lunedì, agosto 28, 2006

"Un pacifismo che non conosce più valori degni di essere difesi e assegna ad ogni cosa lo stesso valore è da rifiutare come non cristiano: un modo di essere per la pace così fondato, in realtà, significa anarchia; e nell'anarchia i fondamenti della libertà si sono persi. Perchè laddove tutti hanno ragione, nessuno ha più ragione."

Joseph Ratzinger ("Senza Radici", pag. 97-98)
"Il mito della Resistenza aveva perso la sua capacità di suggestionare il popolo di sinistra dopo il crollo delle ideologie e lo sfascio del comunismo, e ora nel pacifismo vengono affastellati una serie di concetti diversi e volutamente ambigui. […]
Oggi i movimenti pacifisti inneggiano ad una pace indifferente alla libertà e alla giustizia, valori che nessuna dittatura ha mai regalato al popolo.
Non a caso, allora, i nostri pacifisti finiscono per preferire un Iraq in mano alla belva Saddam, piuttosto che un Iraq che difficilmente, e grazie a una guerra, sta cercando la strada della democrazia. I pacifisti preferivano i talebani piuttosto che la lotta armata per dare al popolo afghano un minimo di libertà e giustizia."

Stefano Zecchi
L’ipocrisia di un silenzio.


C’è in questo periodo un silenzio assordante, clamoroso, rivelatore. E’ il silenzio ipocrita dei pacifisti. Sì, i pacifisti, ve li ricordate? Quelli che quando al governo c’era il centrodestra si scandalizzavano per il nostro sostegno all’America nella lotta al terrorismo. Quelli che ogni occasione era buona per fare una manifestazione contro quel guerrafondaio di Berlusconi (ovviamente subito ripresa dalle telecamere del TG3). Quelli che hanno inondato il nostro bel Paese di quelle patetiche bandiere arcobaleno. Ora che fanno? Niente!
Eppure in quest’ultimo mese è stato proposto, discusso ed infine organizzato l’intervento armato dell’Italia in Libano; e non sta in piedi la scusa del mandato ONU, perché anche la nostra missione in Iraq era sotto la bandiera dell’ONU! Insomma: perché i pacifisti tacciono? Perché non chiamano in causa (ancora una volta a sproposito) l’articolo 11 della Costituzione, come avevano fatto per la missione in Iraq? La risposta è semplice: prima al governo c’era l’odiato Berlusconi, ora c’è l’amico Prodi; quindi prima si doveva contestare, mentre ora non si può dissentire. E tanti saluti alla coerenza.
Ma tanti saluti anche alla lotta al terrorismo. Sì, perché con Martino siamo andati a proteggere la neonata democrazia dagli attacchi dei terroristi in Afghanistan e in Iraq; invece con Parisi andiamo a proteggere i terroristi (Hezbollah) da chi si difende per sopravvivere (Israele). Hezbollah riprenderà a lanciare razzi verso Israele, che però non potrà più difendersi, perché noi saremo lì a proteggere i confini del Libano!
Così, mentre si lucidano le armi per una missione pericolosa quanto ambigua, dal mondo pacifista non arriva neanche una parola. La verità è che i pacifisti sono solo dei contestatori a comando, nelle mani della sinistra. Le bandiere arcobaleno servivano solo a coprire quelle rosse. Infatti, se il primo istinto del popolo pacifista è l’odio verso l’America, il secondo è certamente l’odio verso il centrodestra.
Ora che il centrodestra ha “perso” le elezioni, i soldatini arcobaleno sono soddisfatti e resteranno tranquilli di fronte a qualsiasi decisione del governo rosso, perché le guerre di Prodi, per loro, hanno tutto un altro sapore.

Salo

sabato, agosto 26, 2006

"In base a quale logica si pensa di poter far convivere i costumi, il pensiero, i sentimenti di pastori nomadi vissuti circa 1850 anni prima di Cristo nella terra di Canaan con quelli dell’Italia del 2006 dopo Cristo? […] Guardateli i Paesi islamici in Africa e in Medio Oriente: sono poveri, poveri intellettualmente, poveri economicamente, soltanto perché Maometto li ha bloccati alla vita di migliaia di anni fa."

Ida Magli

lunedì, agosto 21, 2006

C’è da piangere ma c’è chi ride.


La guerra in Libano, così come quella in Afghanistan, non può essere considerata un attacco. L’America e Israele non stanno attaccando, ma si stanno difendendo. I pacifisti gracchiano: "Nessuno li ha invasi, quindi non si stanno difendendo!". Già, peccato che oggi non c’è più bisogno di superare una linea di confine con un esercito per fare del male: basta dirottare aerei, lanciare razzi, far esplodere auto-bombe,…
Così la sinistra fa finta di non capire, si tappa gli occhi di fronte alla follia distruttrice di un certo Islam estremista, che ci vuole tutti morti, perché troppo democratici, troppo liberi, troppo civili: insomma troppo occidentali!
I pacifisti protestano se attacchiamo gli Stati canaglia (che fomentano l’odio, proteggono i terroristi, finanziano gli estremisti), ma allora come dovremmo difenderci? Come dovrebbero difendersi gli israeliani, quando i razzi di Hezbollah cadono sulle loro città?
In Italia i comunisti (che infestano la nostra politica e hanno occupato, senza nemmeno avere una maggioranza, tutte le cariche dello Stato) hanno gridato allo scandalo, perché secondo loro Israele avrebbe invaso uno stato sovrano. Tuttavia mi sembra evidente che uno stato sovrano deve essere in grado prima di tutto di controllare il proprio territorio; e siccome il Libano non è in grado di farlo, visto che le milizie di Hezbollah occupavano tutto il sud del paese e da lì facevano partire i loro razzi katiuscia, allora Israele ha tutto il diritto di difendersi, ripulendo quel territorio e garantendo la sicurezza dei propri civili.
Per difendersi, l’Occidente non può aspettare, come pretenderebbero i pacifisti, che gli eserciti islamici invadano i suoi territori, perché questo non accadrà. Bin Laden e i suoi amici non vogliono conquistarci: vogliono distruggerci. L’ennesima conferma di ciò è venuta dal capo di Hezbollah, che ha detto: "La milizia resterà armata finché Israele esisterà". E c’è ancora, in Europa, chi s’illude di poter dialogare con questa gente. E c’è ancora in Italia, un D’Alema che predica l’”equidistanza”, come se Israele, l’unica democrazia del Medio Oriente, fosse paragonabile a Hezbollah, una milizia di terroristi islamici!
E mentre accade tutto questo, quel genio del ministro Amato ha la brillante idea di abbassare da 10 a 5 gli anni che servono per diventare cittadini italiani! Come se gli attentati appena sventati in Inghilterra, organizzati da islamici cittadini britannici, non ci avessero insegnato nulla. Come se le immagini delle periferie francesi distrutte dagli immigrati solo qualche mese fa non fossero ancora nei nostri occhi.
Ma mentre D’Alema seppellisce la nostra defunta credibilità internazionale e Amato svende la sicurezza della nazione in cambio di qualche milione di voti islamici Prodi che fa? Quello che fa sempre: con la sua faccia da Mortadella se la ride beato ed ebete, dopo aver imbarcato l’Italia in una missione militare che si presenta tanto rischiosa quanto vaga negli obiettivi; anche perché nel governo Prodi ci sono certe teste calde che invece di disarmare Hezbollah preferirebbero disarmare Israele!
E allora anche noi forse dovremmo chiudere gli occhi e iniziare a ridere…per non piangere.



Salo

domenica, agosto 20, 2006

Perché non posso non dirmi anticomunista.

Sono anticomunista perché sono e voglio rimanere una persona, con i diritti e la dignità che provengono dalla saggezza antica, dalla spiritualità cristiana e dalle rivoluzioni liberali come quella americana. Nella Costituzione di quel grande paese è scritto il diritto del singolo uomo al perseguimento della felicità: ed essa consiste, su questa terra, nella libertà di esprimere le proprie idee e i propri sentimenti, disponendo almeno dei beni necessari per provvedere a sé stessi e soddisfare i propri desideri. Questa disponibilità nei regimi totalitari ispirati da sistemi utopici, come il comunismo, non esiste perché il collettivismo che li ispira non è fatto per aprirsi alle esigenze del singolo. I sistemi egualitari sono in realtà regimi terribili, dove l’uniformità è garantita dall’impossibilità della differenza: la personalità individuale si annulla e la persona risulta svuotata dalle sue prerogative intellettuali e spirituali. (…) Il comunismo rappresenta dunque il più grande inganno che si possa ordire ai danni degli uomini, perché promette loro l’avvento di una giustizia perfetta mentre li riduce nella più umiliante delle schiavitù. (…) Le manifestazioni storiche del comunismo, dovunque esso s’è affermato, sono state e sono tuttora disumane, criminali. (…)
Io sono anticomunista perché ho paura di un pensiero antiumano.


Stefano Doroni