il confronto tra la democrazia liberale americana e il vecchio sistema socialdemocratico.
I media europei hanno compiuto un capolavoro fornendo sistematicamente un’immagine falsata degli Usa, al punto che chiunque oggi voglia essere preso sul serio in Europa si sente obbligato a mostrarsi pensosamente critico dell’America.”






sabato, aprile 14, 2007




Recentemente ho visto al cinema "300", film tratto dal fumetto di Frank Miller, che a sua volta si è liberamente ispirato all'episodio storico della battaglia delle Termopile (480 a.C.).



Il film non ha nessuna pretesa di attendibilità storica, tuttavia per gli sprovveduti potrebbe essere nocivo guardarlo senza aver chiare alcune cose.


Gli Spartani appaiono nel film come uomini liberi, che combattono contro un impero fondato sulla schiavitù di tutti e la tirannia di uno solo (Serse). Questo in parte è vero; tuttavia non possiamo dimenticare (cosa che invece fa il film) che a Sparta i cittadini non coincidevano con gli abitanti.

Per consentire ai cittadini, cioè gli Spartiati, di dedicarsi sempre e solo all’arte della guerra, altri, cioè gli abitanti non cittadini (poiché privi dei diritti politici), dovevano necessariamente occuparsi di tutte le altre attività. Quindi Sparta non era certo la terra della libertà e della democrazia, anzi! Pensate che allora non era una vera democrazia nemmeno chi si proclamava tale (Atene)!

Certo, i Persiani erano politicamente anni luce indietro rispetto ai Greci, però bisogna stare attenti a non idealizzare troppo nemmeno questi ultimi…

Inoltre gli efori del film sono un’invenzione tutta personale di Miller, e nulla hanno a che fare con i veri efori di Sparta, i quali non erano sacerdoti, ma piuttosto magistrati, non erano sempre gli stessi, ma venivano eletti annualmente, e non vivevano isolati su un monte, ma anzi vigilavano su ogni attività della città-stato (dall’educazione dei giovani all’amministrazione della giustizia).

Altra inesattezza riguarda il modo di combattere degli Spartani o, meglio, degli Spartiati: la scena del primo scontro è l’unica corretta, le altre vanno bene per lo spettacolo, ma sono false. Infatti gli Spartiati, come la maggior parte dei Greci, combattevano in formazioni oplitiche compatte, serrate, scudo contro scudo. A maggior ragione questa tecnica fu usata dagli Spartiati nella battaglia delle Termopile, quando erano in netta inferiorità numerica, e disperdersi sarebbe stato fatale.

Quindi la scena del primo combattimento, quando i Greci, compatti, resistono alla carica con gli scudi per poi farsi largo con una spinta all’unisono e con le lance lunghe è storicamente perfetta; al contrario, quelle che seguono per tutto il resto del film sono dal punto di vista storico ridicole, anche se, ripeto, spettacolari.


Rilevate queste inesattezze (e avendone comunque tralasciate altre), ora passo a fare i complimenti.

Infatti nel film ci sono due o tre perle che meritano di essere elogiate.

Prima di tutto, la frase che l’ambasciatore persiano (quello che fa subito una brutta fine) pronuncia all’inizio del film, rivolgendosi a Leonida: “Il Gran Re chiede terra ed acqua”. Questa è un’espressione che passa inosservata, ma che in realtà è perfettamente coincidente con le testimonianze del periodo: Serse chiedeva sempre, oltre alla sottomissione, rifornimenti per le proprie truppe di passaggio e lo faceva esattamente attraverso questa formula: “terra ed acqua”.

Seconda perla: Leonida definisce gli Ateniesi “filosofi effeminati”. Il disprezzo verso Atene è in realtà leggermente anacronistico, perché si accentuò qualche decennio più tardi del 480 a.C. però…glielo possiamo concedere all’amico Frank!

Terza perla: gli Immortali, guardia personale del Gran Re di Persia: esistevano davvero (ovviamente non con quelle brutte facce…), anche se non sono sicuro del loro effettivo impiego alle Termopile.

Quarta perla storica: lo schieramento dei Greci (5000 uomini circa in tutto) fu realmente accerchiato a causa di un tradimento e gli Spartiati (300-400 uomini circa) furono davvero gli unici a rimanere e a sacrificarsi.


Chiudo ribadendo due cose.

Il film resta un capolavoro e le mie sono solo puntualizzazioni storiche, non da cinefilo.

Le pecche storiche così come i particolari corretti sono molti di più, io ho segnalato solo quelli che maggiormente mi hanno colpito.


Consigli finali: dovreste sia godervi il film sia riprendere in mano il libro di Storia e rileggervi uno dei più gloriosi sacrifici nella Storia del nostro Occidente.

Salo

giovedì, aprile 12, 2007

Proprio quando mi è venuta voglia di fare un post particolare, ecco che subito si presenta l'occasione...


Lo scorso febbraio la rivista per maschietti "PlayBoy" aveva nominato Scarlett Johansson diva più sexy del mondo. Il mio amico Angelo diede il giusto risalto al fatto qui.


Ora anche la rivista "Glamour" incorona la nuova principessa del cinema: secondo un sondaggio lei sarebbe la donna con il corpo più sexy del pianeta. Seconda classificata Jessica Alba, mentre al terzo posto troviamo Gisele Bundchen.


Io confesso di avere una certa preferenza per Jessica Alba, ma devo ammettere (con piacere) che pure Scarlett non scherza (guardate la foto qui a fianco!!!)...

Stavo per concludere con una battuta su un/una certo/certa parlamentare italiano/a...
...ma poi mi sono ripreso: niente politica in questo post...solo bellezza...



Salo

martedì, aprile 10, 2007


Mia, i cinesi, il sangue africano e i pacifisti assenti…




Io non sopporto i pacifisti perché:
1. dietro la bandiera multicolore si nasconde quella rossa, e se c’è qualcuno che deve dare lezioni di pace certo non sono i comunisti…
2. l’ideologia pacifista è un vuoto di pensiero fallimentare e confutato dalla Storia: un “lascia vivere” che non tiene conto del fatto che al mondo c’è chi, di lasciar viver noi, proprio non ne vuol sapere;
3. ciò che li muove non è l’amore per la pace, ma piuttosto un viscerale e cieco odio per gli Stati Uniti.

Il terzo punto è provato dall’esistenza delle cosiddette “guerre dimenticate”, cioè di quei conflitti contro i quali nessuno manifesta, sui quali nessuno sollecita l’attenzione: questa è la prova inconfutabile che i pacifisti sono sostanzialmente degli ipocriti. Infatti, guarda caso, tali “guerre dimenticate” sono tutte quelle con le quali gli USA non hanno nulla a che fare!

Tra questi conflitti spiccano quelli africani; e tra quelli africani uno dei peggiori è il vero e proprio genocidio in atto mentre leggete in Darfur, regione situata nell’ovest del Sudan. Il governo del Sudan ha inviato truppe mercenarie di fondamentalisti islamici (i Janjaweed) a combattere e sterminare le popolazioni del Darfur; ad essere colpite con più ferocia sono ovviamente le tribù non arabe. Stime dell’ONU parlano di 400.000 morti dall’inizio del conflitto.
Da tempo gli Stati Uniti spingono sia per l’invio di molti caschi blu nella zona (attualmente sono presenti solo poche ed insufficienti truppe dell’Unione Africana) sia per la denominazione ufficiale di “genocidio” (attualmente l’ONU su questo non si sbilancia), tuttavia le iniziative a stelle e strisce sono state fino ad ora rese vane dalla resistenza a falce e martello. Infatti le armi con cui i Janjaweed massacrano in Darfur sono fornite loro dal governo centrale del Sudan, il quale a sua volta le ottiene dalla Cina, in cambio di risorse energetiche. Ovvio dunque che la Cina, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, cerchi di nascondere le macchie di sangue africano presenti sulla camicia del proprio ambasciatore e, soprattutto, di evitare che l’ONU ponga fine al massacro…
Poche settimane fa, l’attrice hollywoodiana Mia Farrow, ha denunciato il genocidio in atto in Darfur, ricordando le responsabilità della Cina, ha invitato a boicottare le olimpiadi di Pechino 2008 ed ha giustamente puntato il dito contro Spielberg, che ne patrocinerà l’inaugurazione.
La domanda sorge spontanea: dove sono i pacifisti o, meglio, i pacifinti di tutta Europa? Distratti? O semplicemente non interessati al Darfur? ma nemmeno alla Somalia? e al Tibet? e alla Nigeria? … Scorriamole tutte le ingiustizie e le guerre odierne: scopriremo che le uniche per cui gli ipocriti soldatini arcobaleno sbraitano, battono i piedi e fanno girotondi sono quelle che servono loro per infangare gli Stati Uniti: cioè quella in Afghanistan e quella in Iraq.
Chiudo con una domanda retorica: perché i pacifinti non riescono a sopportare la lotta al terrorismo (in Afghanistan) e l’esportazione della democrazia (in Iraq), mentre non hanno nessun problema a dimenticarsi dei genocidi targati Cina (in Darfur come in Tibet) e dei diritti umani calpestati (in Corea del Nord come in Arabia Saudita)???






Salo






domenica, aprile 08, 2007

Cristo è morto per noi! Cristo è resuscitato perchè la vita potesse inghiottire la morte!
Apriamo i nostri cuori alla speranza! Perchè il Cristianesimo non è regole e divieti, ma prima di tutto, semplicemente, incontro con Gesù.
In una parola, appunto, speranza!

Buona Pasqua a tutti!




Salo

martedì, aprile 03, 2007


Dialogo: confronto o resa?



Dialogo dialogo e ancora dialogo. Questa parola ci sta martellando incessantemente dall’inizio di questo scontro di civiltà, ormai in atto dall’11 settembre del 2001. Uno scontro di civiltà che qualcuno a Sinistra ancora nega, nonostante l’attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono, nonostante l’attentato a Madrid, nonostante l’attentato a Londra, ecc.... Ma del resto, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e non c’è peggior mistificatore di chi non sa fare i conti con la Storia. Capita così che gli stessi personaggi ancora innamorati di una folle ideologia come il Comunismo ci vengano a fare la morale sulla pace, sul rispetto e sulla tolleranza. Una tolleranza tutta particolare la loro, in nome della quale dovremmo calarci i pantaloni di fronte all’Islam ed accettarlo così com’è, anche in quegli aspetti che cozzano addirittura con la nostra Costituzione. A dire il vero i signori della Sinistra quest’ultima cosa non la dicono palesemente, ma, saltando a piè pari il problema dell’integrazione, è come se lo facessero. La proposta del Ministro Amato di svendere le cittadinanze agli immigrati dopo soli cinque anni, così come l’articolo 6 del recente Ddl Bindi-Pollastrini sui DiCo (che consente l’immediato permesso di soggiorno ad ogni extracomunitario “convivente con un cittadino italiano o comunitario”) sono due esempi perfetti di questi salti acrobatici.
Da tale sottovalutazione del problema dell’integrazione, e da tale concezione errata della tolleranza come azzeramento della propria identità e sopportazione silente dei delitti “multiculturalisti” (perché picchiare la moglie seguendo il Corano resta un delitto, checché ne dica l’UCOII) deriva poi l’altrettanto malata idea di dialogo che i vecchi comunisti freschi laicisti hanno.

Proprio in questi giorni si stanno moltiplicando, anche a livello internazionale, le risposte negative alla proposta del segretario DS Fassino di invitare alla conferenza di pace per l’Afghanistan anche i Talebani. Il governo statunitense l’ha definita “una pessima idea” e in Italia non solo il centrodestra, ma pure larghi settori della maggioranza sono rimasti perplessi (per usare un eufemismo).
Io ritengo che questa trovata di Fassino non sia una follia isolata, ma piuttosto la conseguenza prevedibile di un più vasto errore della Sinistra italiana: una visione d’insieme distorta, perché fondata proprio su un malinteso concetto di dialogo.

Non c’è da stupirsi se il Ministro D’Alema, predicando l’equidistanza, paragona una democrazia liberale minacciata di morte (Israele) ad una milizia di terroristi islamici che spara razzi a caso sui civili inermi altrui e si fa scudo con i propri (Hezbollah). Infatti il dialogo per la Sinistra è qualcosa da praticare sempre (e qui sta il primo errore) e senza porre né condizioni, né limiti, né distinguo (ed ecco il secondo).
Al contrario, il vero dialogo, per essere praticato, necessita di un interlocutore realmente disponibile al confronto e, nel caso sia un immigrato, anche pronto ad adeguarsi alle regole di chi lo ospita. Altrimenti ci si ritrova a gridare nel deserto o a dissertare con il muro (di una moschea)! Giusto cercare il dialogo, ma quello vero: e se esso si rivela impossibile, non è il caso di insistere, trasformandolo in un inutile non meno che patetico soliloquio.
Dopo aver trovato un adeguato e sincero interlocutore, per dialogare sarà comunque ancora necessario porsi dei limiti invalicabili, come ad esempio i diritti inviolabili dell’uomo. Infatti se non si pongono condizioni chiare, il dialogo ad oltranza ci può presto trascinare ad ammettere pratiche che noi abbiamo superato dal Medioevo o a tollerare la negazione di principi che il buonsenso dei secoli ha dettato ai nostri padri o ancora ad accettare infrazioni di diritti che per noi risalgono a Beccaria.
Queste due semplici osservazioni, sull’interlocutore e sui limiti necessari, basterebbero a far crollare l’idea tarata che a Sinistra si son fatti del concetto di dialogo.
Tuttavia i comunisti-laicisti hanno trovato un ingenuo alleato nel pacifismo cattolico, cioè in quella sorta di cattolicesimo progressista, che poco ha a che fare col cattolicesimo vero. Questa bizzarra (ma non insolita, se si guarda alla Storia politica della prima Repubblica) alleanza ha rafforzato il già enorme potere comunicativo della Sinistra, che ci ha ubriacato con questa parola bella (dialogo), ma dal significato distorto (di resa), non solo dalla TV e dai giornali, ma pure dal pulpito di qualche chiesa! Questa infiltrazione di relativismo all’interno delle fila di chi il relativismo lo combatte è stata argutamente colta e descritta da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, nel loro ultimo libro: “Contro il logorio del laicismo moderno” (edizioni PIEMME). In quest’agile manuale di sopravvivenza per cattolici, i due giornalisti sottolineano proprio che, come in ogni assedio che si rispetti, all’interno della fortezza c’è chi trama per favorire gli assalitori. Se gli assalitori sono i nuovi comunisti, relativisti e laicisti, gli assediati siamo noi conservatori, cattolici e liberali; i traditori sono proprio quei politici che con grande altezzosità si dichiarano “cattolici adulti” e, oltre a non muovere un dito sui temi etici, riguardo i rapporti con l’Islam fomentano l’irresistibile tramontana del dialogo maliziosamente malinteso.

Di fronte a tale scenario preoccupante, noi conservatori, ostracizzati dalla TV e allergici a certi cardinali “sinistri”, dobbiamo trovare il coraggio e la forza di riaffermare il vero significato del dialogo e le indispensabili condizioni in cui esso si realizza.
Un sostegno in questo senso ci viene dal Papa: Benedetto XVI si batte con costanza contro il vuoto del relativismo e non ha paura di esporsi per dire la verità (le famose polemiche e proteste sul discorso pronunciato in Germania nascevano proprio da un suo tentativo di puntualizzare il significato profondo della parola dialogo, in alternativa non alla nostra tradizione, ma alla violenza di certo fanatismo arabo, che, osò giustamente dire il Pontefice, è contro il volere di Dio).
Una verità a volte scomoda, ma che da fieri occidentali e da cattolici (o semplicemente cristiani) per nulla “adulti”, non possiamo tacere.





Salo








lunedì, aprile 02, 2007


Lo so, sulle cose gravi non si dovrebbe ridere, e la politica estera del governo Prodi fa pietà, ma proviamo lo stesso a farci sopra un sorriso dissacratorio, in attesa di tempi migliori, e di un governo vero...
Salo